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Strusciu e scupa nova

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Sdopa di ericaAmici carissimi, e qui mi rivolgo a quelli che hanno una certa età come la mia. Vi ricordate le scope che adoperavano le nonne e le nostre mamme per pulire il pavimento delle case? Erano fatte di rametti di erica raccolta nei boschi circostanti quasi simile a quelle che usavano gli spazzini per pulire le strade, solo che erano un po’ più piccole. Quando la scopa veniva usata produceva un fruscio che però col tempo e con l’uso quotidiano e continuo scompariva. Perché vi ho voluto dire questo? L’elezione di Enrico Letta a Segretario del Pd dopo le dimissioni improvvise di Zingaretti me lo hanno suggerito. Ha fatto tanto rumore. Come una scopa nuova ha fatto un po’ di “Strusciu”. L’Enrico stai sereno, il Cincinnati del Pd, eletto all’unanimità (solo 2 hanno votato contro), per essere al centro della scena e per occupare le prime pagine dei giornali e le prime notizie delle televisioni, si è presentato agli italiani come una novità. Una novità? E’ in politica da sempre. Iscritto giovanissimo alla DC e poi è stato uno dei fondatori del Pd. Ha ricoperto cariche istituzionali di un certo livello: Sottosegretario, Ministro, Presidente del Consiglio. Ecco il nuovo che avanza. Mi scuso: l’usato che avanza. Daje Enrì ripiamose sti cocci! Così c’era scritto in un tazebao di una sezione del Pd a Roma da lui visitata. E lui, il salvatore del partito moribondo, ha mantenuto la promessa. All’assemblea del partito domenica pomeriggio si è presentato mettendo al suo fianco una lattina rossa con la scritta “Bella ciao” e ha annunciato Urbi et Orbi lo Jus soli e il voto ai sedicenni, vecchio pallino di Beppe Grillo. Perché lo ha fatto? Perché rivolgendosi ai suoi elettori ha voluto affermare che qualche cosa di sinistra la sa dire. Sono Enrico, sono tornato, sono europeista, sono di sinistra. E’ stato un modo per ricompattare la base e il mondo progressista. Ha voluto simulare un finto cambiamento che ci sarà nel partito. Ohi Pascalì, u segretariu nuovu subitu se datu da fare! Francì, è na ncignata de vutta. Ogni volta che è stato eletto un nuovo Sindaco, un nuovo Segretario di partito, un nuovo Presidente del Consiglio, quante belle e nuove cose da realizzare siamo costretti ad ascoltare. E’ come una botte nuova, quando il vino si spilla per la prima volta, risulta sempre buono. Col tempo il vino potrebbe diventare una ciofeca. Vedremo cosa succederà dopo le elezioni amministrative e regionali rimandate al prossimo autunno. Se il Pd tiene, Enrico può stare sereno, altrimenti, come gli altri segretari che l’hanno preceduto, dovrà smammare e ritornare a Parigi a fare il Professore. Ma torniamo al voto ai sedicenni. Dovrebbe essere cambiato l’Art. 48 della Costituzione: Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. E la maggiore età è fissata a 18 anni di età. E poi i sedicenni avrebbero diritto ad avere la patente di guida, potrebbero sposarsi, non saranno più minorenni e saranno punibili in caso di reati. Per me le due proposte di Letta sembrano essere due marketing politici, un modo per erodere consenso alla Lega, ampliando la base elettorale a un fronte che si presume progressista. E’ sicuro Letta che i giovanissimi votino a sinistra? E’ sicuro che vadano a votare diversamente dai loro genitori? La politica a loro non interessa. A quell’età hanno solo in mente i monopattini, i motorini, lo smartphone, la playstation, le ragazze, il pallone, Ronaldo, la Juve e l’Inter, qualche spinello e una birretta alla spina. Ma ora, con tanti problemi che abbiamo, bisognava andare a tirare lo Jus soli e il voto ai sedicenni? Ma attenti, se poi li fai votare, dovrai dare loro pure la possibilità di candidarsi, di essere eletti e infine governare, altrimenti è solo demagogia e una presa per i fondelli. Saranno disponibili i Franceschini, i Zingaretti, i Casini, i Bersani, i Salvini, i Berlusconi, le Bonino, a farsi da parte e dare il posto ai loro imberbi nipotini?

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