
Redazione TirrenoNews
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La truffa dello specchietto colpisce ancora. ATTENTI.
Venerdì, 06 Aprile 2018 08:30 Pubblicato in CronacaI truffatori dello specchietto per estorcere del denaro ci provano ancora.
Questa volta la truffa è avvenuta alle porte di Cosenza nella frazione Donnici.
Però questa volta le Forze dell’Ordine sono riusciti a fermare i due balordi a bordo della loro macchina sul ponte Mancini avente lo specchietto retrovisore sinistro rotto da loro stessi per poi poter simulare il danno subito.
Sono stati portati in Questura e la vittima della truffa ha subito riconosciuto i due truffatori, che hanno numerosi precedenti penali.
La truffa dello specchietto è vecchia e nota alle Forze dell’Ordine e invitano gli automobilisti a stare in guardia, a non cadere nella trappola.
I truffatori viaggiano sempre in due e sono molto scaltri e sanno individuare alla perfezione gli ignari ed ingenui automobilisti da poter colpire, quasi sempre persone anziane e sole al volante.
Lanciano sulla tua macchina un sassolino e poi ti sorpassano con la loro macchina e ti invitano a fermarti.
E quando tu scendi dalla macchina sostengono che gli hai rotto uno specchietto retrovisore e pretendono un risarcimento.
Chiedono che tu faccia denuncia all’Assicurazione.
Ma per farla breve si accontentano anche di un piccolo risarcimento immediato.
Non hai provocato nessun danno, non sei stato tu che hai rotto lo specchietto, non hai provocato nessun incidente, eppure sei caduto nella trappola.
Se il malcapitato automobilista non accetta le loro richieste scattano prima le minacce e dopo calci e pugni.
Al truffato di Donnici è andata bene.
A Napoli, invece, la truffa dello specchietto è finita nel sangue.
Le vittime che non hanno voluto pagare perché erano al corrente della truffa che i balordi si erano inventati e del falso danno subito reclamato dai truffatori, sono finiti all’ospedale Fatebenefratelli accoltellati per essere medicati per le ferite riportate. Q
uasi sempre sono persone anziane vittime della truffa dello specchietto che non sapendosi difendere e per non avere maggiore grane preferiscono pagare.
Non pagate, amici anziani che mi state leggendo. Informate subito le Forze dell’Ordine, qualche amico, i parenti.
E voi, giovani lettori, se vi accorgete che persone a voi sconosciute confabulano in mezzo alla strada con un anziano, fermatevi, accorrete in suo aiuto, evitate che una persona debole ed indifesa cada vittima di truffatori malvagi e senza scrupoli.
Vi è mai capitata la truffa dello specchietto rotto?
A me sì. In Amantea sono stato fermato in Piazza Commercio, quella vecchia.
La trasmissione televisiva “Le Iene” il 27 marzo 2014 ci ha fatto vedere come funziona e ci ha messo in guardia come difenderci.
Guardatela anche voi.
E’ interessante e potrebbe farvi aprire gli occhi e non cadere vittima di truffatori.
di Francesco Gagliardi
Nell’incidente probatorio per violenza sessuale ragazza minorenne nega accuse
Giovedì, 05 Aprile 2018 22:04 Pubblicato in Lamezia TermeLamezia Terme - Avrebbe negato ogni accusa mossa nei confronti dell’ex consigliere comunale Luigi Muraca, cl. 1968, la minorenne che è stata ascoltata oggi nel corso dell’incidente probatorio al Tribunale di Lamezia.
La vicenda è emersa nel dicembre scorso: l’ex consigliere comunale è in carcere da allora, indagato per il reato di violenza sessuale aggravata.
Tutto è scaturito da alcune intercettazioni relative ad altre indagini.
Da lì gli ulteriori accertamenti da parte della Guardia di Finanza, con le quali sarebbe emerso come l’ex consigliere avrebbe in più circostanze rivolto pesanti attenzioni sessuali nei confronti di una minorenne.
Un quadro accusatorio che ha portato prima al provvedimento di fermo emesso dal Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme Salvatore Curcio ed eseguito dai finanzieri del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Tributaria di Catanzaro.
Dopo il fermo e la convalida dell’arresto da parte del Gip, è stata rigettata poi la richiesta presentata dai difensori di Muraca al Tribunale del Riesame sulla scarcerazione.
Secondo quanto emerso, gli approcci sessuali nei confronti della ragazza sarebbero stati intercettati all'interno dell'automobile dell'ex consigliere.
A chiedere l’incidente probatorio era stata la difesa, rappresentata dagli avvocati Anselmo Torchia e Domenico Anania.
Una richiesta alla quale si era opposto il pubblico ministero Maffia.
L’ascolto è avvenuto nell’aula protetta del Tribunale con un consulente che ha interloquito con la ragazza.
Starà al giudice, ora, in base a quanto dichiarato dalla giovane e a quanto emerso nel corso delle indagini e con le intercettazioni, fare le sue valutazioni.
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Operazione “Robin Hood”: il processo resta al Tribunale di Catanzaro
Giovedì, 05 Aprile 2018 21:26 Pubblicato in Belmonte CalabroStamattina il Tribunale collegiale di Catanzaro, presieduto dal giudice Tiziana Macrì, ha dato inizio al dibattimento del processo nato dall’operazione “Robin Hood” su una serie di manovre ritenute illecite intorno alla gestione dei fondi della Comunità europea diretti al sostegno economico di nuclei familiari in difficoltà.
In particolare, l’attività della Guardia di Finanza di Vibo Valentia e del Ros di Catanzaro avrebbe accertato l’esistenza di un presunto “Comitato d’affari” che avrebbe distratto i finanziamenti comunitari vincolati al progetto regionale “Credito sociale”, indirizzandoli su conti correnti di società private, anche all’estero.
Ammesse dai giudici le prove richieste dal pm della Dda di Catanzaro, Graziella Viscomi, e dalla difesa degli imputati.
Il Tribunale si è riservato di decidere solo in ordine ad alcune produzioni documentali richieste dalla Procura.
Nell’udienza odierna si sono costituiti parti civili alcuni soci della Cooperfin e la Regione Calabria. Bruno Calvetta, dirigente della Regione, risultava invece già costituto (in sede di udienza preliminare davanti al gup) parte civile.
L’udienza odierna è servita al Tribunale anche per rigettare un’eccezione di competenza territoriale sollevata dall’avvocato Francesco Sabatino (difensore di Ferrante), ed alla quale si sono associati gli altri difensori, che chiedeva lo spostamento del processo al Tribunale collegiale di Vibo Valentia sulla scorta del fatto che fra le contestazioni vi sono pure due estorsioni con le aggravanti di aver agevolato il clan Mancuso, che ha la sua roccaforte a Limbadi, nel Vibonese.
Allo stato, però, il Tribunale ha deciso di disattendere l’eccezione delle difese e il processo resta quindi a Catanzaro.
Gli imputati sono:
Nazzareno Salerno, 53 anni, di Serra San Bruno (recentemente reintegrato in seno al consiglio regionale);
l’imprenditore Gianfranco Ferrante, 54 anni, di Vibo Valentia;
Vincenzo Spasari, 57 anni, di Nicotera, impiegato di Equitalia a Vibo Valentia;
Pasqualino Ruberto, 47 anni, di Lamezia Terme, ex presidente di Calabria Etica, società “in house” della Regione Calabria (già consigliere comunale di Lamezia Terme);
Vincenzo Caserta, 61 anni, originario di San Costantino Calabro e residente a Catanzaro, ex direttore generale del Dipartimento regionale Lavoro;
Ortensio Marano, 44 anni, di Belmonte Calabro, ex amministratore delegato della Cooperfin Spa; Claudio Isola, 39 anni, di Vibo Valentia, già componente della Struttura speciale dell'assessorato al Lavoro della Regione Calabria;
Damiano Zinnato, 51 anni, di Nicotera, cognato del boss della ‘ndrangheta di Limbadi Luigi Mancuso;
Saverio Spasari, 29 anni, di Nicotera, figlio di Vincenzo;
Michele Parise, 45 anni, di Castrolibero;
Patrizia Nicolazzo, 44 anni, di Lamezia Terme;
Maria Francesca Cosco, 48 anni, avvocato di Catanzaro; Antonio Cusimano, 58 anni, di Catanzaro (componente del Comitato di gestione del Credito sociale);
Valerio Grillo, 66 anni, avvocato di Vibo Valentia (componente del Comitato di gestione del Credito sociale);
Bruno Dellamotta, 70 anni, nativo di Genova ma residente a Firenze.
Le accuse. Le indagini hanno documentato una serie di manovre ritenute illecite intorno alla gestione dei fondi della Comunità europea diretti al sostegno economico di nuclei familiari in difficoltà.
In particolare, l’attività della Guardia di Finanza di Vibo Valentia e del Ros di Catanzaro ha accertato l’esistenza di un presunto “Comitato d’affari” che avrebbe distratto i finanziamenti comunitari vincolati al progetto regionale “Credito sociale”, indirizzandoli su conti correnti di società private, anche all’estero.
Nazzareno Salerno avrebbe favorito - secondo l'accusa - le nomine dei componenti del Comitato di gestione del Credito sociale “esclusivamente per motivi personali e privati, in particolare con Cusimano per via di rapporti di amicizia, con Valerio Grillo per via dell’appoggio elettorale”.
Con tale condotta avrebbe procurato ai nominati un ingiusto profitto patrimoniale, pari alle somme incamerate in forza dei contratti professionali stipulati con danno ingiusto di rilevante gravità per la Regione Calabria stimato in oltre 237 mila euro. Sequestrati in via preventiva nel corso dell’operazione beni per un valore di circa 2 milioni di euro.
Nel collegio di difesa figurano gli avvocati: Giancarlo Pittelli, Francesco Iacopino, Carlo Arnulfo, Giuseppe Viola, Nunzio Raimondi, Emanuele Luppi, Francesco Sabatino, Anselmo Torchia, Angelo Spasari, Giovanni Marafioti, Pasquale Barbieri, Giovanni Merante, Francesco Gambardella, Pasquale Naccarato, Mario Murone, Vincenzo Gennaro, Domenico Naccari, Nicola D'Agostino.
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