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Stefano Bruno Galli racconta Pier Franco Quaglieni

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Ho conosciuto il professor Pier Franco Quaglieni qualche anno fa, quando mi ha invitato a Torino a una delle tante – e intelligenti – iniziative culturali del Centro “Pannunzio”, che lui anima con grande impegno e instancabile passione.

L’argomento dell’incontro era di quelli che fanno discutere: «Patriottismo e federalismo nel Risorgimento».

 

 

Si trattava della manifestazione inaugurale del ciclo di incontri celebrativi che avrebbe caratterizzato, nel 2011, il 150mo dell’Unità.

Ricordo che con me, sul palco, c’erano Emilio Papa e Sergio Pistone. Arrivai tutto trafelato e non risparmiai nessuna bordata alla visione patriottarda – non patriottica nel senso alto del termine – delle vicende risorgimentali, sostenendo con forza dialettica e senza esitazioni ideologiche le ragioni del federalismo. Evidentemente questo federalista ‘impenitente’ – quale mi considero – era risultato simpatico al professor Quaglieni.

Tanto che m’invitò poi al convegno celebrativo del cinquantenario della morte di Luigi Einaudi. Tema del mio intervento – ça va sans dire! – il federalismo dello statista di Carrù.

Anche in quella circostanza non mi tirai indietro. E alla fine della serata, Pier Franco m’invitò a cena. Mi diede appuntamento di fronte a Palazzo Carignano nei pressi della statua di Vincenzo Gioberti e mi portò al “Cambio”, facendomi sedere esattamente dove si accomodava Cavour – com’è ricordato da una targa – e ‘imponendomi’ una cena del tutto cavouriana. Inutile dire che l’ironia caratterizzò la nostra gradevolissima conversazione a tavola.

 

Questi due brevi cenni per riconoscere all’amico Pier Franco l’acutezza di pensiero, la capacità di ascolto e l’ironia, che sono virtù assai rare. Cerco di spiegarmi. Sono convinto che, per una folla di ragioni, non ultima quella di assistere alla strumentalizzazione ideologica del giubileo della patria, il Paese abbia perduto, nel 2011, una grande occasione: quella di riflettere criticamente sulle grandi aporie – vale a dire sulle contraddizioni – della storia d’Italia. E tuttavia, organizzare un convegno su «Patriottismo e federalismo nel Risorgimento» certifica la volontà di Pier Franco di scavare in profondità e risolutamente dentro queste contraddizioni, senza inseguire il ‘politicamente corretto’. Così come l’organizzare un convegno sulla figura di Einaudi – così trascurata dalla storiografia perché ‘schiacciata’ dalla concomitanza del 150mo dell’Unità – nel cinquantenario della morte gli fa solo onore.

La capacità di ascolto è confermata dalla sua costante apertura e dalla sua tensione all’ascolto delle ragioni degli altri. Com’è nel mio caso visto che non sono solo uno studioso di federalismo, ma anche un federalista autonomista, e da molti anni, da quando portavo le braghe corte; visto che non risparmio – e non ho mai risparmiato – severe critiche al processo di unificazione nazionale. Infine l’ironia, comprovata dall’invito a cena al “Cambio”.

 

Una cena che mi ricordo benissimo, come se l’avessi consumata ieri sera. E che ripeterei molto volentieri. Ovviamente con Pier Franco, un vero liberale come non ne esistono più.

Ultima modifica il Giovedì, 17 Novembre 2016 19:19
Riccardo Clemente

Collaboratore dal 2009, da tempo ormai realizza insieme alla redazione articoli su Amantea, ma di fondamentale importanza è il ruolo di "informatore".
Splendidamente, infatti, raccoglie informazioni preziose su vicende locali ed in numerose  occasioni ha permesso la realizzazione di veri e propri scoop di cronaca locale realizzati dallo Staff del portale TirrenoNews.Info

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