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Le vicissitudini di un amanteano all’ospedale di Cetraro

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La sanità in Calabria è una vergogna: ecco cosa è successo ieri a Cetraro.

Scriviamo al direttore dell’ospedale di Cetraro dr Vincenzo Cesareo per raccontargli quello che in verità lui avrebbe già dovuto sapere, ma che- riteniamo- non abbia saputo.

 

Gli raccontiamo quello che è successo ad un amanteano G.L. che ieri mattina ha accompagnato con la propria auto la moglie in ortopedia per avere ingessato il tallone fratturato.

Aveva appuntamento alle 10.00 in ortopedia, ma è arrivato in ospedale per tempo, alle 9.15.

Ma l’ortopedia a Cetraro è al secondo piano.

E così per accompagnare al reparto la moglie aveva bisogno di un carrozzina da portare fuori dove era parcheggiata la sua auto.

Si rivolge, così , al Pronto Soccorso ma la persona alla quale si è rivolto si è rifiutato di fargli usare la carrozzina e lo ha invitato a rivolgersi al reparto di ortopedia e di usare una loro carrozzina.

E così l’amanteano sale in ortopedia ma anche qui riceve un rifiuto, sorretto dalla considerazione che se le cose dovessero funzionare così tutti i pazienti anziché passare dal PS dovrebbero prima rivolgersi al Reparto, magari senza sapere nemmeno quale esso sia. Peraltro il reparto gli venne detto non aveva un carrozzina.

G.L., allora, riscende al pronto soccorso che ancora una volta gli rifiuta la carrozzina dichiarando che nel reparto ce n’ era solo una e che sarebbe potuta essere indispensabile, per esempio nel caso di una partoriente.

Intanto il tempo passava e l’orario dell’appuntamento stava per scadere.

Infastidito e preoccupato il signore amanteano si rivolge alla direzione sanitaria

Il direttore sanitario non c’era.

La signora De Benedetto Silvana, che lo sostituiva o rappresentava, è intervenuta ed ha chiesto al pronto soccorso di “imprestargli” una carrozzina per salire la moglie in ortopedia.

Altro rifiuto.

Che fare?

La pazienza, anche nei “pazienti” quando raggiunge il limite si perde.

Erano già la 10.22 ed allora decide di chiamare le Forze dell’ordine, e parte la prima telefonata al 113.

Il poliziotto tenta di intervenire sul pronto soccorso.

Una telefonata inutile.

Anzi la porta del PS era chiusa e per farsi aprire il signor G.L. ha dovuto attendere circa 5 minuti

Ma solo per ricevere un altro rifiuto.

Altra telefonata al 113 alle ore 10,27.

L’amanteano non sa che cosa questa volta abbia detto il poliziotto di servizio al 113, ma la carrozzina gli viene prestata e così riesce a portare, da solo, la moglie al secondo piano, dove viene ingessata.

Intanto Scura e Oliverio tentano, il primo, a governare la sanità calabrese( eh, eh, eh), il secondo di subentrargli , mentre Renzi e Lorenzin si “spartono” gli incarichi.

Ora l’amanteano , fra quasi un mese .dovrà riportare la moglie a cambiare il gesso.

Questa volta lo accompagneremo e filmeremo le sue peripezie denunciando questa vergognosa condizione della sanità calabrese.

A meno che il direttore Cesareo dopo aver assunto le necessarie informazioni non porga alla famiglia di G.L. le dovute scuse dell’ospedale cetrarese.

Intanto stiamo pensando di scrivere al Presidente della repubblica, al presidente del consiglio dei ministri, al ministro della sanità, al commissario Scura, al presidente Oliverio, al responsabile dell’ASP ed a quanti altri sono responsabili di queste vergogne.

E se dovesse essere necessario faremo intervenire un giornalista di qualche programma televisivo che per fortuna continua a denunciare a livello nazionale queste vergogne

Giuseppe Marchese

Redazione TirrenoNews

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