I nomadi digitali sono quei giovani tra i venticinque e i quarant'anni che hanno sperimentato le conseguenze sociali della società in rete. In particolare sono quei giovani lavoratori che trovi ovunque con lo sguardo fisso su un PC. Essi sono in grado di lavorare sul treno, in un bar, su una panchina o in un coworking perché il loro unico mezzo di lavoro è il computer. La definizione di nomadi digitali fa riferimento proprio a questo nuovo modo di guadagnarsi da vivere e include un numero impressionante di nuove professioni. Vediamo più da vicino in cosa consiste questo fenomeno e in che modo renderlo accettabile alla generazione di chi li precede: nonni e genitori.
Quando ti criticano perché stai tutto il tempo si internet è inutile perdere le staffe
Chi svolge un lavoro da casa e con il proprio PC si sarà spesso sentito dire da genitori e parenti frasi come “Stai sempre al computer” oppure “Ai tempi miei il lavoro faceva sudare”. Il repertorio di frasi detestabili con cui un giovane nomade digitale si trova a fare i conti è ampio e caratterizzato da luoghi comuni e stereotipi dovuti al fatto che le nuove professioni del web sono ancora oggi viste come qualcosa di indefinito e di aleatorio. Non possiamo dar torto a genitori e nonni quando ci dicono che per loro questo non è lavoro, perché effettivamente dicono la verità. Anzi, la loro verità. Purtroppo i tempi sono cambiati così velocemente che è diventato difficile spiegarli a chi ha vissuto la giovinezza in un’altra epoca. Pensa che un giorno, quando sarai grande, potresti avere le stesse difficoltà con tuo figlio e non sarà piacevole essere preso in giro perché non capisci.
La colpa non è di chi non capisce il mondo digitale
Se proprio vogliamo dare una colpa a qualcuno, questa appartiene a chi ci governa. Per lo stato e per il fisco i nomadi digitali sono invisibili così come lo sono le persone che sono interessate da un grave analfabetismo digitale. Le priorità statali sono state quelle di fiscalizzare il lavoro digitale e non quelle di preparare la società a questi piccoli grandi cambiamenti. Oggi si parla cinicamente di analfabetismo funzionale con cifre che fanno rabbrividire ma non esistono forme di aiuto e supporto verso le persone che non capiscono e non riescono a stare dietro ai tempi che corrono. Anziché semplificare, dall’alto vengono calate grosse forme di digitalizzazione che le persone fanno fatica a recepire. Per questo se fai parte anche tu dei nomadi digitali, la miglior cosa che puoi fare per te e per la società è avere la pazienza di semplificare e spiegare. Spiega il tuo lavoro senza utilizzare termini tecnici e semplifica ciò che fai in modo da renderlo addirittura interessante agli occhi di chi non lo conosce. Concediti il diritto di mettere al corrente i tuoi familiari e mostra loro i risultati di quello che fai quando sei sempre con lo sguardo perso nello schermo del tuo PC.
Nomadi digitali: uno status symbol che passa anche dallo stile
Essere nomadi digitali significa concepire lavoro e tempo libero in maniera del tutto differente. Per non essere scambiato per un fannullone occorre darsi un tono ed evitare nella maniera più assoluta di mettersi a lavorare in pigiama dal divano. Svegliati presto, vestiti bene e sii energico e positivo. Possiamo far finta che non sia così ma sarebbe fuorviante nascondere che la nostra società ci giudica anche dall'immagine. I nomadi digitali più smart oramai li riconosci da accessori che ne qualificano il loro modo di essere: power bank ad energia solare, zainetti porta computer ultra tech, abbigliamento comodo e smartphone di ultima generazione. Potresti iniziare a darti un’immagine più professionale dando una svecchiata al tuo corredo di lavoro, magari dotandoti di accessori personalizzati con il tuo logo o i tuoi riferimenti professionali. Dove guardare? Sicuramente su GedShop, uno dei miglior portali in tema di gadget personalizzati.