Carmela Franco, Presidente CIF Amantea, richiama la recente vicenda dei minorenni interessati dal consumo e dallo spaccio di droga.
E lo fa da madre.
E richiama, in sintesi, la nota inviata Amantea il 30 dicembre 2014 al Sindaco D.ssa M.Sabatino, all’Ass. ai Servizi Sociali Dott.G.B.Morelli ed all’allora C.te della stazione dei Carabinieri M.llo M.Diamanti
“L’adolescenza è una fase evolutiva in cui l’individuo deve affrontare una serie infinita di compiti avendo a disposizione risorse personali talvolta inadeguate, e sempre meno riferimenti culturali e sociali.
Ciò che maggiormente contribuisce ad accentuare queste difficoltà sono situazioni familiari problematiche, separazioni, ma anche semplici carenze educative ed affettive, ambienti sociali deprivati culturalmente o economicamente, atteggiamenti caratterizzati da scarsa autostima, instabilità emotiva, comportamenti provocatori spesso collegati ad un percorso scolastico marcato da insuccessi, o ancora l’uso di alcool e sostanze stupefacenti.
Tutto un insieme di fattori che, combinandosi tra loro, spesso e quasi inevitabilmente, generano abbandoni scolastici, violazione sempre più abituale di norme, incapacità ad assumersi la responsabilità delle proprie azioni ed altri atteggiamenti poco corretti.
La famiglia resta l’ambiente sociale che più di ogni altro preme sulla vita dell’adolescente, nonostante egli sia impegnato nella costruzione della propria personalità, è dei genitori il compito di far interiorizzare al giovane un certo sistema di ruoli e modelli di comportamento”.
Si tratta di concetti ampiamente noti e sintesi di convegni e progetti sociali.
Poi la vicenda letta da madre : “Sono passati otto giorni dal fermo del nostro giovane minore compaesano, più altri, e la prima immagine che mi è venuta davanti è stata un letto vuoto e una madre basita a guardarlo inerme, come inermi sono stati tutti coloro che avrebbero dovuto supportarla nel difficile ruolo del genitore, e che ancora continuano, dov’è il supporto del consultorio familiare con tutta la sua bella equipe socio-psico-pedagocica che si dovrebbe attivare, in questi casi e similari, come l’altro giovane minore ricoverato in coma etilico, durante il carnevale di quest’anno, attorno al quale ce n’erano altri venti circa, nelle stesse condizioni, come il suicidio dell’altro giovane minore nel gennaio di due anni fa, tutto nell’assoluta indifferenza”.
Come ho avuto modo di scrivere ad Amantea “Uomini, famiglie e società sono soli!”
E Carmela offre alcuni suggerimenti “Cari concittadini, prendendo spunto dal pensiero del Procuratore di Reggio Calabria Cafiero De Raho, il quale suggerisce di attivare presidi preventivi di carattere sociale, economico e culturale, si pensi al rafforzamento della scuola, alle occasioni di lavoro, ad un’istituzione politica che diventi esempio in positivo, le forze dell’ordine, le parrocchie, le associazioni e tutte le donne e gli uomini di buona volontà che, di concerto, tutti insieme, dovrebbero contribuire a fornire alternative alla strada alle ragazze e ai ragazzi.
Io dico, facciamolo, non giriamo il volto per far finta di non vedere la solitudine nei cuori dei nostri figli, il loro senso di smarrimento e il loro entusiasmo smorzato dal cattivo esempio che noi adulti stiamo dando loro, sì noi, che con la fretta del quotidiano non ci fermiamo ad ascoltarli e non creiamo dei punti certi e fermi di riferimento.
Lavoriamo, invece, insieme, sull’educazione al senso civico e alla legalità e sui rapporti umani, che pare ormai siano in disuso ma di cui ce n’è tanto bisogno.
Noi ciffine in collaborazione con i frati del Convento di San Bernardino ci stiamo mobilitando per l’apertura di un centro ascolto per la famiglia e un oratorio per i giovani, che potrebbe essere di già operativo dopo le festività della Santa Pasqua”.
Anche noi abbiamo detto che è necessario lavorare “per meno letti vuoti e meno madri basite“, ma prima che avvenga!