Siri, la gaffe di Conte. Da riscrivere il decreto per la firma del Colle
Uno strafalcione procedurale sul decreto per la revoca dell'incarico di Siri. Il Quirinale fa riscrivere il testo a Conte
Nel caso Siri va sottolineato lo strafalcione del premier Conte.
Uno strafalcione procedurale che di fatto mette in discussione (seppur solo formalmente) il decreto con cui il premier chiede la revoca dell'incarico del sottosegretario. Come abbiamo ricordato ieri, la revoca avviene per proposta del premier di concerto con il ministro competente (Toninelli) e deve essere firmata dal Presidente della Repubblica.
Ma a quanto pare ieri, subito dopo un concitato Cdm qualcosa è andato storto. Il testo del decreto firmato da Conte è tornato al mittente con i rilievi sollevati dal Colle.
Come riporta il Messaggero a rendere irricevibile da parte del Quirinale il testo di Conte sono le premesse di natura politica contenute nel decreto.
La premessa (irricevibile) di Conte
Le parole usate da palazzo Chigi per sottoporre il decreto di revoca dell'incarico a Mattarella infatti sono state queste:
"Considerato - recita infatti in premessa il decreto che Conte, in perfetto stile da amministrativista, ha trasmesso a Mattarella - ...la gravità del titolo del reato oggetto del procedimento a suo carico pongono oggettivamente il problema della verifica della opportunità della permanenza del Sen. Siri nella carica di Sottosegretario;
considerato che il Presidente del Consiglio dei Ministri... ha rappresentato al Sen. Siri l' opportunità di rassegnare le dimissioni dall' incarico al fine di evitare che la vicenda possa recare anche indirettamente danno alla trasparenza e chiarezza dell' azione di Governo...;
considerato che il Sen. Siri non ha ritenuto di condividere la valutazione di opportunità del Presidente del Consiglio dei Ministri, con ciò facendo venire meno il rapporto fiduciario che è alla base della nomina".
Di fatto il Colle non può intervenire ed esprimere valutazioni politiche su un membro del governo. E così il Qurinale avrebbe bollato come irricevibile il decreto di Conte chiedendo di riscriverlo.
Un errore formale che ha allungato di qualche ora la permanenza di Siri sulla poltrona di sottosegretario.