Contesto e respingo le illazioni dell’assessore Tempo che non corrispondono a verità quando mi addebita di aver tentato scenograficamente di interromperlo in consiglio comunale allorchè ebbe dire della vicenda del debito scomparso di 3,5 milioni di euro con la Cassa DDPP.
Sono affermazioni che potrebbero ingenerare nel lettore l’impressione che io sia tra coloro ai quali avrebbe fatto comodo il silenzio.
Semmai io sono intervenuto a tutela della mia onorabilità.
E’ la sintesi del pensiero di GB Morelli come tratto dal recente articolo sul Quotidiano di oggi 26 ottobre
Poi l’affondo: “invito costui( l’assessore Sergio Tempo) a indicare in modo esplicito –anziché allusivamente- le precise circostanze di fatto, nonché i nominativi ai quali avrebbe fatto comodo tacere la verità”.
Osserva e contesta, infatti, il vicesindaco le dichiarazioni dell’ex assessore Tempo quando ebbe ad affermare che “alcuni amministratori e impiegati comunali erano a conoscenza della situazione finanziaria dell’ente e che a qualcuno avrebbe fatto comodo che la verità non venisse a galla.
Una vicenda sempre più pasticciata e che potrebbe portare l’ex assessore Tempo a tenere , insieme al proprio legale di fiducia, una conferenza pubblica durante la quale avrebbe modo di tutelare al meglio la propria onorabilità e professionalità, rispondendo magari solo ad alcune delle tante domande che la stampa ed i cittadini potrebbero rivolgergli.
Sembra sempre più palese il tentativo di emarginare l’ex assessore Tempo spegnendo le sue velleità politiche future , mentre al più nella comunità amanteana e nel PD egli sembra quel Simone di Cirène di cui parla Luca nel suo Vangelo quando dice che “Mentre conducevano via Gesù, i soldati romani, lo presero che veniva dalla campagna e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù”.
Ora se quella storia è stata scritta ed è ben presente nella memoria e nel cuore dei cristiani quella del bilancio del comune di Amantea è ancora tutta da scrivere.
E non sarebbe male se Sergio Tempo la scrivesse tutta per farcela conoscere.
Ha ragione Morelli si tratta di una storia che deve essere conosciuta anche perché , diciamo noi, e sanno tutti, prima o dopo potrebbe finire davanti al giudizio non di Ponzio Pilato ma di altri giudizi dalle mani pulite!