
Tutti coloro che hanno dimestichezza con internet e le vendite online conoscono sicuramente uno dei principali colossi di tale settore, Groupon. L’azienda, leader mondiale negli acquisti online e nel commercio locale, ha saputo nel tempo conquistare i cuori di una clientela multietnica e internazionale, con una continua visione al futuro all’insegna del motto “innovare per crescere”.
Una strategia di crescita che ha come punti di riferimento i continui investimenti verso una migliore e avanzata innovazione. Un fattore che ha portato l’azienda a crescere in maniera esponenziale anche negli anni in cui la crisi attanagliava l’intero scenario internazionale. A spiegare le ragioni del successo di Groupon è Nicola Cattarossi, Managing Director di Groupon per l’Italia e la Spagna, il quale afferma che a sostenere la strategia continua di sviluppo è la convinzione che l’azienda non poteva seguire le stesse dinamiche della concorrenza. Proprio per questo Groupon ha rivoluzionato ed evoluto il proprio business attraverso la messa in campo di grandi investimenti. Ora non è più l’azienda a spingere, ma è il cliente che raggiunge l’azienda a cercare le offerte, in una logica che va a premiare più la qualità che la quantità.
Il noto portale di vendite è dal 2010 un vero fenomeno di massa per il pubblico italiano. E’ stato il primo sito web a introdurre nel nostro paese la filosofia degli acquisti di gruppo basati su coupon, proponendosi, nei momenti di piena crisi economica, come un’occasione per non rinunciare a momenti di svago, alla tutela della propria salute, sfruttando i vantaggi derivati dai costi ridotti. Pranzi, cene, viaggi, giornate in spa e servizi di estetica, ma anche cure mediche e dentistiche, un’idea vincente che è riuscita ad affermarsi e a far nasce un nuovo mercato, e un nuovo modo di acquistare, che genera come conseguenza, una riduzione del prezzo finale.
Oggi Groupon si presenta con una veste completamente rinnovata che gli ha permesso di superare il momento di difficoltà vissuto da tutti i portali web di questo genere. La concorrenza, cresciuta in modo esponenziale in questi anni, ha registrato una pesante battuta d’arresto, e la stessa Groupon, leader del settore, ha dovuto tagliare, nell’ottica di una nuova riorganizzazione, quasi il 10% del personale. Questo non è stato solo un taglio della forza lavoro ma bensì una vera rivoluzione che ha trasformato il portale di acquisti online in un vero e proprio marketplace.
Cattarossi spiega che Groupon non è più quello di sei anni fa, le strategie sono cambiate, ma soprattutto la tecnologia moderna offre servizi molto più ricchi di quelli che c’erano nel 2010. Un modo di operare che va in contrapposizione alla visione monodirezionale utilizzata in passato, quando per raggiungere gli utenti si utilizzavano nelle newsletter piene di offerte.
Grazie a questa metamorfosi, il nuovo Groupon ottiene, ogni settimana, circa 4 milioni di visitatori, che navigano sul portale con la finalità di ricercare e acquistare offerte, ma anche raccogliere informazioni sui prodotti attraverso il motore di ricerca interno che offre una finestra su oltre 11mila prodotti a catalogo.
Ha fatto molto scalpore la notizia apparsa sui giornali che una anziana signora sviene mentre era in un supermercato di Padova perché malnutrita e che non mangiava piatti caldi da diverse settimane. Siamo a Padova e non in Calabria e una anziana signora di 76 si aggira tra gli scaffali alla ricerca di cibo in scatola e scatolette. All’improvviso sviene e cade per terra. In suo aiuto interviene un medico che anche lui si trovava nel supermercato che stava facendo la spesa. Dopo pochi minuti, però, l’anziana signora si riprende e racconta al medico e al personale del supermercato accorso che mangia poco e non ha neppure i soldi per riscaldarsi durante questo crudo inverno. Nell’appartamento in cui vive ha chiuso il gas e non può più scaldare il cibo e cucinare, quindi è costretta a nutrirsi di cibo freddo e in scatola. Il fatto è successo alcuni giorni fa al supermercato della catena Alì, nel popoloso quartiere dell’Arcella di Padova. Appena ripresa conoscenza il medico ha incominciato ad interrogarla e la signora ha raccontata questa triste storia. Vive da sola in un appartamento della periferia della città con la pensione minima che non le consente di pagare le bollette del gas per la cucina e per il riscaldamento. E’ costretta a dormire al freddo e a indossare molti indumenti di lana. E siccome i soldi non bastano è costretta a mangiare soltanto cibo freddo in scatola che l’ha molto indebolita. Dopo l’intervento del medico l’anziana signora è stata accompagnata all’ospedale di Padova. E’ stata visitata dai medici del pronto soccorso e poi dimessa. Sono stati allertati il Comune di Padova e i servizi sociali i quali il giorno successivo hanno fatto sapere che conoscono molto bene la situazione della signora anziana, la quale, da sempre, ha rifiutato l’aiuto che le veniva offerto. Ma i vicini di casa che ben conoscono la signora hanno detto che è totalmente autosufficiente, ha i soldi per cucinare e riscaldarsi, ma è così tirchia che tiene la casa fredda e non cucina perché vuole risparmiare. Qual è la verità? Il Comune di Padova segue la situazione e sta studiando come offrirle un aiuto. Anche nel mio paese, e parlo di alcuni anni fa, vivevano alcune persone che sembravano in miseria. Nei paesi tutti si conoscono e quindi tutti hanno cercato di aiutarle portando in dono cibo e indumenti. Quando sono morte, però, abbiamo appreso che avevano depositato nell’Ufficio Postale migliaia di lire in libretti intestati ai figli che lavoravano all’estero.
Anche il nostro amico Francesco Gagliardi, come tanti altri,è rimasto “toccato” dal comportamento di Lavinia Flavia Cassaro, insegnante dell’Istituto Comprensivo Leonardo Da Vinci di Torino, una scuola elementare nella periferia Nord della città, che una settimana fa, durante una manifestazione antifascista, ha inveito contro un cordone di agenti di polizia in assetto antisommossa gridando: “Vigliacchi, mi fate schifo, dovete morire”
Ecco il suo pensiero: “ Così scrive un poliziotto in pensione alla figlia di un suo collega ancora in servizio che nei giorni scorsi aveva spedito una lettera aperta a quella maestra di Torino che durante le manifestazioni di piazza aveva augurato la morte al suo caro papà.
E’ una lettera che fa venire la pelle d’oca ed è molto commovente.
Nella foto si vede la maestra che in primo piano e con una bottiglia di birra in mano insulta le forze dell’ordine schierate.
La maestra antifascista, ma il fascismo benedetta figlia è morto 70 anni fa, che manifesta contro Casa Pound, è la fascista perfetta, arrogante, volgare, fanatica con gli occhi strabuzzati e la bocca sguaiata che augura la morte ai poliziotti che stanno facendo il loro dovere: difesa delle istituzioni e della democrazia.
Sacrificano la loro vita con stipendi di fame.
Sono sempre presenti nel momento del bisogno.
E malgrado ciò devono subire volgari aggressioni da parte di coloro che a parole si proclamano antifascisti e poi usano gli stessi violenti metodi.
Andrebbe licenziata in tronco.
Mi auguro che il Ministro della Pubblica Istruzione prenda severi provvedimenti contro questa maestra per i danni che potrebbe ancora fare ai bambini di quella scuola di Torino e per quelli che ha già fatto alla nobile categoria degli insegnanti.
La scuola italiana, purtroppo, dal 1968 in poi ha avuto tanti cattivi maestri. Ci mancava solo Lei.
"Quando si allaccia gli anfibi, abbraccialo e respira il suo respiro", forse perché sarà l’ultima volta che vedrà ancora il suo papà ancora in vita.
di Francesco Gagliardi insegnante.
“ Cara figlia di un collega, ti ringrazio per la lettera che hai scritto in difesa delle forze dell'ordine.
Ti ringrazio da ex appartenente della Polizia di Stato.
Le tue parole mi hanno fatto tornare indietro nel tempo, quando, dopo i mesi di corso ho giurato con allora Ministro dell'Interno Scalfaro fedeltà allo Stato e alla Patria.
Avevo 19 anni e quel grido partito dal cuore, mi ha accompagnato fino ad circa 2 anni fa, anno in cui sono andato in pensione.
In questi anni di servizio come hai descritto tu, la mia famiglia ha molte foto delle feste comandate dove io non ci sono, compleanni di mio figlio dove io non ci sono perché comandato di servizio.
Ho avuto un incidente con la Volante dove solo per miracolo non ci siamo ammazzati, più volte sono stato malmenato, deriso , offeso, offese estese anche alla famiglia parole irripetibili rivolte a madri sorelle ecc. ecc.
Mi sono chiesto tantissime volte se tutto questo era giusto, se tutto questo era il prezzo da pagare perché indossavo una divisa.
Ancora oggi non ho trovato una risposta.
Vedere una maestra che insulta e minacci i colleghi con una cattiveria inaudita mi ha fatto pensare che ormai non si parla più di democrazia ma di anarchia allo stato puro.
Ognuno può esternare quello che pensa come vuole non curandosi del rispetto delle persone e delle istituzioni.
Stiamo pagando il prezzo della troppa democrazia a senso unico.
Nessuno chiede mai cosa pensiamo noi poliziotti, noi non possiamo avere ne un pensiero e tanto meno possiamo esternarlo e sopratutto non possiamo esternare la nostra paura.
Noi indossiamo una divisa e non possiamo criticare nessuno.
E questa la chiamate democrazia.
I nostri politici ci usano come meri esecutori di ordini – disposizioni.
Anche noi abbiamo un cuore e nessuno ci ha insegnato ad estraniarci dalla realtà, con quel finto distacco istituzionale dalle cose.
Noi siamo coinvolti sempre e comunque, ognuno con le proprie sensibilità e idee politiche.
In piazza ci siamo noi con il cuore in gola dalla paura e nelle nostre case i nostri familiari durante le manifestazioni non guardano più i media per non morire di crepacuore.
Abbandonati dai nostri politici, noi continuiamo a combattere giornalmente per la sicurezza anche di quella maestra e dei suoi familiari.
Combattiamo una guerra che sappiamo persa da tempo ma che noi continueremo a combattere per l'amore dei nostri figli.
Sai cosa ti dico cara figlia, quando tuo padre si allaccia gli anfibi, guardalo negli occhi, stringilo forte, respira il suo respiro, digli che è la persona più importante, solo così lo potrai aiutare nei momenti di paura quando dovrà chiudere il casco e sperare di poter accarezzarti ancora.”