BANNER-ALTO2
A+ A A-

quirinale palazzo 1 tagliato fgAttento On. Salvini al trucco del Partito Democratico. L’On. Letta, segretario del Pd che tu hai visto e con cui hai parlato stamattina prima della votazione per il Presidente della Repubblica, è un politico navigato che proviene dalla vecchia e gloriosa Democrazia Cristiana, è un uomo scaltro e astuto, molto ma molto ambizioso, e che ha imparato molto presto alla perfezione i trucchi del Partito Comunista Italiano stando insieme a D’Alema, Bersani, Veltroni, etc. Cosa chiede Letta? Un candidato condiviso con le altre forze politiche. E’ una balla, è una grande bugia. Condiviso per Letta e per tutto il centro sinistra non vuol dire nulla, non vuol dire dividere con gli altri, avere in comune, ma io scelgo e tu devi approvare. Condivisione è una parola finta. Quindi, caro Salvini, tu non troverai mai nessuna condivisione con Letta sul candidato da proporre come Presidente della Repubblica. Solo candidati proposti dal centro sinistra sono candidati condivisibili. Quelli proposti dal centro destra sono divisivi. Lo è stato Berlusconi e lo saranno anche gli altri che verranno. Il passo indietro del Cavaliere non ha risolto l’impasse per una scelta condivisa, non ha aperto nessuna strada a una mediazione. I nomi considerati condivisi e autorevoli saranno solo e soltanto quelli che proporrà il Pd e il suo Segretario. L’idea di un Capo dello Stato scelto dal centro destra, anche se nel Parlamento ha la maggioranza relativa, te la puoi scordare, sarà sempre considerata divisiva, inopportuna, inaccettabile, illegittima. Caro Salvini, se vuoi davvero portare al Quirinale un candidato a te gradito e gradito al centro destra, lascia parlare Letta e trova una sponda col M5 Stelle. Letta non si è limitato a ripetere sempre come un mantra:- No a Berlusconi- ma ha continuato a ripetere fino alla noia:. No a chiunque venga dal centro destra -. Caro Salvini, hai cercato di fare degli incontri a tutto campo, per il momento è andata male. Dubito che andrà meglio vista la posizione preconcetta di Letta.

Pubblicato in Italia

mario-draghi-1-1024x612L’Art. 83 della Costituzione Italiana così recita: Il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in seduta comune dai suoi membri. E l’Art. 84: Può essere eletto ogni cittadino che abbia compiuto 50 anni e che goda dei diritti civili e politici. Quindi, anche io e anche tutti voi, amici carissimi che mi state leggendo, se venissimo votati dal Parlamento potremmo diventare Presidente della Repubblica Italiana ricoprendo la carica più prestigiosa e più importante della Repubblica. Ma questo non accadrà mai e mettiamoci il cuore in pace, perché sin dalla nascita della Repubblica il Capo dello Stato è stato sempre scelto da un parlamentare che abbia ricoperto già un ruolo istituzionale come ex Presidente del Consiglio, come ex Presidente della Camera o del Senato, come ex Ministro, come ex Presidente della Corte Costituzionale. Noi, tutto al più, abbiamo ricoperto la carica di consiglieri comunali o di assessori di piccoli ed insignificanti Comuni. Lasciamo ad altri, dunque, la possibilità di diventare Presidente della Repubblica. E Mario Draghi, l’attuale Presidente del Consiglio eletto da una ampia maggioranza parlamentare mai vista prima, potrebbe diventare Presidente della Repubblica? Potrebbe traslocare da Palazzo Chigi al Quirinale senza combinare qualche sconquasso? Certamente. Ed è inutile girarci intorno e far finta di niente. Mario Draghi al Quirinale vorrebbe andarci eccome. Qualche giornalista ha scritto, e da più di un mese solo di questo si parla nei talk show e sui giornali, che se Draghi diventasse Presidente della Repubblica sarebbe una catastrofe. Esagerato. Certamente, però, nel Parlamento ci sarebbe un bel sconquasso. Alcune forze politiche vorrebbero lo scioglimento anticipato delle Camere per andare subito al voto, come la Lega e Fratelli d’Italia. Altre, invece, hanno paura del voto e vorrebbero, auspicherebbero, esigerebbero che la legislatura continui fino alla sua naturale scadenza così molti Parlamentari che sicuramente non saranno più eletti nella prossima tornata elettorale perché il Parlamento sarà dimezzato avrebbero così diritto a percepire la pensione parlamentare. E allora? E qui mi sovviene un proverbio calabrese:- E cca c’è su spine e llà ci sono calabruni, dove ti vuoi jettare ti jietti-! Ci sarà senz’altro maretta sia che Mario Draghi rimanga a Palazzo Chigi sia che traslochi al Quirinale. Dante aiutami tu a descrivere questa ingarbugliata situazione in cui si troverebbe l’Italia, il Governo, il Parlamento:- Nave senza nocchiero in gran tempesta, non donna di provincia ma bordello-. Ci sarebbe un gran bordello e tutti ma proprio tutti tirerebbero il povero Draghi per la giacchetta. Cambiare il Presidente del Consiglio proprio ora, in piena pandemia e con molte cose ancora irrisole e con la situazione sanitaria che sta peggiorando e con le riforme richieste da Bruxelles appena incominciate è davvero un rischio. Ma questo rischio è necessario affrontarlo per il bene del Paese nel migliore dei modi, perché Mattarella si è detto indisponibile ad un reincarico. Draghi, invece al Quirinale vorrebbe andarci, eccome. Lo ha detto anche lui.- Sono un nonno delle istituzioni -. Se venisse quindi eletto Presidente della Repubblica, me lo auguro sinceramente al primo turno con una amplissima e bulgarissima maggioranza, nulla cambierebbe. Si eleggerebbe un nuovo Presidente del Consiglio con l’attuale maggioranza parlamentare perché nessuno vuole una crisi di Governo al buio-. Il cammino del famoso Pnrr rallenterebbe, naufragherebbe la riforma del patto di stabilità, lo spread salirebbe. E chi pagherebbe il costo di questa crisi? Noi, ovviamente. E allora, mandiamo al Quirinale un altro personaggio politico fidato e competente e Mario Draghi lasciamolo dov’è. Facciamo finire la Legislatura e poi andiamo al voto. Amen.

Pubblicato in Italia

conte preDopo due lunghi mesi di tira e molla la crisi governativa ora è davvero in atto. Conte ieri è salito al Quirinale ed ha rassegnato le proprie dimissioni e del Governo nelle mani del Presidente della Repubblica, il quale, già da mercoledì pomeriggio inizierà le consultazioni con i partiti politici. I Deputati e Senatori che dovrebbero formare un nuovo gruppo politico in vista di un Conte ter sono già al lavoro. Ci sono, ci sono fanno sapere, ma al momento sono ancora pochi e la costituzione del gruppo non ha ancora preso forma. Il punto, però, è un altro. Questi parlamentari raccattati, arruolati con la promessa di qualche posto importante nel nuovo Governo, non è che faranno aumentare il numero della maggioranza. Tutti hanno votato sia alla Camera che al Senato la fiducia a Conte. Quindi gravitavano già nell’alveo della maggioranza. Si sono rimescolate le carte ma da un punto di vista numerico non cambia nulla. Conte bis poteva contare su 156 Senatori, Conte ter, se ci sarà, potrà contare sempre su 156 Senatori. Non cambierà nulla, ma proprio nulla. La maggioranza al Senato non si è allargata fino ad oggi. Per allargarla sarà necessaria l’adesione di altri Senatori che finora hanno fatto parte dell’opposizione e che non si trovano, purtroppo. Forse i responsabili, i costruttori, i voltagabbana ci sono, ma per il momento sono invisibili. Ancora non sono usciti allo scoperto. Hanno paura. Ci saranno delle sorprese, ma noi fino ad oggi non abbiamo visto nulla. Tutto è rimasto come prima. Ma quando Mattarella dovrà decidere a chi affidare il nuovo incarico di formare il governo non basteranno le promesse, o i si dice, o vedremo. Ci vorranno numeri certificati e adesioni vere non fasulle. La senatrice Binetti continua a garantire la lealtà al suo partito. L’UDC ha garantito che non lascerà il centro destra. Nessuna fuga si intravede. Le consultazioni dureranno fino a giovedì, poi il Presidente Mattarella scioglierà la riserva e darà il nuovo incarico e non è detto, non è assolutamente scontato che lo ridia a Conte, perché, come abbiamo visto, i numeri al Senato sono sempre gli stessi. E se sono gli stessi Conte non potrà formare una nuova maggioranza più stabile e compatta rispetto a quella raccogliticcia della settimana scorsa. E insomma, come andrà a finire? Andrà a finire, se Conte davvero vuole ritornare a Palazzo Chigi, che dovrà formare una nuova maggioranza con il rientro di Renzi e di Italia Viva dalla porta principale. Con quel Renzi che aveva mandato al diavolo e che non voleva più nulla a che fare. Visto cosa dovrà fare Conte per salvare la poltrona? Se non avesse posto il veto sull’ex rottamatore forse la vera crisi politica sarebbe già in via di soluzione. Si è fidato di Tabacci e di Mastella e della solita truppa di raccattati. Con questi non andrà lontano.

Pubblicato in Italia

renzi3Il Presidente del Consiglio Dott. Matteo Renzi sconfitto sonoramente alle urne dagli italiani nel referendum costituzionale da lui voluto si è finalmente dimesso da Capo del Governo.

 

Deve lasciare Palazzo Chigi che ha occupato abusivamente per lunghi 1000 giorni.

Era stato messo in quel posto non dagli italiani, ma dai poteri forti che ancora oggi comandano in Italia, purtroppo.

 

Cantava Mina tanti anni fa: "La musica è finita, gli amici se ne vanno…. Nemmeno una parola, l’accenno di un saluto".

Su carta intestata di Palazzo Chigi ha scritto Ciao, avrebbe dovuto scrivere addio.

Ti dico addio nascondendo la malinconia sotto l’ombra di un sorriso.

Ora cosa farà? Davvero vorrà abbandonare la politica e ritirarsi a vita privata? Succederà a se stesso?

 

Sono sicuro che, conoscendo abbastanza bene questo personaggio, non abbandonerà la politica e non si ritirerà nella sua amata Pontassieve a giocare con i figli alla Play Station, perché ha in mente un progetto molto, ma molto ambizioso: fare piazza pulita dei suoi oppositori interni.

Non accetterà mai l’incarico dal Presidente della Repubblica di formare un nuovo governo con la stessa maggioranza parlamentare, perderebbe definitivamente la faccia. Diventerebbe lo zimbello della satira in tutte le rete televisive italiane ed estere. Sarebbe paragonato a quell’ambizioso Amintore Fanfani, toscanaccio come lui, che venne apostrofato con l’appellativo di :- Rieccolo-. Se davvero Renzi ha in mente di fare piazza pulita all’interno del suo partito, il Presidente Mattarella dovrebbe almeno affidare l’incarico ad un uomo politico a lui fedele che duri almeno fino a settembre prossimo in modo che lui possa convocare un congresso, vincerlo e poi ricandidarsi a Premier alle elezioni. Renzi è giovane, è un politico molto ambizioso, solo questo sa fare, lui che non ha mai lavorato. La sconfitta al referendum non lo ha abbattuto, lo ha galvanizzato.

 

E’ convinto che il 40% dei voti ottenuti appartengono al suo partito. Sbaglia.

Dentro quel 40% c’è di tutto, anche chi non voterà mai Pd. La commozione, le lacrimucce la notte del 4 dicembre non sono state vere. Renzi ha finto quando lo spoglio delle schede elettorali non era ancora terminato ha rassegnato le dimissioni.

Le dimissioni vere si danno al Capo dello Stato non in televisione.

Renzi è un bravo attore, un prestigiatore, un furbacchione che con la sua parlantina ha preso in giro milioni di italiani facendo credere che ha abbassato le tasse, che la disoccupazione è diminuita, che le cose in Italia vanno a gonfie vele e che senza di lui l’Italia andrebbe in rovina. Non dice che i senzatetto sono aumentati, che i giovani sono più poveri dei nonni, che 5 milioni di italiani vivono in povertà, che il debito pubblico è alle stelle. Renzi, il rottamatore, che avrebbe dovuto mandare tutto l’establishment a casa, che ha cavalcato i miti dell’anticasta, ora ha paura, ha la certezza che questa volta a casa dovrà andare proprio lui.

Gli amici si sono defilati.

 

Fino a quando aveva il vento a suo favore era incensato, riverito, lodato, ora, che è caduto nella polvere, gli amici l’hanno lasciato solo.

Sono rimasti fedeli quei parlamentari che hanno una sola legislatura e non vogliono andare al voto e che rappresentano solo se stessi e che sono senza voti. Sono i quaquaraqua, i voltagabbana che hanno cambiato schieramento politico per avere qualche privilegio. Contano come il due di picche. Li abbiamo visti ieri salire al Quirinale. Il Presidente Mattarella, come vuole la prassi, li ha dovuti ascoltare, soppesare il loro parere con l’obiettivo di superare al più presto la crisi del 63° Governo Italiano indicando un nuovo Premier.

Pubblicato in Italia
BANNER-ALTO2

I Racconti

© 2010 - 2021 TirrenoNews.Info | Liberatoria: Questo sito è un servizio gratuito che fornisce ai navigatori della rete informazioni di carattere generale. Conseguentemente non può rappresentare una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità predefinita. Non può, pertanto, essere considerato un prodotto editoriale ai sensi della legge 62 del 7 marzo 2001. L'Autore del sito non è responsabile dei commenti inseriti nei post o dell’utilizzo illegale da parte degli utenti delle informazioni contenute e del software scaricato ne potrà assumere responsabilità alcuna in relazione ad eventuali danni a persone e/o attrezzature informatiche a seguito degli accessi e/o prelevamenti di pagine presenti nel sito. Eventuali commenti lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di persone terze non sono da attribuirsi all’autore del sito, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima o criptata. Nei limiti del possibile, si cercherà, comunque, di sottoporli a moderazione. Gli articoli sono pubblicati sotto “Licenza Creative Commons”: dunque, è possibile riprodurli, distribuirli, rappresentarli o recitarli in pubblico ma a condizione che non venga alterato in alcun modo il loro contenuto, che venga sempre citata la fonte (ossia l’Autore). Alcune immagini pubblicate (foto, video) potrebbero essere tratte da Internet e da Tv pubbliche: qualora il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del sito che provvederà prontamente alla loro pronta. Qualunque elemento testuale, video, immagini ed altro ritenuto offensivo o coperto da diritti d'autore e copyright possono essere sollecitati inviando una e-mail all'indirizzo staff@trn-news.it. Entro 48 ore dalla ricezione della notifica, come prescritto dalla legge, lo staff di questo Blog provvederà a rimuovere il materiale in questione o rettificarne i contenuti ove esplicitamente espresso, il tutto in maniera assolutamente gratuita.

Continuando ad utilizzare questo sito l'utente acconsente all'utilizzo dei cookie sul browser come descritto nella nostra cookie policy, a meno che non siano stati disattivati. È possibile modificare le impostazioni dei cookie nelle impostazioni del browser, ma parti del sito potrebbero non funzionare correttamente. Informazioni sulla Privacy