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Abbiamo scritto della puzza che infesta tante parti della città

Una puzza che nasce purtroppo dal fatto che molti, più o meno consciamente, hanno collegato la loro rete fognante alla rete delle acque bianche.

 

 

E questo collegamento crea una invasione di topi e blatte.

Blatte sta per “ciuciuli”.

Ma non i vecchi “ciuciuli” neri, scarsamente pericolosi.

NO! Parliamo dei “ciuciuli” rossi, le famose blattelle germaniche.

Quelle che volano nelle tubazioni ed arrivano attraverso i tubi fino ai gabinetti ed altro.

Ce ne hanno parlato molte donne amanteane che hanno dovuto provvedere ad effettuare servizi di disinfestazione.

Ed è opportuno ricordare che si nutrono dei rimasugli del nostro cibo e lasciano tracce di feci che sono veicolo di pericolosi batteri.

Eppure è semplicissimo allontanare le blatte germaniche.

Vi diciamo noi come fare.

Ogni tanto in via precauzionale versare un po’ di “verichina” negli scarichi dell’acqua e nel gabinetto.

Altro che amuchina! ( l’Amuchina, infatti, è candeggina diluita!)

Non solo!

Molte donne ci hanno anche parlato di una proliferazione di topolini e topi che hanno loro imposto la effettuazione di interventi di derattizzazione.

Parliamo di disinfestazioni e derattizzazione costose ed inutili.

Questi interventi devono essere fatti dal comune.

Resta fermo però che prima di tutto dovranno essere eliminate le immissioni illecite di fogna nelle reti delle acque bianche.

Una eliminazione invero facile.

Ieri come oggi. ma che NESSUNO ha mai voluto!

disinfestazioneblatte

I dati raccolti durante l'anno 2016 dai carabinieri del Nas sono davvero sconvolgenti, circa un ristornate su due ha qualche irregolarità e uno su quattro rischia la chiusura per motivi igenici. Questi i dati: 521 multe per un totale di 658mila euro, circa venti mila euro di sequestri fra olio, carne e pesce su oltre settecento locali ispezionati. L'Asl ha denunciato 324 titolari mentre per altri è scattata l'indagine penale per alimenti in cattivo stato di conservazione e adulterati o perfino per blatte nei registratori di cassa e feci di roditori nell'area di preparazione dei pasti e nei magazzini. Nell'area del centro storico della Capitale solo il 51 percento era in regola mentre per il restante 49 gli esiti non sono stati conformi. All'interno del 49 % ci sono anche i grandi nomi della ristorazione romana e persino rinomati fast food: c'è chi tiene disinfestanti accanto ai fermenti lattici e chi ha insetti nei prosciutti.

Esistono naturalmente meccanismi di autotutela: (Hccp) il ristoratore sottopone una tantum al controllo esterno di un certificatore che supervisiona i magazzini di stoccaggio della merce, il luogo di lavoro, l'area di preparazione dei pasti e gli spazi per la clientela. Per quanto riguarda, invece, la tracciabilità degli alimenti qui il giochino dei menù è sempre lo stesso: il tonno è pescato in Sicilia e la triglia in Toscana. Gli esperti hanno sanzionato circa il 15 % dei casi.

”La precarietà non è più una costante della nostra ristorazione e l'offerta è in linea con gli obiettivi qualitativi della norma”, dicono i Nas. Dopo il dovuto sopralluogo, ai ristoratori basterebbe effettuare dei piccoli cambiamenti per essere adeguati e conformi. Ma una buona parte di essi, pur non avendo scarafaggi nei propri locali, ha una bassissima qualità. Locali di tutto rispetto e alla moda, ristoranti giapponesi, cornetterie, pasticcerie, street food con pulizie che spesso si fermano al bancone della vendita, lasciando il retrobottega nel degrado tra insetti, escrementi di animali e sporcizia. Tra le irregolarità riscontate troviamo alcuni dei locali più: Bottega di delikatessen Franchi, Osteria Coppelle, Oishi Sushi, Dolce Maniera e il Chicken Hut. Per quanto riguarda le norme igieniche non sembra esserci disuguaglianza: in molti le ignorano, dalla grande catena commerciale alla piccola boulangerie. Davvero un spettacolo orribile quelle registarto a Roma nel 2016.

Pubblicato in Italia

Un paio di anni fa abbiamo avuto modo di interessarci del problema della infestazione di molte case da parte della blattella germanica, una blatta rossiccia, diversa dal “ciuciulo” nero tipico della nostra zona.

(nella foto in un piatto doccia)

 

 

La “Blatta germanica” predilige ambienti umidi e alte temperature e cibo facilmente disponibile.

Si trova per lo più nei ristoranti, forni, pizzerie, nelle cucine, nelle lavanderie, negli appartamenti e nelle industrie alimentari.

Ha la capacità di arrampicarsi sulle pareti lisce e verticali, grazie a delle particolari strutture presenti sulle zampe.

A parte il fatto che possono apparire ributtanti, esse sono pericolose perché i loro escrementi sono focolaio per Nematodi, Protozoi, Cestodi, pericolosi per la salute dell'uomo.

 

Le Blatte esistono da 200 milioni di anni , ben da prima dell' uomo.

Sono capaci di vivere nei luoghi più inospitali, sporchi, caldi, freddi.

Possono adattarsi ad ogni clima e non hanno limiti, dimostrando anche come tale insetto, nonostante lo scorrere del tempo, rimane morfologicamente uguale.

La caratteristica più strana è che una volta che delle blatte restano intossicate dai veleni, in poche rimangono in vita. Divengono martiri della loro specie, permettendo ad altre blatte di mangiarle e migliorare un gene che diviene più resistente ai pesticidi.

 

Tra le metodiche per la lotta contro le blatte particolarmente efficace risulta il trattamento delle superfici di probabile transito con prodotti in grado di persistere per un discreto periodo di tempo.

Qualcuno suggerisce di disinfettare i condotti dell’acqua con abbondante cloro ( varichina)

Qualcuno suggerisce di utilizzare acido borico od acido tannico

Qualcun altro suggerisce di porre nelle case scatole con colla sulla quale porre miele ed uvetta. Questo sistema pare serva soprattutto per sapere che entità di infestazione si ha in casa

 

Tutti suggeriscono la massima pulizia, eliminando briciole di pane o biscotti, chiudendo i rifiuti negli appositi contenitori, non lasciando piatti sporchi nel lavello, chiudendo gli accessi dei lavandini e dei lavelli.

Ma la cosa più importante è la disinfestazione dei tombini dove, in genere, proliferano per salire attraverso i tubi negli appartamenti.

A farlo dovrà essere il comune ed il condominio, impiegando insetticidi in microemulsione acquosa che contengano principi attivi in associazioni di permetrina e tetrametrina sinergizzati con piperonilbutossido, che gli conferiscono rapido abbattimento e azione residua prolungata.

Se trovate blatte rosse in casa vostra chiamate immediatamente il comune e chiedete la urgente disinfestazione delle reti idriche e fognarie.

E’ importante per la salute dei vostri cari.

Pubblicato in Cronaca

Si infittisce il mistero del pane rosso ( alias frese, fresine e crostini rossi)

Abbiamo chiesto di effettuare indagini su nuovi campioni di frese, fresine e crostini delle stesse ditte produttrici che sono risultati positivi alle prime analisi( nessun pane è prodotto ad Amantea).

Bene! La novità è che queste frese, fresine e crostini bagnati con acqua distillata non solo non sono diventati rossi ma dalle analisi non è emersa la presenza di Serratia marcescens.

Ovviamente si trattava di nuovi campioni acquistati cioè in giorni diversi dai primi acquisti, ma sempre dove sono stati acquistati i primi.

E come detto sono stati bagnati con acqua distillata.

Lo abbiamo chiesto alle stesse persone che hanno esaminato i primi campioni.

Parliamo della d.ssa Adriana Perri, Tossicologa dell'Ambiente, Consulente in Sicurezza Ambientale e Alimentare che ha effettuato i prelievi, e che , ovviamente, ringraziamo a nome del sito e della comunità camporese ed amanteana

E parliamo del Laboratorio Consulchimica s.r.l. sito in San Vincenzo La Costa (CS), laboratorio accreditato, il cui direttore di laboratorio è il dott. Emilio Cribari e che ha eseguito scrupolosamente le prove richiestegli e delle quali abbiamo fornito alcune foto. Anche al dr Cribari ed al suo personale dipendente i ringraziamenti del sito e della comunità camporese ed amanteana.

Niente. Nessun segno del rosso che abbiamo visto prima.

Certo è vero che le temperature sono cambiate e probabilmente sono diverse ( più fresche) di quelle dei primissimi giorni di settembre.

Si tratta dell’acqua, allora?

Non sappiamo, ma è certo le analisi condotte dal laboratorio ha escluso la presenza di Serratia nell’acqua di Campora ed Amantea con cui frese, fresine e crostini sono stati bagnati.

Non sappiamo, invece, come sia l’acqua dei comuni nei quali sono stati prodotti frese, fresine e crostini.

Oh, non quella dell’impasto visto che la Serratia non esce “viva” dal forno, ma di quella con cui si lavano persone ed attrezzature.

L’acqua, come noto, deve essere controllata dai comuni che oggi devono abituarsi a ripetere con costanza ovviamente pubblicandone i risultati le indagini sulle acque urbane in esse rilevando la eventuale presenza di E. Coli, di batteri coliformi a 37°C e di enterococchi patogeni.

Altri dubbi in via generale potrebbero emergere da farine, lieviti ed additivi del pane

Ed anche in questo caso la soluzione dei dubbi è lasciata all’ASP cosentina che sicuramente provvederà a disporre gli opportuni prelievi e gli opportuni controlli.

I tecnici invece sono orientati a ritenere che il fenomeno incontrato possa trovare una facile origine nella insufficiente pulizia degli ambienti e delle attrezzature

La Serratia ( e non solo) infatti è spesso presente nei laboratori di produzione di prodotti alimentari nei quali cose e persone n sono sufficientemente disinfettati e puliti.

E spesso la Serratia è portata nei laboratori da vettori diversi

Parliamo delle scarpe con le quali si viene dall’esterno mantenendole ai piedi senza cambiarle( similmente ai vestiti)

Parliamo dei topi le cui feci possono contenere tali batteri, delle blatte ( vedi ) (http://www.biocity.it/blatte.php) , degli uccelli.

Ci è stata segnalata la presenza di Serratia già alcuni anni fa, trovata sui banchi di lavorazione

Un evento poi rimasto nella conoscenza di pochi ma che ha indotto, come ci hanno riferito, la abitudine all’auto produzione del pane.

Difficile credere che questa sia o debba essere la risposta

Noi riteniamo, invece, che l’ASP prima ancora dei NAS e dei comuni debbano esercitare controlli preventivi molto più accurati ed intensi.

Aspettiamo allora gli effetti di questi controlli che abbiamo sollecitato e che ci dicono essere in corso

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