Le carte prepagate consentono alle persone di acquistare beni o servizi e di pagare contestualmente all’acquisto (diversamente dalle carte di credito o di debito il pagamento non è differito). La loro diffusione è legata anche alla necessità di avere uno strumento che minimizzi i rischi legati a scambi che prevedono sia il passaggio di soldi virtuali sia la comunicazione dei dati dell’acquirente stesso, maggiori informazioni disponibili qui www.prestitipersonali.com.
La carta prepagata infatti consente di avere un portafoglio virtuale in cui possiamo accreditare una somma, anche piccola, da spendere per un determinato acquisto sia via internet che in negozi fisici. Di fatto se il rischio di un'eventuale raggiro persiste, tuttavia è sempre limitato da quanto viene depositato quindi nel portafoglio della carta stessa.
Ora non tutte le carte prepagate però sono uguali. Essenzialmente si differenziano per l’ente di riferimento; alcune infatti si legano ad un conto corrente altre semplicemente vengono emesse tramite circuiti bancari, postali e finanziari. Come vedremo però queste diversità in realtà non implicano difformità sotto il piano della trasparenza nella tracciabilità dei flussi legate alle prepagate o ai controlli a cui sono sottoposte. Infatti in caso di sottoscrizione di carta prepagata non legata ad un conto corrente (dove invece i dati dell’intestatario si legano in automatico alla carta stessa) è necessario che il soggetto richiedente consegni una carta d’identità ed un codice fiscale, elementi che comportano una trasparenza completa nei confronti di soggetti terzi e che allo stesso identificano univocamente e in modo certo la titolarità dell’eventuale somma versata.
Se prendiamo in esame i prospetti informativi che vengono consegnati all’atto della sottoscrizione è chiaramente riportato che eventuali somme sottratte indebitamente verranno restituite, previa valutazione, al malcapitato. Ne consegue che la tracciabilità dei flussi è possibile per gli enti che la emettono.
In ultimo la tracciabilità delle carte prepagate viene ulteriormente ufficializzata poi dalla legge di Stabilità del 2016 che prevede una soglia superiore ai 3000 euro di ricarica in quanto la somma versata rimane nella titolarità del soggetto stesso e i flussi che eventualmente ne derivano rimangono trasparenti al fisco che può quindi controllare con facilità eventuali illeciti.
Per ulteriormente ribadire e rafforzare il concetto di trasparenza/titolarità. Esiste una recente sentenza della Cassazione che stabilisce la non punibilità (escludendo quindi il reato di "autoriciclaggio" dalle possibili imputazioni) per chi depositi, sulla propria carta prepagata, una somma di denaro derivata da un furto, anche se ad effettuare il furto è la stessa persona che deposita la somma di denaro contestata.
Ovviamente rimane punibile il furto, ma non la successiva operazione con cui tale somma è stata accreditata sulla carta. Non è possibile parlare, infatti, in questo caso, di un’attività finanziaria di rilievo tale da dovere essere sanzionata sulla base della nuova norma del codice penale. Quest'ultimo caso dimostra una volta di più di il rapporto di trasparenza e titolarità della carta, cosa che a sua volta facilita enormemente i controlli e la tracciabilità dei flussi.