riceviamo e pubblichiamo di Francesco Gagliardi
Lettera aperta ad Enrico Letta
Rosanna Fratello in un Festival della canzone Italiana a San Remo così cantava:- Tre mesi sono lunghi da passare….- Caro Letta, ora spetta a te cantare lo stesso ritornello, però cambiando le parole tre mesi in cinque anni. Si’, son cinque lunghi anni che dovrai aspettare per avere le prossime elezioni politiche. Quelle di quest’anno le ha vinte la Meloni e tu le hai perse, quindi mettiti il cuore in pace, lascia la politica, lascia governare la Meloni e tu, con le pive nel sacco ritorna a Parigi ad insegnare. Gli studenti ti stanno aspettando. Lascia in pace governare la Meloni e il centro destra che hanno vinto democraticamente le elezioni senza imbrogli. Vedremo cosa riusciranno a fare. Poi, fra cinque anni, gli italiani chiamati al voto, decideranno loro e soltanto loro liberamente senza invasione di campo da parte degli stranieri se confermare o meno il centro destra. Tutto dipenderà di quello che avranno combinato. Parlare oggi a poche settimane dal voto di crisi di governo, di caduta di governo, di imbrogli, di inciuci, di congiure, di opposizione intransigente, di scese in piazza, ma per difendere cosa? quando ancora la Meloni non ha ricevuto l’incarico di formare il nuovo Governo da parte del Presidente della Repubblica On. Mattarella, mi pare esagerato, inconcludente e controproducente. Lo so che la sconfitta ancora ti brucia, ti capisco che ci vuole molto tempo per rimarginare le ferite sanguinanti, che ancora non hai digerito il boccone amaro della sconfitta, comprendo che è dura per i tuoi amici dover lasciare le comode poltrone di Palazzo Chigi dopo averle occupate abusivamente per venti anni, ma cosa vuoi farci. Questa è la democrazia, bellezza! Una volta si vince, una volta si perde. Ora tu hai perso e quindi tocca ai vincitori governare. L’ opposizione del Pd sarà durissima, va bene. Però in Parlamento, non nelle piazze. Il tuo partito porta il nome Pd che significa Partito democratico, quindi comportatevi da oggi in poi in modo democratico. Lasciate la piazza ai sovversivi. Ma tu ora vuoi cambiare nome e simbolo. Fallo pure, tanto con cambierà un bel niente, Cambiando l’ordine dei fattori il prodotto non cambia. Cosa potrebbe cambiare se tu cambiasti solamente nome e simbolo del partito che è allo sbando? Nulla. Sono stati cambiati diverse volte in questi ultimi venti anni, dal PCI al PDS, dal DS e poi al Pd e il risultato è sempre stato lo stesso. Sconfitte. Sconfitte, solo due brevi parentesi con l’Ulivo di Romano Prodi. Il Pd ha cambiato quasi ogni anno Segretario Politico e non ha risolto nessun problema che interessa davvero agli italiani, a quegli italiani che stanno soffrendo gravissimi disagi economici- Bisognerebbe cambiare non solo il nome e il simbolo del Partito, ma uomini e idee. Sempre gli stessi personaggi che hanno occupato i posti importanti nel Parlamento, nel Governo, nel sottogoverno, nelle Regioni, nei Comuni. Ci sono andati sempre e solamente alla ricerca ossessiva delle poltrone. Il tuo partito è diventato il partito dei nobili, dei ricchi, dei proprietari terrieri, degli industriali, di compagni con le tasche piene, con le macchine di lusso, che vanno ad estivare a Capalbio. I lavoratori, la gente umile, i compagni di periferia, quelli che a stento riescono ad arrivare a fine mese, che non riescono a pagare le bollette della luce e del gas, i senza lavoro, i giovani in cerca di prima occupazione ti hanno voltato le spalle. Hanno votato Conte, grazie al reddito di cittadinanza. Che cosa ne sarà del Partito Democratico nel prossimo futuro se i dirigenti attuali non riusciranno a fare autocritica dopo la dura batosta subita? Se non riusciranno a mandare a casa quei Parlamentari che per venti lunghi anni si sono preoccupati del posto nei vari Governi gialli, rossi, verdi, dimenticando i poveri, i derelitti, i lavoratori, i pensionati le casalinghe, i giovani? Cacciari invita quei pochi che sono rimasti nel Pd e che hanno due idee nella zucca a svegliarsi. Per Cacciari il Pd è diventato il paladino dei ricchi. Eralogico che abbiano perso una sonora batosta.