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Professoressa legata e presa a calci

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Amici, ci risiamo!

La scuola italiana è arrivata al capolinea.

Col triste e sconcertante episodio che sto per raccontarvi la nostra amata scuola ha toccato il fondo.

Per risollevarsi ci vorranno degli anni.

 

Così non so dove si arriverà.

Siamo ad Alessandria in Piemonte e questo vigliacco episodio lo abbiamo saputo con un mese di ritardo.

E ci è stato finanche nascosto il nome della scuola, della Professoressa e del Dirigente scolastico che non ha preso nessun provvedimento nei confronti dei protagonisti della vile aggressione di una docente disabile della sua scuola. Prima classe di una scuola superiore.

Gli alunni legano le mani ad una professoressa, la prendono a calci e pugni, riprendono l’episodio col cellulare e diffondono il video sui social.

Ora tutta la classe è punita.

La punizione è mite, molto mite, irrisoria direi.

Anche i cittadini di Alessandria la ritengono troppo lieve. Il Consiglio d’Istituto, dopo un mese, ha deciso di punire l’intera classe soltanto con un mese di sospensione ma con l’obbligo di frequenza. Inoltre, nell’ora di ricreazione, dovranno svuotare i cestini dell’immondizia delle altre classi.

L’accaduto ha scatenato le polemiche in città.

Il video pubblicato dai ragazzi è stato poi rimosso, però le immagini della Professoressa legata e presa a calci hanno fatto il giro del Web e tutti in città hanno potuto vedere quello che si era svolto in quella scuola e in quella classe.

Hanno potuto vedere una donna molto gracile legata con una grossa fune alla sedia della cattedra, immobile, che non si lamentava. La docente che ha delle difficoltà motorie era tutta impaurita.

Non ha voluto denunciare l’accaduto alle Forze dell’Ordine e non si conosce il motivo.

Anche il Dirigente Scolastico ha taciuto l’accaduto per più di un mese.

La docente è stata liberata e salvata dalle violenze e dalla furia dei suoi allievi da un alunno di un’altra classe.

Attirato dai rumori, dallo schiamazzo che provenivano dall’aula ha subito avvertito il bidello.

Hanno per primo fatto allontanare gli studenti e poi hanno slegato la povera professoressa.

Ci sono alcune considerazioni da fare.

I ragazzi protagonisti di questo triste episodio di bullismo dovrebbero essere puniti severamente. Dovrebbero rispondere del reato di sequestro di persona e violenze fisiche.

La docente, il Dirigente Scolastico hanno sbagliato a non voler denunciare l’accaduto.

Il fatto era sulla bocca di tutti in città e voler tenere coperto il nome della scuola è sbagliato.

Gli atti di bullismo che si commettono ogni giorno nelle nostre scuole non si combattono col silenzio.

E poi perché la notizia è stata diffusa solo oggi dopo un mese dall’accaduto?

Chi si è voluto proteggere?

La Professoressa, il Dirigente della scuola, il nome della scuola?

Una volta, ai miei tempi e quando io frequentavo la scuola, e l’Italia si scriveva con la lettera maiuscola, per un caso del genere, che allora era inconcepibile, ci sarebbe stata la redazione da tutte le scuole del Regno.

I nostri magistrati che troppo spesso si occupano di ladri che rubano una banana o di una melanzana ( notizia di questi ultimi giorni con un Processo durato lungo 9 anni) non hanno nulla da dire e da fare?

C’è troppo permissivismo in giro e troppa tolleranza anche da parte dei nostri politici.

E le famiglie di questi delinquenti in erba dove sono?

I veri responsabili sono loro che non hanno saputo educare i propri figli.

di Francesco Gagliardi

Redazione TirrenoNews

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