Non ci stanno più i vigili precari di Amantea ad aspettare.
Tanto più dopo aver vinto la causa presso il TAR Calabria.
E per questo hanno diffidato, con nota del 19 maggio del proprio legale avvocato Crescenzio Santuori , il comune di Amantea.
La nota è indirizzata, anche, alla procura della Repubblica presso il Tribunale di Cosenza , alla procura della Repubblica presso il Tribunale di Paola ed alla prefettura di Cosenza.
Ecco il testo:
“Redigo la presente quale procuratore e difensore dei signori Bossio Teresa, Valeriano Marilena, Africano Ornella, Guido Rizzo Antonella e Vilardo Francesco, tutti elettivamente domiciliai presso il mio studio legale ove dovranno pervenire le comunicazioni successive e conseguenti.
Il comune di Amantea persiste in un immotivato silenzio ed in una ingiustificata inerzia rispetto all’obbligo di concludere il procedimento amministrativo avviato mediante l’indizione del concorso pubblico per la elezione per titoli ed esami per la copertura di n 7 agenti di polizia locale del 7 aprile 2014.
Tale comportamento rivela la finzione delle difese svolte da codesta amministrazione innanzi al TAR Calabra nel giudizio RG 184/2015, ove è stata, invece, (in modo del tutto strumentale ) fermamente affermata la volontà di agire secondo principi di trasparenza e legittimità.
Tanto consente allo scrivente di procedere giudizialmente, ancora una volta, mediante azione ex art-31 cpa finalizzata all’accertamento dell’obbligo di concludere il procedimento amministrativo, con contestuale richiesta di indennizzo ex lege 241/90.
Pertanto, con la presente diffido il comune di Amantea in persona del sindaco legale rappresentante pro tempore, a dare impulso al procedimento concorsuale, mediante la nomina della commissione e la fissazione delle date di esame.
La gravità del comportamento mantenuto dagli amministratori comunali- tale da sfociare in fattispecie penali- rende opportuno la trasmissione della presente nota( e delle precedenti da me redatte) alla attenzione della procura della repubblica di Cosenza e di Paola e della Prefettura di Cosenza.
Ora la parola passa al sindaco. Salvo che le adite procure non avvertano come già intervenute eventuali elementi di natura penale.