Basta ha detto uno dei titolari di un supermercato di Noventa Vicentina alla inveterata abitudine delle clienti donne a palpeggiare la frutta prima di acquistarla per sentirne la consistenza.
A parte il fatto che magari non si usava nemmeno il guanto di protezione sanitaria, il problema è che alla fine, “palpeggia tu, palpeggio io” , la frutta diventava davvero molle ed invendibile, con danni all’azienda commerciale
Ed allora il cartello. Elegante, a colori con il quale si intimava un avvertimento da taluni giudicato simpatico, da altri inaccettabile.
«Le donne sorprese a palpare la frutta subiranno lo stesso trattamento. Grazie»
Il cartello è rimasto per mesi affisso senza che alcuna lamentela giungesse ai titolari del supermercato
Poi la questione è esplosa quando la vicenda è finita in politica.
In una nota firmata dalla responsabile Irene Rui il Forum delle donne del Prc-Fds di Vicenza (Partito della Rifondazione comunista-Federazione della Sinistra infatti, spiega che «il messaggio costituisce chiaramente reato di violenza .Non si può sorvolare su tale azione o quanto meno prenderla alla leggera e mettersi a ridere, poiché dalla minaccia si può passare ai fatti. Molte persone, in virtù che la maggioranza delle vittime non denunciano, si permettono tali atteggiamenti ed enunciazioni come se la cosa fosse un atto normale e irrilevante. Se lasciassimo correre , avalleremo che subire e fare violenza nei confronti dell’altro genere, è normale e che lo è anche l’uso di tali frasi o battute offensive».
Sorpresi i titolari del negozio. E Luca Barbiero, uno di loro, che è anche presidente mandamentale di Confcommercio ha dichiarato al Giornale di Vicenza: «Una reazione che ritengo del tutto spropositata. Non c’era alcuna volontà di offendere le donne. Non c’era nulla di dispregiativo e credo che tutte le clienti l’abbiano letto così visto che non abbiamo avuto alcuna lamentela. In ogni modo, il cartello è stato tolto da un po’ di tempo. Non volevamo certo scatenare tutto questo bailamme».