Il giudice Nicola Aiello ha rinviato a giudizio sedici persone tra gestori di circo e intermediari accusati di aver favorito l’immigrazione clandestina e di averci lucrato come un vero e proprio business
Ha chiesto il patteggiamento della pena, invece, Vito Gambino, funzionario dell’assessorato regionale al Lavoro arrestato nel 2015 al termine delle indagini che avrebbe sollecitato i suoi interlocutori istituzionali per far rilasciare autorizzazioni illegittime per le assunzioni.
La prossima udienza fissata per metà dicembre
I rinviati a giudizio per il processo la cui prossima udienza è fissata per il 20 dicembre davanti alla quarta sezione del tribunale di Palermo sono: i gestori dei circhi Francesco (49 anni), Alberto (49) e Claudio Vassallo (43), Kisham Chand (52), Davide Rossi (41), Eleuterio De Bianchi (68), Mihai Gabriel Marinescu (38), Nirmal e Jatinder Singh (di 58 e 45 anni), Tommaso Fernandez (58), Paul Harmesh (50), Muhammad Bilal (39), Mohammed Islam (37), Avtar Chand (33).
Alcuni di loro dovranno rispondere anche dei reati di falso materiale e ideologico in atto pubblico e corruzione di pubblici ufficiali.
Ufficialmente si sarebbero occupati di reclutare ballerini e attrezzisti per numerosi circhi d'Italia, ma secondo l’accusa avrebbero fatto carte false per fare entrare illegalmente dei migranti in cambio di denaro.
Ad accorgersi dell’esistenza della presunta organizzazione sono stati gli agenti della Squadra Mobile che, alla fine del 2015, hanno tratto in arresto 41 persone.
Nell’inchiesta sono coinvolti anche i figli del funzionario regionale che lo avrebbero aiutato in alcuni passaggi.
Il figlio Vincenzo, secondo quanto ricostruito dall’accusa, avrebbe dato una sistemata ad alcuni locali nella zona di via Malaspina per farli sembrare le sedi legali di alcuni circhi.
Sulla sua PostePay sarebbero stati versati i soldi sborsati da decine e decine di indiani, bengalesi e cinesi arrivati in Italia con questo meccanismo.
La figlia Francesca Gambino, oltre ad avvisare il padre in caso di controlli di polizia giudiziaria, si sarebbe occupata della corrispondenza.