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Redazione TirrenoNews

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La prevenzione della corruzione e il contrasto di ogni forma d’illegalità rientrano tra le priorità

istituzionali delle Pubbliche Amministrazioni.

 

 

 

 

 

 

La corruzione e le altre forme d’illegalità sono infatti considerate tra i più importanti ostacoli all’efficienza   e   all’efficacia   dell’agire   amministrativo   e,   in   ultima   istanza,   al   corretto funzionamento   delle   Istituzioni.    

Al   contempo,   anche   un   adeguato innalzamento   dei meccanismi di trasparenza nei processi organizzativi costituisce un obiettivo di pari rilevanza.

Una decisa prevenzione ed un deciso contrasto alla corruzione sono elementi che aiutano la politica e le garantiscono una buona immagine nella comunità.

L’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), pur nella sua innegabile qualità di intervento è troppo lontana perché possa essere costantemente e tempestivamente interessata ad ogni vicenda che avviene nei comuni, nelle province, nelle regioni, nelle aziende sanitarie, negli ospedali.

La prima e più efficace risposta quindi deve venire dai Piani anticorruzione che sono obbligatori per ogni ente .

Proprio con questa consapevolezza il segretario generale del comune di Amantea ha incontrato il 16 maggio il personale dell’ente.

Obiettivo dell’incontro è stata la divulgazione dell’attività espletata per la redazione del Piano anticorruzione nonché dei suoi contenuti e le attività di attuazione e di monitoraggio .

Questa è la teoria.

La pratica è tutta un’altra cosa.

La pratica è in primis la educazione al rispetto della legge, la pratica è in primis la voglia intima di legalità, la pratica è la attenzione ad ogni comportamento attuato, la pratica è la attenzione ad ogni sollecitazione di attenzione agli atti dell’ente, la pratica è il rispetto dei cittadini.

Spesso le parole dette e quelle non dette sono l’anteprima del vento che può restare brezza lieve e fresca ma anche diventare tempesta.

Il problema reale è che sottovalutare questi soffi, questi segni potrebbe diventare magari una forma di collaborazione , forse anche , inconsapevole con chi gli errori li fa per errore o peggio perchè compromesso.

In sostanza il Piano Comunale anticorruzione deve essere affidato alla persona più lineare, forte, serena che opera nell’ente od a qualche esterno.

Diversamente la legge resta scritta sui codici e non scende mai in strada e nelle stanze del potere.

Auguri, allora, a chi avrà questo difficile compito !

Temo, infatti, che anche a breve ci saranno le prime indagini e si scopriranno i lmiti di un piano teorico.

Pino Masciari: "No 'NdranghetaTour" 2018

Venerdì, 18 Maggio 2018 22:11 Pubblicato in Reggio Calabria

Riceviamo e pubblichiamo:

Rosarno 18.05.2018 ore 15.45:  L'Associazione  Legalità Organizzata, con Pino Masciari ed il Presidente Avv. Roberto Catani, ed altri associati, sono in Calabria per portare un messaggio di legalità in oltre 15 comuni durante il "No 'ndrangheta Tour 2018".

Rosarno era la quinta tappa. 

Le speranze erano davvero molte ed invece sono naufragate.

Arriviamo in una Rosarno del tutto desolata.

Nessuno ad accoglierci all’ora indicata; nessuna delle istituzioni comunali ad attenderci.

Le forze dell’Ordine non erano presenti durante la sosta programmata.

Lo Stato non è presente … desolatamente non presente.

F.to Associazione Legalità Organizzata - Torino

Ovviamente parliamo di una prima soluzione.

Quella definitiva è molto lontana da venire ed è certamente impossibile che possa realizzarsi se almeno il comune non chiede, e fortemente, alla regione nuovi alloggi.

 

Come sembra opportuno, in verità, visto che gli ultimi finanziamenti sono datati a moltissimi anni fa.

Per ora i problemi sono almeno due.

Il primo è quello relativo alle occupazioni abusive che in Italia sembrano tollerate anche dalla magistratura che in tal modo sembra quasi autorizzarle.

Il secondo è quello relativo alla disutilizzazione, totale o parziale, degli alloggi.

Dappertutto in Italia si avverte la mancanza di reali ed incisivi controlli sulla costanza di uso degli alloggi e sulla persistenza del diritto a conservarli.

Ma ora sembra che ci siamo, per una soluzione, a breve, dei due o tre casi di bisogno di alloggi popolari rappresentati da alcune famiglie amanteane e camporesi che da tempo, ormai, presidiano il comune ed in particolare l’anticamera del gabinetto del sindaco Pizzino.

Una situazione insostenibile per gli amministratori che talvolta sembra, agli astanti, siano vicini anche ad una aggressione.

Chiaramente verbale, non fisica.

Sembra, cioè, che , tra poco, i primi alloggi possano essere resi liberi.

Proprio per questa ragione sono state inviate diffide a lasciare liberi alcuni alloggi da parte degli assegnatari per i quali si è accertata la mancanza di diritto a mantenerli.

In questo modo gli stessi potranno essere assegnati, sia pure provvisoriamente, ai richiedenti ed aventi diritto.

Una assegnazione che presuppone che gli immobili siano resi liberi da persone e cose.

Ben diverse la situazione ove gli intimati non rendono liberi gli alloggi.

In questo caso occorrerebbe usare la forza.

Il che, francamente, apparirebbe molto strano, considerato che sarebbe , se non erro, la prima volta ad Amantea.

Una cosa tra tante è quella che appare inaccettabile .

Perché non si cedono in proprietà agli assegnatati legittimati gli alloggi occupati spesso da oltre 50-60 anni?

Che senso ha riscuotere fitti irrisori ( 5-10-15-20 euro mensili) spendendo molto di più per gestire il servizio?

E perché non si cede la gestione totale degli alloggi popolari ai comuni, garantendo agli stessi i relativi finanziamenti?

Ecco un tratto di una Italia vergognosa ed inaccettabile!

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