Ieri 25 settembre si è votato in Italia per eleggere il nuovo Parlamento Italiano. Per la prima volta tutti i politici, i commentatori politici, gli opinionisti hanno ammesso che a vincere le elezioni è stato il centro destra trainato dalla eccezionale performance del partito di Giorgia Meloni che è risultato il partito più votato. Era nell’aria. Lo avevo previsto. Lo avevo finanche scritto in un mio articolo pubblicato una settimana fa che avrebbe vinto Giorgia Meloni e che in Italia avremmo avuto per la prima volta una donna giovane Primo Ministro. L’On Serracchiani, capogruppo del Pd alla Camera, pur riconoscendo la vittoria del centro destra ha fatto alcuni distinguo. Era triste. molto triste quando è apparsa in televisione per commentare il risultato scaturito dalle urne. Per lei, però, la destra è maggioranza in Parlamento, ma non nel Paese. On. Serracchiani cosa dici? Una coalizione che piglia il 45% dei voti e il 55% dei parlamentari è minoranza nel Paese? Svegliati! Non essere arrogante. Anche per Letta è un giorno triste non per il suo partito che è stato sonoramente sconfitto e che ci vorranno parecchi anni per riprendersi ma per l’Italia. Secondo lui, ora che ha stravinto la Meloni, ci aspettano giorni duri e invece di fare mea culpa addossa agli altri la sonora debacle del Pd. E’colpa di Conte se la Meloni va al Governo perché ha fatto cadere il Governo Draghi. Sono tante le sorprese che emergono dalle urne elettorali. Tanti big che abbiamo visto ogni sera nei vari talkshow non sono riusciti a ritrovare una poltrona nel prossimo schieramento parlamentare. Ma per essere sicuri bisogna aspettare forse domani o dopodomani i risultai dei Collegi plurinominali per avere contezza dei seggi assegnati a ciascun partito politico. Per il momento non risultano eletti: Cirinnà, Fiano, Carfagna, Civati, Di Maio, Marcucci, Sgarbi, Cottarelli. Di Maio sonoramente sconfitto nel suo Collegio di Napoli-Fuorigrotta. Il suo partitino fondato dopo la scissione dal Movimento 5 Stelle non ha superato neppure la soglia dello sbarramento del 3%. Le scissioni non pagano. Evidentemente Alfano e Fini non hanno insegnato nulla. Nel nostro Collegio di Cosenza il rampollo della famiglia Gentile, Andrea, è stato superato per pochi voti dalla candidata del Movimento 5 Stelle Laura Orrico. Il movimento 5 Stelle tiene, è risultato il terzo partito italiano, grazie ai voti nell’Italia meridionale e al reddito di cittadinanza. Al di sotto le previsioni Calenda e Renzi. Il terzo polo è stato un fallimento. L’obiettivo di raggiungere il 10% è fallito. Calenda addirittura è andato KO nel suo collegio di Roma. E’ rimasto a bocca asciutta, si è sgonfiato e come la rana dello stagno che voleva diventare grande e grossa come la mucca è scoppiato. Voleva annientare Forza Italia e voleva essere l’ago della bilancia nella formazione del nuovo Governo. Non c’è riuscito. Gli italiani non hanno dato retta ad un voltagabbana, ad un radical shick dei Parioli.
La Lega, praticamente scomparsa nel Sud Italia. Nel mio paese dove alcuni anni fa aveva preso centinaia di voti e che San Pietro in Amantea era risultato il paese leghista calabrese più votato, in questa tornata elettorale ha preso a malapena 7 voti. Stamattina io mi sono svegliato in ottima forma, calmo, sereno. Molti Deputati e senatori sconfitti si sono svegliati sicuramente incazzati. I trombati dalle urne hanno sicuramente incominciato a fare le valigie e si imbarcheranno sul primo volo disponibile che li porterà lontano dall’Italia. Prima del voto lo avevano promesso. Se la Meloni diventerà Presidente del Consiglio lasceremo l’Italia. Questa è la volta buona. Finalmente non li rivedremo mai più. Ma sono sicuro che resteranno tutti in Italia, non andranno via, li rivedremo ancora in televisione che pontificano e che ritorneranno a fare la vita di sempre rompendoci i ………….. E il pericolo fascismo? E su una eventuale marcia su Roma? Ma quale fascismo! Non ci sarà nessuna marcia su Roma e la democrazia in Italia non corre nessun pericolo. Hanno sbraitato sciocchezze e improperi ma alla fine non hanno raccolto nulla. Solo migliaia e migliaia di like su Facebook e Instagram. I like, purtroppo, non si sono trasformati in voti. Questi li ha ottenuti Giorgia Meloni.
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Lunedì, 20 dicembre 2021 -Le elezioni per il rinnovo del Consiglio provinciale di Cosenza hanno sancito il successo della coalizione di centrosinistra.
L'alleanza elettorale delle forze riformiste (PD,PSI, Italia Viva e movimenti civici,in particolare quelli espressione delle maggioranze consiliari di Rende e Corigliano Rossano) ha registrato il 51% dei consensi, totalizzando 44324 voti ponderati.
Di fatto, l’esito elettorale di sabato scorso può costituire un momento di facilitazione della costruzione di una aggregazione elettorale potenzialmente vincente per la elezione del presidente mio successore.
Esprimo, pertanto, piena soddisfazione per l’alta percentuale di partecipazione al voto ma anche per l’esito elettorale conseguito dalle due liste, “Insieme per la Provincia” e “Provincia Democratica”. Colgo l’occasione per formulare gli auguri a tutti i consiglieri eletti. I consiglieri eletti nelle liste di centrosinistra sono espressione di una rappresentanza istituzionale e territoriale assai significativa. Mi sia consentito affermare che questo esito è anche la risultante di una buona azione amministrativa che mi onoro di aver condotto con la collaborazione di tutto il consiglio provinciale uscente. Non è pleonastico e né fuori luogo, inoltre, sottolineare il fatto che, per il centrosinistra, è stato premiato un modello di coalizione elettorale caratterizzato dalla alleanza tra forze riformiste e movimenti civici.
Franco Iacucci
Vicepresidente Consiglio regionale
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Orsù cornamuse, squillate campane, Enrico Letta è tornato in Italia, ha lasciato Parigi ed è sbarcato a Roma. Domani, domenica 14 marzo 2021, sarà eletto credo alla unanimità nuovo segretario del Partito Democratico dopo le dimissioni di Zingaretti. La proclamazione avverrà domani pomeriggio al termine dell’Assemblea completamente online e in streaming sulla pagina Facebook del partito. Ritorna esattamente a casa dopo 7 anni e un mese dopo essere stato disarcionato nel 2014 da Matteo Renzi da Presidente del Consiglio. Vi ricordate amici quel : -Enrico stai sereno- Fu costretto a dimettersi e il suo posto fu preso proprio da Matteo Renzi che ricopriva anche il posto di Segretario del partito. Sono passati sette lunghi anni e ora il Pd lo chiama al capezzale del letto perché il partito è in grave crisi ed è moribondo. Chiamato da tutti i capicorrente del Pd a guidare quel partito che ha contribuito a fondare e che oggi, purtroppo, vive una crisi profonda. Lui ha accettato dopo una notte di riflessione e ha detto che lo fa per amore della politica e passione per i valori democratici. Sembra che il Pd, finalmente, abbia trovato l’uomo giusto in un momento così travagliato e di crisi profonda. La prima cosa che dovrà fare appena si insedierà al Nazareno togliere quelle scritte: Dalla parte delle persone. Non hanno portato fortuna a Zingaretti. Quando apparivano in televisione la gente mormorava e diceva : Altro che dalla parte delle persone, dalla parte delle poltrone. E infatti Zingaretti si è dovuto dimettere perché si vergognava che i dirigenti del Pd pensavano di più alle poltrone e alle primarie che alle idee, ai progetti, alla pandemia, alla vaccinazione di massa, quando in Italia sta esplodendo la terza ondata del Covid. Ma credo che le dimissioni di Zingaretti siano dovute principalmente all’alleanza col Movimento del giullare Grillo. Molti dirigenti non l’hanno gradita e gli iscritti non l’hanno ancora capita e digerita. E poi ci sono state le nomine di Ministro nel nuovo Governo Draghi, tutte al maschile. Molte donne si sono ribellate ed hanno chiesto le dimissioni del Vicesegretario Andrea Orlando, nuovo Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali per fare posto ad una di loro. Dunque, Zingaretti, come del resto gli altri segretari Pd, non è riuscito a portare a compimento il suo mandato. Io non mi sono meravigliato perché in questi due anni Zingaretti ha sbagliato molto. Si è fidato e circondato di alcuni personaggi che rivogliono il controllo del partito. Le critiche su come ha gestito il partito a dire il vero non sono mai mancate. Ora è tornato Letta, il Cincinnato del Pd. Riuscirà a salvare il Partito Democratico? Riuscirà a farlo solo a due condizioni essenziali: Riallacciare i rapporti con Renzi e rompere col Movimento 5 Stelle. Faccia come faceva Bettino Craxi e il PSI: a Roma al Governo con la Democrazia Cristiana e nei Comuni e nelle Regioni col PCI. Dovrà dimenticare, e in politica è semplice, ciò che è accaduto nel passato quando con un tocco di stiletto fiorentino Renzi lo ha fatto fuori da Palazzo Chigi. Dimenticare il giorno fatale dello scambio della campanellina. Lo dovrà fare se davvero vuole bene all’Italia e se davvero ha accettato questo ingrato compito di guidare il Partito per amore della politica e passione per i valori democratici. E infine rompere definitivamente con i grillini. Subito un taglio netto Il qualunquismo e i reazionari non hanno mai aiutato la sinistra. L’alleanza giallo rossa è stata un fallimento.
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Dopo appena due anni di travagliata segreteria del Pd Zingaretti si è dimesso dal partito. Dimissioni irrinunciabili ha fatto sapere. Niente ripensamenti. Ma nella trasmissione di Barbara D’urso di ieri sera ha detto che non ha nessuna intenzione di scomparire e combatterà le sue idee. Ma il suo Pd è morto. Già Renzi lo aveva capito quando se ne è andato. Zingaretti ci ha messo due lunghi anni per capirlo. Al suo partito non interessa più il welfare, il lavoro, la formazione, ma interessano le poltrone. Non è più un partito di sinistra ma di sistema e questo non lo dico solo io ma lo ha detto il numero uno delle Acli di Bologna. Lo dovevano capire i Dirigenti e i Capi correnti del Pd e farsi delle domande come mai il Movimento 5 Stelle tiene e la Lega avanza e il Pd prendeva delle sonore batoste elettorali le cui ferite ancora sanguinano. Ha ragione Zingaretti, il Pd vuole solo poltrone. Non cambia le cose, altrimenti non avrebbe mai fatto un’alleanza col M5Stelle. Anche per il filosofo, ex Sindaco di Venezia, il Pd è morto. Si faccia subito il funerale e poi un bel congresso in cui si decida finalmente qualcosa. Se fanno finta che nulla sia successo allora non c’è avvenire per il Pd, resterà sempre un’armata Brancaleone. Fate presto. Domani potrebbe essere troppo tardi. I dirigenti attuali saranno capaci di mettere insieme i cocci e iniziare a parlare alla gente, ai lavoratori, ai cassi integrati, a chi è alla ricerca di una prima occupazione, a chi ha perso il lavoro causa Coronavirus, a chi ha dovuto abbassare la saracinesca dei suoi negozi? Zingaretti ha lasciato il partito, deluso e amareggiato. Ha pronunciato parole pesantissime, mai prima d’ora pronunciate da un segretario di un partito politico. Zingaretti si è dimesso perché prova vergogna ( e se lo dice lui che è il segretario, immaginate la vergogna che provano gli iscritti e i simpatizzanti delle piccole città e dei paesi dove il Pd è quasi del tutto assente ). I dirigenti parlano di posti, sono concentrati nei giochi di palazzo, quando l’Italia sta andando alla deriva e sta esplodendo la terza ondata del Covid. Ma, forse, il vero motivo per cui Zingaretti si è dimesso non lo sapremo mai. Lui non l’ha detto. Il punto di dissenso interno resta oscuro. Forse il progetto di alleanza con i 5 Stelle è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ce lo vedete voi, amici carissimi, che forse in passato avete votato PCI e DC, due gloriosi partiti politici che hanno fatto grande l’Italia, il Pd in posizione subordinata al movimento di un clown? Ma perché I Guerini, gli Orfini, la Serracchiani, i Franceschini, i Del Rio non sono intervenuti prima? Nessuno fino ad ieri ha avuto niente da ridire. Nessuno ha obiettato quando Zingaretti per far fuori Salvini ed evitare il suo trionfo si è alleato con Grillo e Di Maio. Quell’alleanza a molti ha fatto comodo. Dopo un anno di astinenza e digiuno, pur essendo il Partito uscito sconfitto nelle elezioni politiche del 2018, sono ritornati ad occupare le comode poltrone ministeriali nel secondo Governo Conte senza alcun merito. Nessuno ha osato obiettare quando Zingaretti diceva: - O Conte o elezioni anticipate -. Non c’è stato un Conte ter e non ci sono state elezioni anticipate. Hanno dovuto ingoiare il rospo. Un Governo Draghi appoggiato finanche da Berlusconi e Salvini. Ora Zingaretti, stanco, deluso, amareggiato, impallinato, accerchiato non da Salvini o dalla Meloni ma dai suoi stessi compagni, ha gettato la spugna. Si è dimesso. Chi si è fatto avanti come suo successore? Indovinate un po’. Beppe Grillo. Così ha scritto sul suo blog:- Non dobbiamo farci concorrenza. Io potrei portare ciò che più serve. Non l’equilibrio tra le correnti ma la risoluzione “green”- .E’ Una provocazione, non c’è dubbio. E’ una provocazione bella e buona. Le dimissioni di Zingaretti hanno fatto finanche risuscitare “Le Sardine”. Si sono presentate davanti al Nazareno con sacchi a pelo e hanno minacciato di occupare la sede del Pd.
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Le nuove prescrizioni ministeriali che si stanno configurando, soprattutto con riferimento al distanziamento interpersonale, impongono la necessità di disporre di una certa quantità di spazi per garantire agli studenti il ritorno sui banchi di scuola.
Ed in città gli spazi a disposizione degli istituti scolastici, per via di un’emergenza che si protrae da un triennio, sono già in pratica saturi!
Il nostro pensiero si riferisce anche ai ragazzi che presentano delle disabilità ai quali - come previsto nel documento ufficiale contenente le modalità per la ripresa delle attività didattiche a settembre, trasmesso dal Comitato Tecnico Scientifico al Governo e al Ministero dell’Istruzione – dovrà essere garantita in via prioritaria la didattica in presenza. In tal senso, la gestione degli spazi scolastici rispetto all'emergenza CoViD-19 dovrà, quindi, essere coerente con i percorsi di accompagnamento alle attività scolastiche di questi nostri alunni, che rappresentano un campione importante.
Noi siamo, tra l’altro, convinti che è necessario garantire alle associazioni - che pro bono si occupano di animazione sociale e culturale rivolta a questi nostri ragazzi - spazi comunali anche in orario extrascolastico per agevolare i percorsi di crescita e di benessere individuale e collettivo. Ma su questo tema torneremo a breve.
Oggi le evidenze dicono che la questione necessita di attenzione prioritaria, perché il rischio a settembre è quello di non poter garantire ai nostri scolari la medesima dignità degli altri studenti del paese, precludendo possibilità fondamentali ai percorsi di crescita a chi vive già una condizione di fragilità.
Direttivo PD Amantea
Circolo Moro-Berlinguer
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Troviamo davvero imbarazzanti le modalità con cui - durante la seduta del 26 maggio - il Consiglio regionale, in maniera assolutamente trasversale, ha approvato all'unanimità l'odg riguardante la “rideterminazione della misura degli assegni vitalizi diretti, indiretti e di reversibilità”!
Il video della seduta, divenuto virale, mette in risalto la fugacità (il relatore non illustra neppure il provvedimento) e la sollecitudine (i tre articoli vengono approvati con il tempo netto di 15 secondi: un record!) dei lavori: una mortificazione per il Parlamento regionale.
Tutti erano d’accordo!
Il provvedimento si illustra da se: prevede, infatti, la possibilità di far maturare subito il vitalizio aii Consiglieri regionali anche in caso di prematura interruzione del loro mandato!
Non riusciamo, tra l’altro, a fare a meno di notare che chi avantieri si indignava per l’istituzione dell’ennesima commissione, ieri proponga e voti lo scandaloso provvedimento e oggi cerchi una “pezza” a questa buffonata!
Viviamo un momento storico caratterizzato da sofferenza, da difficoltà, da incertezze. Qualcuno dovrà pur spiegare a chi ha perso o rischia di perdere il lavoro, ai cassaintegrati, agli imprenditori ed ai commercianti in crisi, alle famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese la priorità, l’urgenza e l’utilità di questo provvedimento.
Questo è il rinnovamento tanto auspicato e declamato?
Noi riteniamo che la sinistra debba dare segnali ben diversi. Per tale ragione, chiediamo al nostro Partito, il PD, ed ai nostri rappresentanti in Consiglio, di farsi immediatamente promotori di una proposta di legge regionale che preveda l’abolizione del privilegio dei vitalizi!
Direttivo PD Amantea
Circolo Moro-Berlinguer
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Primo Piano
Di seguito la nota che il Direttivo del PD ha inviato in data odierna alla Commissione straordinaria del Comune di Amantea, concernente l’imminente scadenza del contratto con la Lamezia Multiservizi S.p.a.
- che si occupa della raccolta e del trasporto dei rifiuti - alla fine del mese di aprile. Spett.le Commissione straordinaria, ci rivolgiamo alle Ss.Vv. per esprimere preoccupazione per l’imminente scadenza del contratto con la Lamezia Multiservizi S.p.a.. Alla fine del mese di aprile, infatti, terminano gli obblighi contrattuali della Società nei confronti del Comune di Amantea con riferimento alla racconta rifiuti. In passato, spesso ricorrendo a proroghe (pare siano più di una decina), il rapporto tra Ente comunale e Lamezia Multiservizi - che si occupa della raccolta e del trasporto dei rifiuti - è stato mantenuto in condizioni di incertezza e precarietà, anche in virtù della mancata corresponsione mensile di tutte le rette contrattualmente pattuite (pare che ad oggi tra il corrente ed il pregresso il debito del Comune, nei confronti della Lamezia Multiservizi, ammonti a circa un milione di euro, senza considerare la cifra già inserita nel dissesto che supera, anch'essa, il milione). Riteniamo, invece, che sia necessario rendere stabile la relazione tra il Comune ed una società - interamente pubblica e di cui l’Ente è socio - che rappresenta una garanzia in un settore particolarmente complesso e difficile, qual è quello della raccolta dei rifiuti, magari valutando anche l’opportunità di affidare quegli altri servizi di cui la società può occuparsi (come, ad esempio, lo spazzamento, il manutentivo, la cura del verde pubblico, il trasporto scolastico, il servizio mensa, l’illuminazione pubblica e il porto). Amantea è una realtà economicamente vivace e dinamica, caratterizzata da importanti prospettive turistico-commerciali. Quando l’emergenza CoVid sarà rientrata (speriamo il prima possibile) diventerà fondamentale farsi trovare pronti con un sistema di servizi stabilmente organizzati. Gli operatori turistici ed i commercianti della città ne hanno un grande bisogno. Oggi è maturo il tempo per rinegoziare le condizioni contrattuali con la Lamezia Multiservizi, partendo - anche in considerazione della vastità del territorio comunale - dalla richiesta di un forte aumento del personale, creando quelle opportunità occupazionali di cui la città ha tanto bisogno. Per noi, infatti, diventa determinante creare le condizioni per garantire un servizio efficiente capace di aumentare le percentuali di differenziazione, e quindi di risparmio economico per l'Ente e per i cittadini, promuovendo allo stesso tempo la massima tutela e salvaguardia del personale addetto al servizio che da anni - ed in una condizione di inaccettabile precarietà - fa i salti mortali per svolgere al meglio il proprio lavoro e consegnarci una città pulita e in ordine. Confidiamo nella vostra sensibilità, in vista della conclusione del contratto, per trovare la migliore soluzione a queste due importanti esigenze: rendere stabile il rapporto con la Lamezia Multiservizi e garantire la necessaria serenità, espressa in termini di prospettive lavorative, agli addetti alla raccolta. Direttivo PD Amantea Circolo “Moro-Berlinguer”
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Non riesco proprio a ritrovarmi nella polemica solleva dal Movimento Cinque Stelle calabrese sul “dirottamento” dei DPI e dei ventilatori verso il Nord.
Non ci sono dubbi che in questo momento la Lombardia e il Nord ne hanno più bisogno della Calabria.
Dissento anche dalle dichiarazioni rilasciate da Belcastro, quando critica la scelta di accogliere pazienti dalla Lombardia o comunque dalle zone più contagiate.
Tutti siamo preoccupati, ma non è con l’egoismo che ne usciremo.
Non possiamo invocare l’unità nazionale quando la Lega pone in essere politiche che penalizzano il Sud e poi comportarci anche noi allo stesso modo (o peggio).
Siamo uno Stato nazionale: ognuno ha il dovere di tendere la mano all’altro.
Diamo il buon esempio, mantenendo la calma ed evitando strane forme di isteria! Anche perché finita l’emergenza al Nord (mi auguro il prima possibile) potrebbe essere proprio il Mezzogiorno ad avere bisogno delle strumentazioni e dei posti letto della Lombardia e delle altre regioni del Nord.
Buona domenica a tutti e, vi prego, “restiamo umani”.
Enzo Giacco
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Egregi Commissari,
in considerazione del momento complesso che Amantea - come il resto del Paese - vive per via dell’emergenza CoViD-19, in un’ottica di collaborazione e cooperazione, chiediamo alle Ss.Vv. di valutare l’opportunità di promuovere, come sta avvenendo in molti altri Comuni, una disinfezione microbica in tutto il territorio Comunale. Nonché di dotare ordinariamente le spazzatrici comunali dei prodotti igienizzanti, riconosciuti dal Ministero della Salute, da spargere sulle strade comunali durante il servizio di spazzamento, pulizia e lavaggio meccanizzato.
Chiediamo, altresì, di valutare interventi straordinari di sanificazione e igienizzazione in tutti gli uffici e i luoghi di competenza dell’Ente.
Nel caso non sia già stato previsto, chiediamo infine se non sia il utile dotare il personale comunale - soprattutto quello che ha rapporti con il pubblico ovvero che svolge le proprie mansioni all'esterno - dei dispositivi di protezione individuale, ma anche di promuovere il più possibile forme di lavoro agile.
Suggeriamo tali interventi nell'interesse della salute pubblica ed a tutela del personale comunale.
Direttivo PD Amantea
Circolo "Moro-Berlinguer"
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Riceviamo e pubblichiamo
COSENZA, 20 FEBBRAIO 2020 - Si faccia emergere tutta la verità sui reali motivi della nomina della dottoressa Daniela Saitta a commissario dell’Asp di Cosenza. Anche il contenuto dell’atto delle sue dimissioni, in cui parla di “condizioni ambientali che non consentono di proseguire con serenità e pienezza di poteri lo svolgimento dell’incarico”, getta ombre su una vicenda che deve essere chiarita. Avrebbe fatto bene, anzi può ancora farlo, a rivolgersi alle autorità competenti in modo da individuare chi ha impedito di svolgere le proprie attività con serenità e pienezza di poteri. E questo va al di là della vicenda della deprecabile nomina della figlia a consulente dell’Asp, a titolo gratuito.
Un fatto grave che fa emergere che dal 15 gennaio 2020 – data di insediamento del commissario straordinario dell’Asp di Cosenza – la figlia, dottoressa Cristina Di Lazzaro, commercialista in forza nello studio di famiglia a Roma, avrebbe affiancato, senza alcun titolo, la madre, Daniela Saitta, nelle sue attività di commissario straordinario entrando anche in possesso di dati sensibili dell’Azienda sanitaria provinciale, dei fornitori, delle strutture accreditate, così come possono testimoniare dipendenti e dirigenti dell’Asp. Dati quasi sicuramente ancora in possesso del commissario e di sua figlia, visto che sono stati utilizzati computer personali.
Guarda caso, a questa situazione si è cercato di porre rimedio con la delibera numero 199 del 14 febbraio 2020 avente ad oggetto “Incarico di collaborazione a titolo gratuito”. Nella suddetta delibera veniva stabilito, a distanza di un mese, che la durata dell’incarico di collaborazione è affidato per un periodo di dodici mesi, decorrenti dal 15 gennaio 2020. Inoltre, si precisa che alla dottoressa Cristina Di Lazzaro la struttura commissariale renderà disponibili “documentazioni, informazioni, atti, accessi a sistemi informativi e ogni altro materiale che si rendesse necessario”. Nella delibera si specifica “di imporre un vincolo di massima riservatezza su decisioni, informazioni, notizie e dati di ogni tipo dei quali l’incaricato potrebbe venire a conoscenza per motivi legati all’incarico”.
Quindi come è evidente dalla delibera approvata il 14 febbraio è stato disposto che l’incarico della suddetta professionista decorra, in modo retroattivo, dal 15 gennaio 2020, forse nell’intento di “legalizzare” e sanare un’attività svolta illegittimamente con grave pregiudizio e danno nei confronti dell’Asp. E mi auguro che tutte le informazioni e i dati sensibili venuti in possesso della dottoressa non siano stati utilizzati per altri fini o attività private.
La situazione finanziaria dell’Asp di Cosenza e del suo contenzioso non è delle migliori, così come è stato evidenziato anche dal presidente del tar Calabria, Giancarlo Pennetti, nella relazione di inaugurazione dell’anno giudiziario 2020, in cui veniva specificato che, nell’anno 2019, ben 111 ricorsi in ottemperanza hanno riguardato la sanità calabresi, di cui 58 riguardano la sola Asp di Cosenza che, come sappiamo, vive una situazione molto precaria dal punto di vista economico e finanziario.
Ora bisogna fare chiarezza e prendere atto che il Decreto Calabria, voluto all’epoca dal Governo giallo-verde 5Stelle e Lega, debba essere immediatamente modificato visto che il “rimedio” non ha fatto altro che aggravare, nella sanità calabrese, le storture e le degenerazioni precedenti alla sua approvazione.
Carlo Guccione
Consigliere regionale PD
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Cosenza