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La 28enne coneglianese Liliana Ordinanza fu stuprata da un operaio marocchino di 42 anni.

Lo stupratore si chiamava Medhi Chairi

Dopo lo stupro ha provato a scappare dalla casa di Chairi.

A quel punto c’è stata la colluttazione e lei, afferrato un coltello, ha pugnalato a morte il suo aguzzino.

 

 

 

 

La donna, difesa dall’avvocato Monica Nassisi, si è sempre difesa puntando sul fatto che l’accoltellamento fosse avvenuto dopo che l’uomo l’aveva stuprata e segregata, agendo quindi per legittima difesa dopo una nottata trascorsa tra il consumo di alcol e droga.

«Le perizie della polizia scientifica -puntualizzava la Nassisi negli scorsi mesi -confermano la versione di Liliana».

«Merita di essere assolta»: così aveva scritto l’avvocato Nassisi nel ricorso in Cassazione»

Ma la Cassazione pur riducendo la pena inflitta in primo grado, non avevano adeguatamente valutato gli elementi a favore della legittima difesa ha confermato la pena a 14 anni di carcere.

Non resta, allora, che farsi stuprare!

www.trevisotoday.it

Redazione TirrenoNews

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