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E’ incazzato il Ministro Salvini, così hanno intitolato i loro articoli alcuni giornali nazionali. Poverino! Mi fa pena.

Ogni giorno viene preso a pesci in faccia da tutti e lo scontro nel Governo si accende sempre di più. Oramai Lega e Movimento 5 Stelle sono ai ferri corti, la tensione è alle stelle.

 

Sono scesi in campo anche il Presidente della Camera On. Fico e il Ministro della Difesa On. Trenta.

Gli emendamenti presentati dalla Lega riguardante le Forze dell’Ordine e i Vigili del Fuoco sono stati sabotati dal M5S definendoli:- Poco attinenti alle tematiche del Decreto Sicurezza Bis-.

E le bagarre continuano, tanto è vero che sono stati sospesi i lavori in Commissione Affari Costituzionali e Giustizia della Camera.

Salvini è arrabbiato, è sul piede di guerra.

Ma è sul piede di guerra da parecchio tempo, ma alla fine, con le pive nel sacco, dovrà accettare i diktat del M5S perché in Parlamento la Lega è in minoranza.

Non conta nulla. Salvini parla, parla, appare su Facebook ogni santo giorno, ma alla fine non rompe, non manda a quel paese i penta stellati, non ha nessuna intenzione di lasciare la comoda poltrona che occupa.

E’ così comoda malgrado viene occupata raramente. E’ sempre in giro per l’Italia. Ma se davvero la lasciasse ora, nessuno gliela darebbe un’altra volta.

Ci sarebbe certamente un Governo Pd e M5S e Salvini, poverino, sfrattato dal Governo dovrebbe accomodarsi tra gli scranni dell’opposizione.

Mattarella, prima di sciogliere il Parlamento, le tenterà tutta, magari un famigerato Monti bis che tanto male ha fatto all’Italia e agli italiani.

E se si andasse davvero alle elezioni anticipate? Salvini gioisce. I sondaggi dicono che la Lega è al 40%. Bene! E da solo dove potrebbe andare? Da nessuna parte.

Ecco perché sbraita ma poi ripete come un mantra:- Il Governo durerà altri 4 anni, ho dato la mia parola-.

Durerà, durerà, sicuramente durerà. Se poi qualcuno ancora pensa che Salvini con tutti questi guai che ha: Tav, Ilva, IVA, Autonomia, Flat tax, ora pure la Magistratura milanese è intervenuta per i rubli incassati da Mosca, si sbaglia di grosso.

E l’Italia va alla rovina. Salvini non farà mai cadere il Governo perché, secondo qualcuno nei social, è un codardo.

Lui ha capito che dalle Camere potrebbe uscire un altro Governo a lui ostile e ha paura.

Si diverte, però, a fare dirette su Facebook non sapendo fare altro.

E’ uno che se la canta e se la suona e le strade, malgrado i proclami sono piene di immigrati che spacciano e delinquano, i porti malgrado sono chiusi sono aperti a tutti, e lui passa ore ed ore a litigare con tutti perfino con la Capitana che lo ha preso a pernacchie.

Litiga spesso con Di Maio, ma sono finte litigate per giustificare la loro esistenza e la loro inefficienza. Tutti i santi giorni siamo costretti a leggere che salterà tutto. Non salterà un bel niente. E nel Web i commenti si sprecano:-Stacca la spina. Se hai solo un briciolo di cervello fai cadere il Governo, altrimenti per te sarà la fine.

Fra non molto avremo un altro Governo con te a processo e poi con la legge Severino espulso dalla politica.

I 5 Stelle ti stanno fregando e portano avanti solo le loro puttanate che non piacciono alla gente che lavora.

Caro Matteo, sei deludente, fai il duro con l’ONG , con gli scafisti e con la Capitana Carola, ma poi cali le mutande per un Fico-.

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Nocera Terinese - Erano da poco passate le 14 quando, un'auto Fiat Doblò, per cause in corso di accertamento, ha perso il controllo finendo contro il guardrail.

Sul posto è giunta anche una squadra dei Vigili del fuoco del comando di Catanzaro, distaccamento di Lamezia Terme, sulla SS18 nel comune di Nocera Terinese.

Due le persone a bordo del mezzo, una coppia di anziani.

Illeso il conducente ma in evidente stato confusionale.

Ferita la moglie che ha riportato traumi agli arti inferiori.

La donna, affetta da sla, sedeva nella parte posteriore dell'auto.

Estratta dal mezzo, è stata presa in cura dal personale sanitario del suem118 e trasferita con elisoccorso presso struttura ospedaliera di Cosenza.

L'intervento dei vigili del fuoco è valso anche alla messa in sicurezza della vettura in attesa del soccorso stradale.

Sul posto anche i carabinieri per quanto di loro competenza.

La SS18, nel tratto interessato, è stata chiusa al transito fino al termine delle operazioni di soccorso  

Giovedì, 13 Giugno 2019 15:43

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La Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, ha chiesto al gup distrettuale il rinvio a giudizio nei confronti di due preti del Vibonese

Vibo valentia. Graziano Maccarone, 41 anni è il segretario particolare del vescovo di Mileto, mentre Nicola De Luca, 40 anni, di Rombiolo, è reggente della Chiesa Madonna del Rosario di Tropea.

Per entrambi è stato chiesto il rinvio a giudizio per il reato di tentata estorsione aggravata dalle modalità mafiose.

Maccarone inoltre, è anche accusato di aver inviato in due mesi oltre tremila messaggi a sfondo sessuale alla figlia, disabile, del debitore evocando poi l’intervento del clan Mancuso della ‘ndrangheta in caso di mancata restituzione del denaro.

Secondo l’accusa avrebbero costretto, con violenza o minaccia, una persona del Vibonese alla quale avevano prestato del denaro a restituire loro quasi novemila euro. Le contestazioni coprono un arco temporale che va da dicembre 2012 a marzo 2013.

I fatti oggetto dell’inchiesta

Le indagini condotte dalla squadra mobile di Vibo valentia e coordinate dal procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri e dal pm della Dda Annamaria Frustaci, sono partite nel 2012.

I due sacerdoti sono accusati di avere minacciato un uomo al quale, in precedenza, avevano prestato 2.500 euro De Luca e 6.700 Maccarone.

Somma che doveva servire a compensare un debito contratto dall’uomo e da una sua figlia con una terza persona.

Per evitare il pignoramento dei beni della figlia, l’uomo si era quindi rivolto ai sacerdoti.

Mentre avveniva questo Maccarone, secondo l’accusa, avrebbe iniziato ad inviare messaggi a sfondo sessuale alla figlia maggiorenne dell’uomo invalida al 100% per una disabilità.

In breve tempo, il prete avrebbe avuto oltre tremila contatti telefonici, prevalentemente messaggi a sfondo sessuale, facendosi inviare foto compromettenti e facendosi recapitare indumenti intimi dalla ragazza.

In un’occasione, il sacerdote aveva anche invitato la ragazza in un albergo di Pizzo ma l’incontro non ebbe poi luogo.

Successivamente, tra il dicembre 2012 ed il gennaio 2013, secondo quanto emerso dalle indagini, Maccarone avrebbe cambiato radicalmente atteggiamento, chiedendo al debitore l’immediata restituzione delle somme di denaro per sé e per don De Luca.

Il sacerdote invitò anche il debitore in uno studio legale per chiarire quanto accaduto con la figlia ed invitando anche la ragazza alla quale, il sacerdote dicendole che aveva salvato tutti i messaggi e le foto che lei gli aveva mandato.

Il prete e i suoi “cugini di Nicotera”

In un successivo incontro tra i due preti ed il debitore, don Maccarone fece riferimento ai suoi “cugini di Nicotera” evocando così, secondo l’accusa, la propria vicinanza alla famiglia di ‘ndrangheta dei Mancuso.

Alla successiva richiesta dell’uomo di avere, prima di adempiere al pagamento, una copia della liberatoria firmata dal creditore originario, don Maccarone avrebbe affermato, mentendo, di non avere alcuna ricevuta mentre invece era in possesso di una scrittura privata.

Quindi Maccarone, nel corso di un incontro, avrebbe specificato che “il cugino mio è Luigi, il capo dei capi”. Successivamente, secondo l’accusa, ha contattato un cugino di Nicotera ritenuto legato al boss Pantaleone Mancuso detto “Scarpuni” facendo poi arrivare, tramite De Luca, il messaggio al debitore di stare attento “che avrebbe fatto una brutta fine”.

Infine, sempre Maccarone, avrebbe detto all’altro sacerdote di farsi da parte perché sarebbero intervenuti i suoi cugini e avrebbe recuperato il denaro per “vie traverse”.

L’udienza davanti al gup che dovrà decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio è stata fissata per il 3 ottobre prossimo.

QuiCosenza Mag 31, 2019Calabria

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