di Francesco Gagliardi
Aggiungerei anche il digiuno per non tradire il sommo poeta Dante Alighieri. Verso 75 del XXXIII Canto dell’Inferno. Il Conte Ugolino, imprigionato insieme ai suoi figli, muore di fame laddove il dolore per la morte dei figli non era riuscito a sopraffarlo.
Titoloni dei giornali di questa settimana.
Tensioni nella maggioranza.
Renzi all’attacco.
Conte sotto assedio.
Ultimatum di Renzi a Conte. Rottura?
Temo di no, ma temo di sì. Potrei continuare all’infinito.
Pagine e pagine di sproloqui.
E non solo sui giornali ma anche sui tanti talk show televisivi.
Sfogliando la margheritina: cade, non cade il Governo Conte. Sta per crollare, ma poi all’improvviso l’interessato compare in televisione a rete unificate e pum, annuncia tronfio di aver messo tutti d’accordo.
Il Governo non cadrà.
Lui è salvo e pure il governo giallo rosso voluto da Renzi e Co. per mandare a casa l’infame Governo giallo verde, Movimento 5 Stelle e Lega di Salvini per intenderci. Il Consiglio dei Ministri si sarebbe dovuto tenere ieri alle 15.
E’ stato, ancora una volta, rinviato.
La tensione nella maggioranza, però, è alle stelle.
Più i giorni passano e più i contrasti nella maggioranza giallo rossa aumentano.
Il Premier, imperterrito, va avanti, non si ferma.
Per lui non ci sono ostacoli quando c’è un nobile fine da raggiungere.
A qual è questo fine?
Finire la legislatura e poi fare anche un pensierino alla carica eventualmente di Presidente della Repubblica.
Lui va in televisione e informa i telespettatori prima ancora che informasse i Parlamentari di aver istituito una task force per gestire il Recovery Fund.
Ancora un’altra task force?
Sì, con la nomina di sei Commissari straordinari e 300 tra tecnici, esperti e funzionari che dovrebbero garantire all’Italia di spendere per tempo i 209 miliardi di euro.
Conte, incurante delle minacce che provengono dalla sua stessa maggioranza, va avanti.
E’ sicuro che le minacce di Renzi sono un bluff, un modo come un altro per aver un po’ di visibilità e per eventualmente spolpare un osso, cioè avere qualche poltrona in più nel sottogoverno.
Non è la prima volta che Renzi lancia ultimatum, ma poi, come sempre, vota a favore del Governo.
E’ tutto un bluff. Egli pensa al suo futuro e adesso punta i piedi per spartirsi la torta delle prossime poltrone.
E Conte va avanti imperterrito per la sua strada.
E’ sicuro che non cadrà, perché alla fine quando si voterà in Parlamento tutti i Deputati e Senatori del Pd, del M5S, di Italia Viva, di Leu voteranno compatti.
Tutti indistintamente a favore del Governo Conte bis.
Alla fine la poltrona riscaldata e incollata col vinavil avrà il sopravvento.
Nessuno di loro vuole tornare a casa. La maggior parte di loro è nullatenente e senza arte né parte.
Li aspetterebbe solo e soltanto il reddito di cittadinanza.
Magra consolazione.
Voteranno a favore, magari turandosi il naso, ma poi troveranno, come al solito, una scusa.
Il paese è molto provato e non ha bisogno ora di una crisi di Governo.
Gli strappi saranno ricuciti.
Diranno, ormai lo ripetono come un mantra, lo abbiamo fatto per il bene del paese.
Per il bene del paese dunque tutti i parlamentari hanno il dovere di sostenere questo governo, piaccia o non piaccia. Per un senso di responsabilità.
Per un senso di responsabilità un corno.
Per non perdere la poltrona. Luigi di Maio ha così avvisato i suoi parlamentari:-
Se andremo alle elezioni io verrò eletto, siete tutti voi che rischiate il posto. Meditate-.
Ecco più dell’onore poté la poltrona.
Dante insegna.
Sono tre anni che Renzi è fuori dal Governo, vorrebbe rientrarci magari da una finestra del piano terra di Palazzo Chigi, malgrado ci siano grosse cancellate di ferro.
E’ il digiuno dalle poltrone e dal potere che lo fa parlare.