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Carmela Franco del C.I.F. - Centro Italiano Femminile – di Amantea

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Carmela Franco scrive alla Commissione consiliare B ed al maresciallo dei Carabinieri. Leggiamo cosa ha scritto:

 

“Alla C.A. della commissione B del Comune di Amantea e del C.te Carabinieri M.llo Massimiliano Diamanti.

Gentilissimi Signori componenti la Commissione consiliare B.

vorrei esporVi il mio parere sulla soluzione di due importanti questioni concatenate tra esse; non sembrerebbe ma lo sono, servizi sociali e ampliamento organico delle forze dell’ordine, perchè convinta sulla promozione di reti sociali solide, radicate e capaci di creare nuove sinergie tra le varie componenti della società civile, di collaborare con le diverse realtà del nostro territorio, per creare infrastrutture sociali che possano favorire uno sviluppo basato anzitutto sulle risorse della nostra comunità locale e non ci può essere sviluppo senza legalità, e non c’è legalità senza controllo delle forze dell’ordine, e infatti attualmente, la sicurezza sociale è alquanto sottovalutata se non per niente considerata, tale fenomeno deve invece essere alla base di una società con alto senso civico e democratico e che quindi riesca a cogliere senza dubbi ed esitazioni la possibilità di avere la presenza, forte, costante e rappresentativa dei tutori della legge, al fine di prevenire le turbative per l’inosservanza delle leggi e dei regolamenti generali e speciali dello Stato, nonché delle ordinanze delle autorità, e ai sensi e per gli effetti dell’ Art. 1 del R.D. n. 773/1931, ( a cui vi rimando per la lettura, in particolare al Sindaco) per sicurezza pubblica dei cittadini, si deve intendere un settore relativo alle misure inerenti il mantenimento dell’ordine pubblico che è determinato da quei beni giuridici fondamentali e da quegli interessi pubblici primari sui quali, secondo la Carta Costituzionale e le leggi ordinarie, si sostiene l’ordinata e civile convivenza dei consociati nella comunità nazionale. Nei predetti beni giuridici fondamentali rientrano l’integrità fisica e psichica delle persone, la sicurezza, il rispetto, la garanzia di ogni altro bene giuridico di fondamentale importanza per l’esistenza e lo svolgimento dell’ordinamento. Pertanto, le funzioni relative all’ordine pubblico ed alla sicurezza pubblica restano ancora affidate in via esclusiva allo Stato.

La missione dell’Amministrazione Comunale (d’ora in poi A.C.) consiste nel perseguire l’utilità sociale della comunità di riferimento e favorire lo sviluppo economico del territorio. L’A.C. persegue la sua missione principalmente attraverso la modalità granting (sovvenzioni) che prevede il perseguimento delle finalità istituzionali attraverso l’erogazione di contributi a soggetti terzi, a pioggia ai quali è demandata la realizzazione materiale dei progetti finanziati senza prestare particolare attenzione alle modalità di utilizzo dei contributi o ai risultati conseguiti, si consiglia caldamente alle S.V.Ill.me la modalità operating che determina invece un impegno diretto dell’A.C. che si implica in prima persona nella realizzazione di progetti e iniziative giudicate importanti per il territorio. Nel rispetto dei bisogni del territorio l’A.C. dovrebbe, dapprima ascoltare i vari stakeholders, portatori di tali bisogni, e poi individuare autonomamente le proprie strategie di intervento, bilanciando come meglio crede la selezione, realizzazione e valutazione delle iniziative, attraverso accorgimenti volti a garantire un maggior grado di compartecipazione alla definizione degli aspetti strategici e attuativi degli interventi. L’A.C. dovrebbe assumere un ruolo progressivamente più attivo all’interno delle comunità di riferimento, in termini tanto di realizzazione diretta degli interventi quanto di propulsione delle progettualità di territorio, attraverso una più diretta partecipazione a queste ultime, contribuire alla loro ideazione, strutturazione e implementazione. In anni recenti, ad esempio, è stata seguita con sempre maggior convinzione la strada del bando, individuata quale via intermedia tra il finanziamento di progetti di terzi ideati e sviluppati totalmente al di fuori dell’ente finanziatore e la realizzazione diretta di interventi propri. I bandi vengono impostati in modo da identificare con precisione finalità, destinatari e modalità di realizzazione dei progetti ammissibili alla selezione, senza tuttavia agire direttamente per implementarli. Attraverso questo strumento sentiti i bisogni della comunità l’A.C. sviluppa le risposte giudicate più adatte a soddisfarli. Così, pur non coinvolti direttamente nella fase esecutiva degli interventi, l’A.C. assume un ruolo di indirizzo strategico che permette loro, da un lato, di contenere gli oneri organizzativi ricadenti sulle proprie strutture, dall’altro di stimolare e valorizzare competenze e capacità progettuali presenti sul territorio. Tale strada però è da sottolineare, non deve essere troppo intensivo e standardizzato perché si rischia di limitarne l’efficacia.

Per realizzare autonomamente attività e progetti propri, l’A.C. si deve affidare ai cosiddetti enti strumentali, operanti in via esclusiva per la diretta realizzazione di alcuni scopi, individuati come prioritari dagli organi di indirizzo, ritengo utilissima e urgente l’istituzione di una task-force permanente e, se possibile, portatrice di culture organizzative aperte al cambiamento. Si veda l’esempio della Regione Calabria con Fondazione Calabria Etica. Questi soggetti rappresentano il braccio operativo per lo svolgimento di attività che per loro natura rientrano nei settori d’intervento ma, in ragione della loro specificità, richiedono strutture imprenditoriali specialistiche difficilmente integrabili nell’operatività ordinaria dell’A.C.. Tali soggetti permettono all’ente d’intervenire su quei rischi e bisogni giudicati più importanti per il territorio, indirizzando il lavoro di personale qualificato verso obiettivi precisi, ritenuti preminenti per il benessere della comunità, a prevedere la realizzazione di investimenti atti a sostenere in maniera continuativa e stabile la risoluzione dell’emergenza, diretti al sostegno e la promozione dello sviluppo economico e sociale del territorio. In quest’ottica l’ente deve indirizzare le proprie risorse su investimenti che, oltre ai classici criteri economici finanziari, fanno riferimento a variabili basate su principi etici e sociali, assumendo in questo senso il ruolo di «investitori responsabili». L’obiettivo di tali operazioni è quello di amplificare l’effetto dell’azione svolta, indirizzando verso particolari aree d’intervento caratterizzato da un interessante effetto moltiplicatore, il ricorso al quale, inoltre, permette all’ ente di perseguire obiettivi di più lungo periodo: mentre infatti i progetti hanno normalmente durata determinata, a scadenza, tali investimenti possono permettere di sostenere attività su orizzonti temporali più lunghi, garantendo basi più solide e stabili alle iniziative promosse. È necessario un patrimonio di conoscenze, competenze e operatività per riuscire nell’intento, pur tenendo conto dei vari aspetti su cui occorrerà lavorare ulteriormente, è possibile affermare che oggi l’A.C. dovrebbe offrire ai cittadini una non scontata possibilità di reinvestire su loro stessi, permettendo loro di mettere in comune, e quindi in gioco, alcune delle migliori caratteristiche che li contraddistinguono. La capacità dell’A.C. di catalizzare interessi diversi, promuovere reti e collaborazioni innovative, sostenere realtà che generano valore sociale, è un fattore cruciale, del tutto coerente con la nozione di secondo welfare e che può contribuire nel proprio piccolo ad aiutare il paese a uscire dalla profonda crisi in cui si trova immerso. L’A.C. deve essere orientata allo sviluppo di strumenti multi-stakeholders che permettano di intervenire anche in ambiti differenti da quelli tradizionali. L’azione innovativa intrapresa in un’area complessa come il Mezzogiorno, in cui si fatica a operare autonomamente con incisività, rappresenta senza dubbio un elemento interessante in ottica evolutiva, la forza dell’A.C. è identificabile, più che nelle sue capacità economiche, comunque importanti, tanto nell’essere un laboratorio di idee e interventi che possono contaminare il territorio e diffondere la cultura e le prassi di comunità all’interno del Mezzogiorno, ciò è possibile e grazie alla collaborazione continua tra tutti i stakeholders locali, intravedendo nella società civile e nel capitale sociale le condizioni e le leve di uno sviluppo concreto e sostenibile nel Sud. L’A.C. deve sviluppare modalità operative che vedono il coinvolgimento a tutto tondo di altri soggetti nel sostegno e nella realizzazione delle iniziative fondati sulla compartecipazione. Dopo queste perle di saggezza, da umile vivente nel nostro territorio, suggerisco:

come primo passo, per il punto uno, l’attivazione e messa in pratica del Piano di Zona senza del quale, non ci potrà arrivare nessun tipo di finanziamento dalla Regione come dettato nella delibera 311 dell’11.09.2013 a cui vi rimando per la lettura nella sua completezza.

Per il punto due, propongo, l’utilizzo della struttura dell’ex Giudice di Pace, ora adibita a deposito mobilio, attrezzature, archivio, altro non precisato e la polvere del non uso, e vi rimando alla lettura, sempre nella sua completezza, della legge 119 del 15 ottobre 2013, sottolineo e preciso, finanziata, recante “Norme in materia di sicurezza per lo sviluppo, di tutela e della sicurezza pubblica e per la prevenzione e il contrasto di fenomeni di particolare allarme sociale - Accordi territoriali di sicurezza integrata per lo sviluppo Capo II Art.6 bis e Norme per la prevenzione e contrasto della violenza di genere tutto il Capo I.

Chiedo caldamente alle S.V.Ill.me, a chi è di dovere, in particolare al Signor Sindaco D.ssa M.Sabatino, deputata dall’Art.1 del succitato D.R., detto T.U.L.P.S., quale autorità locale per garantire l’ordine, la pace sociale e la protezione dell’intera collettività, di adoperarsi al più presto in merito a questa importante problematica.

Certa della Vostra sensibilità mille volte GRAZIE ……. Carmela Franco

 

P.S.: Ultima richiesta, ci sono novità a riguardo delle consulte di: pari opportunità, servizi socio-assistenziali e per la legalità e la sicurezza urbana, per cui, dopo aver letto il bando sul sito del Comune, ho fatto richiesta di partecipazione e la cui istituzione come da regolamento comunale dovrebbe avvenire entro tre mesi dall’insediamento della nuova Amministrazione Comunale?

Vorrei aggiungere, inoltre, che è mia ferma intenzione far mettere in pratica la delibera regionale 312 del 11.09.2013, recante linee di indirizzo riguardanti, in particolare il punto 3, interventi di recupero, prevenzione e reinserimento rivolti a giovani e giovanissime ragazze che vivono in contesti domestici, ambienti e quartieri degradati, a rischio di prostituzione minorile, devianze estreme e coinvolgimento di attività di microcriminalità minorile, problematiche di cui nessuno si occupa, perché convinti che nel nostro territorio non ce ne sia la necessità, ma che in effetti esiste anche se latente, e invito le S.V.Ill.me a prenderne atto e consapevolezza. GRAZIE, Carmela Franco.

Ultima modifica il Mercoledì, 03 Dicembre 2014 09:20
Redazione TirrenoNews

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