Così inizia la bella poesia “A Livella” di Antonio de Curtis, il grande Totò:- Ogn’anno, il due novembre, c’è l’usanza per i defunti andare al cimitero-.
In questa triste e mesta ricorrenza anche noi, puntualmente, andiamo al cimitero a deporre un fiore o accendere un lumino sulle tombe dei nostri cari defunti.
A Totò, dopo aver compiuto il triste omaggio,gli capitò un’avventura. Ebbe paura. Dormiva o era sveglio? Fantasticava?
No. Vide due ombre che si avvicinavano. Erano il Marchese e don Giovanni, il netturbino, che discutevano fra di loro.
Io, spesso, durante l’estate mi reco al cimitero.
Alcune volte porto anche dei fiori di campo per deporli sulle tombe degli amici e dei parenti, altre volte percorro i vialetti e in silenzio recito alcune preghiere.
Non mi è capitato nulla di strano come è capitato a Totò.
Ma questo non lo può dire la signora Sandra Dominici di Orciano, la quale si era recata al cimitero di Mondovio per deporre un fiore davanti alla pietra sepolcrale della cugina Giuseppa Guiducci, scomparsa pochi giorni prima e seppellita in quel cimitero.
Per poco non svenne.
Il primo istinto che ebbe è stato quello di scappare, di uscire al più presto dal cimitero anche perché si era fatto un po’ buio.
Ma cosa ha visto, dei fantasmi?
Dei morti che camminavano e litigavano tra di loro come il Marchese e don Gennaro?
No. I morti son morti e riposano in pace.
E allora cosa ha visto che ebbe tanta paura e le gambe le incominciarono a tremare e non ebbe neppure la forza di gridare?
Sulla pietra sepolcrale anziché la foto della cugina morta c’era la sua fotografia.
Ma come è potuto accadere un simile scambio di foto?
La colpa è probabilmente del titolare delle pompe funebre di Roma il quale ha utilizzato una vecchia fotografia dov’erano insieme la signora Sandra e la cugina Giuseppa defunta.
Nel ritagliare la foto ha usato il volto della signora Sandra anziché quello della cugina. Ora la signora ci scherza sopra.
L’accaduto, secondo alcuni porta anche fortuna, le allunga la vita.