Qualche domanda al segretario del PD di Amantea Enzo Giacco.
1)La sindaca ha detto che i rapporti a livello locale col Partito non vanno bene, cosa diversa a livello regionale e nazionale.
R)Guardi, qui si rischia di prendere fischi per fiaschi. Il vero problema non sono i rapporti con il Circolo cittadino, ma piuttosto le cose e i fatti relativi al governo della città che non vanno bene per nulla. In passato abbiamo elaborato varie proposte, discusso, umilmente offerto spunti nel tentativo di far cambiare la rotta e dare un pò di respiro ad una città dolente, che soffre. Le dico di più: la scelta di questo atteggiamento c’è costato le critiche di tanti che avrebbero preferito un “tono più deciso”, per usare un eufemismo. Ma, come ben noto, i nostri suggerimenti non sono mai stati colti.
Se il problema, invece, è rappresentato dal fatto che il PD non è silente rispetto alle cose che non vanno, non posso che rispondere che tra gli obiettivi di un Partito non c’è l’essere ossequioso verso un’amministrazione, al contrario far emergere le contraddizioni e le cose che non vanno. Questo noi cerchiamo di fare, senza pregiudizi, ma allo stesso tempo senza sconti per nessuno.
2)Tuttavia, la sindaca si ritrova candidata al Consiglio provinciale. A suo detto perché voluta dal partito regionale.
R)Occorre fare una premessa: per la Provincia si possono candidare ed hanno diritto di voto solo consiglieri e sindaci. Sono elezioni di secondo livello, non di certo di competenza dei Circoli. Detto questo, non mi meraviglia il fatto che la sindaca di una città di “seconda fascia”, seppur con una maggioranza ormai risicata, venga candidata.
Resta il fatto che è dall’Assemblea di Camigliatello, svoltasi nello scorso mese di luglio, che con forza andiamo predicando di “riportare la politica sui territori”. Non si tratta semplicemente di candidature, bensì di rendere i territori luoghi della decisione. In questo senso siamo ancora alla mera enunciazione: è nella giornata di domenica scorsa, a ventiquattr’ore dalla presentazione delle liste, che ho ricevuto la telefonata da ambienti della Federazione provinciale con cui mi veniva comunicata una disponibilità della sindaca a candidarsi. Tuttavia, da lei non ho avuto sollecitazioni.
E’ chiaro che così le cose non vanno. Per fortuna ad Amantea il gruppo dirigente del Partito sta coltivando un’impostazione diversa.
3)A cosa si riferisce?
R)Mi riferisco al fatto che abbiamo costruito, non senza fatica, un percorso partecipativo che si alimenta con la militanza intesa alla vecchia maniera: donne ed uomini che si sentono parte di una collettività, condividono idee e progetti, discutono, e si impegnano per rappresentare le istanze che provengono dal basso nel tentativo di trovare soluzioni reali ai problemi della città e dei cittadini.
Il nostro metodo è questo e pensiamo che questa sia la prospettiva in cui bisogna continuare a investire e credere, per alzare il livello del dibattito e offrire una proposta partecipata ed alternativa a questo paese sofferente.
4) Una ultima domanda. E’ noto che se la giunta amanteana dovesse per qualsiasi ragione venire meno, verrebbe meno anche la eventuale elezione a consigliere provinciale di Monica Sabatino. In questa ottica sembra che la sua autocandidatura o la sua candidatura da parte del partito provinciale o regionale siano comunque figlie della sua consapevolezza che la sua Giunta durerà nel tempo. Se non fosse così a chi ascrivere la responsabilità di una scelta a rischio?
R)Le dinamiche relative alla disponibilità ed alla composizione della lista meritano di essere approfondite. Ribadisco però che il Circolo di Amantea ha appreso solo 24 ore prima questa disponibilità della sindaca. Di conseguenza non abbiamo potuto che prenderne atto.