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Redazione TirrenoNews

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Lo sanno tutti che quando dovesse avvenire una forte calamità naturale, terremoto, maremoto, alluvione, (speriamo mai ) quasi sempre viene a mancare l’energia elettrica e le comunicazioni indispensabili per sapere ed intervenire in soccorso restano ridotte, se non annullate.

E’ allora che scatta il ruolo indispensabile dei radioamatori che con una sola batteria d’emergenza sono in grado di collegarsi tra di loro e con gli enti ed uffici del sistema di protezione civile.

Un sistema collaudato dall’esperienza storica e del quale non si può fare a meno.

Anche nel recente episodio del terremoto davanti al lungomare di Belmonte Calabro i radioamatori di Amantea nel giro di pochissimi minuti( 4-5 ) furono in grado di sapere quali danni c’erano stati e descrivere le reazioni delle comunità, della zona( dal Basso tirreno cosentino all’area di Cosenza)

Una rete fatta di migliaia di persone tutte dotate di apparecchi radio capaci di collegarsi con il mondo ed in grado di interrelazionarsi

E ieri l’amministrazione comunale ha sottoscritto con i radioamatori una convenzione per diventare parte fondamentale del sistema di Protezione civile mandamentale .

Auspice il consigliere delegato alla Protezione civile Pasquale Ruggiero che ha tratteggiato appunto il nuovo ruolo dell’ARI nell’ambito del sistema comunale e mandamentale della protezione civile

Ed eccovi i componenti attuali della sezione ARI di Amantea.

Consiglio Direttivo: Antonio SILVAGNI, presidente, Francesco PATI,vicepresidente, Francesco FILICE,segretario e tesoriere, Giuseppe D’INZILLO, consigliere, Fiore BRUSCO, consigliere.

Collegio sindacale: Rodolfo BONANNO, Renato AMENDOLA, Pierluigi APRILE

Responsabili di sezione centro COM 6 di Amantea: Antonio SILVAGNI, Giuseppe D’INZILLO, Fiore BRUSCO, Maurizio CUORE.

Delegati al comitato regionale: Giuseppe GERACE, Giuseppe D’INZILLO

Addetti sistemi digitali Ponti ripetitori ed antenne: Giuseppe D’INZILLO, Renato AMENDOLA, Maurizio CUORE.

Altri soci con varie cariche: Mario CANNATARO,Antonino MIRAGLIA, Biagio MIRAGLIA.

Ennesima importante operazione della Guardia di Finanza. Una frode fiscale di oltre 500 milioni. Fatture false, evasione fiscale, distruzione di documenti contabili e creazione artificiosa di crediti d’imposta inesistenti sono i reati contestati ai 5 arrestati ed a 12 prestanomi nullatenenti che risultavano amministratori delle società coinvolte.

Tra i denunciati anche l'ex direttore della filiale di Unicredit, filiale di Corigliano, Fabio Vena, che la stessa banca ha esautorato dal suo ruolo. Vena è stato raggiunto da un obbligo di firma.

Gli arresti ed i sequestri sono stati eseguiti, oltre che in Calabria, anche a Livorno, Como Torino e Napoli.

I provvedimenti riguardano: Francesco Domenico Ungaro, 40 anni; Domenico Paolo Antonio Pisano, 40 anni; Elena Zaccaro, 32 anni; Achiropita Formoso, 46 anni; Maurizio Pais, 59 anni. Tutti ai domiciliari. 

Il direttore di banca Fabio Vena ed altri 7 sono indagati a piede libero. Obbligo di dimora per: A. P., 72 anni; L. T., 24 anni; A. M., 29 anni; M. C., 60 anni; P. P., 34 anni; G. P., 39 anni; G. V., 38 anni.

10 le società interessate.

Sequestrati anche beni mobili e immobili, conti correnti e partecipazioni per un valore complessivo di circa 13.400.000 euro.

Le indagini erano iniziate nel 2011 da un'iniziativa dell'Agenzia delle dogane e portata avanti dalla guardia di finanza che ha scoperto un vorticoso giro di società che movimentavano somme enormi di denaro.

La Guardia di Finanza di Catanzaro ha compiuto intercettazioni telefoniche, accertamenti bancari, riprese video. Il sistema di frode consisteva nella produzione di documentazione "ad hoc" da parte delle varie società del "gruppo". L'organizzazione utilizzava un'articolata rete di strutture societarie, di diritto nazionale ed estero, con ramificazioni nel Regno Unito e in Bulgaria, dimostratesi soggettivamente ed oggettivamente collegate tra di loro. Molte di esse avevano la sola funzione di "cartiere" o contenitori di debiti fiscali riconducibili dal punto di vista gestionale ad alcuni degli indagati.

Dice Maria Spilabotte, senatrice del PD, :” Credo che il nostro Paese oggi debba dotarsi di una legge che regolamenti l’esercizio della prostituzione, andando oltre la legge Merlin del 1958, oramai obsoleta ed inadatta. Una regolamentazione in tal senso è necessaria perché non regolamentare o peggio, proibire, produrrebbe solo una sostanziale indifferenziazione tra libere scelte di autodeterminazione e prostituzione coatta, sfruttata e gestita dalle organizzazioni criminali di tutto il mondo che nel nostro paese gestiscono la tratta delle donne, soprattutto minori, sfruttandole, soggiogandole, sottoponendole a violenze indicibili attraverso l’impiego della minaccia. Scegliere di non affrontare questo problema significherebbe solo favorire indirettamente la malavita e sarebbe anche un indirizzo contrario rispetto alla strada indicata dall’UE, considerando che il Parlamento europeo, la scorsa settimana, riunito in seduta plenaria a Strasburgo, ha approvato una risoluzione sulla lotta al crimine organizzato. Auspico quindi – conclude la senatrice del Pd - che a partire da oggi, dopo la ratifica della convenzione quale strumento internazionale in grado di vincolare giuridicamente gli Stati alla tutela dei diritti delle donne, il parlamento si faccia carico di aprire una seria e proficua discussione sull’argomento nel rispetto delle libere scelte delle donne e nel contempo per il contrasto al fenomeno della tratta delle donne ai fini dello sfruttamento sessuale e quindi di lotta alle organizzazioni criminali e malavitose che nel nostro paese investono in questo settore approfittando di una mancata regolamentazione accumulando immani ricchezze che alimentano altri traffici illeciti”.

Coerentemente, la senatrice del PD Maria Spilabotte ha presentato un ddl per regolamentare la prostituzione. La proposta prevede: iscrizione alla Camera di Commercio, con tanto di Partita IVA, patentino, certificato di qualità e anche la possibilità di unirsi in cooperativa per esercitare insieme, nello stesso edificio, la professione più antica del mondo.

Il ddl propone che le prostitute saranno libere di esercitare la professione, ma come per ogni attività o professione si dovranno rispettare alcune regole.

Solo così si potrà esercitare una lotta spietata contro la tratta delle schiave del sesso, contro chi induce alla prostituzione contro la volontà della persona.

Venendo a mancare l'alibi che è impossibile estirpare la professione più antica del mondo, grazie al quale si è generata una sorta di lassismo, di cui ne approfittano moderni trafficanti di schiave, spesso ragazzine, mafiosi, magnacci, potrà essere esercitata una lotta senza quartiere alla prostituzione illegale, senza più bisogno di denuncia di parte, con misure di sostegno per il reinserimento di chi è caduta nella rete dei trafficanti di schiave.

Ovviamente la proposta solleva forti reazioni. Si sta generando un forte dibattito e fioriscono le controproposte o gli emendamenti.

Vi faremo sapere chi sarà contro!

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