
Amici, è vero, non c’è pace tra gli ulivi. Ma oggi, però, non vi parlerò di un noto film degli anni 50 con la bravissima Lucia Bosè, ma vi parlerò di una bufera politico giudiziaria che questa mattina ha sconvolto tutta la Calabria e che ha già preso il posto nelle prime pagine dei giornali: -Appalti in Calabria, trema il Pd: il Presidente Oliverio è nei guai-.- Appalti truccati e corruzione per le grandi opere. Bufera sulla Regione e sul Comune di Cosenza-. Così il televideo della RAI:- Calabria, 20 indagati per appalti pubblici-. E il televideo di Mediaset:-Appalti Calabria, indagato Oliverio. Nei guai anche il Sindaco di Cosenza -. Tutti hanno ricevuto un avviso di garanzia dalla Procura di Catanzaro. E torna a far discutere il disarcionamento del Sindaco Mario Occhiuto nel lontano 2016. Tutti ancora ricordano come finì la prima avventura di Mario Occhiuto alla guida del Comune di Cosenza. Pochi mesi prima che il suo mandato di Sindaco terminasse i consiglieri di minoranza e alcuni consiglieri di maggioranza davanti ad un notaio firmarono le proprie dimissioni dalla carica di consiglieri comunali per far cadere il Sindaco. E il Sindaco cadde, il Prefetto nominò un Commissario Prefettizio e poi si andò a nuove elezioni. Stravinse nuovamente Mario Occhiuto. Sbaragliò gli avversari che ancora si leccano le ferite. Tutto finito. Macché. Ora, a distanza di tre anni, i Magistrati della DDA di Catanzaro hanno indagato a fondo e sono venuti alla conclusione che dietro quella decisione non c’era nulla di politico. E l’artefice principale, secondo l’accusa, è Luigi Incarnato, all’epoca Consigliere e Assessore Regionale della Regione Calabria. Per questa triste e insolita vicenda sono indagati diverse persone tra cui l’attuale Governatore della Calabria On. Mario Oliverio e l’ex Consigliere Regionale On. Nicola Adamo. Nel mirino dell’inchiesta oltre al complotto ai danni del Sindaco di Cosenza in particolare ci sono due opere pubbliche: la metropolitana leggera che dovrebbe collegare Cosenza con Rende e l’erigente nuovo ospedale di Cosenza nonché il Museo di Alarico. Molte sono le accuse contestate, tra le altre quella che ha destato molto scalpore, è l’associazione a delinquere. Cos’è l’associazione a delinquere? E’ un delitto contro l’ordine pubblico previsto dall’Art.416 del codice penale italiano. Per la Treccani l’associazione per delinquere è un “ organismo plurisoggettivo composto da tre o più persone capace di realizzare un programma criminoso”. Tra i reati ipotizzati c’è la turbativa d’asta, frode in pubbliche forniture, corruzione. Tutti, però, si difendono e si dichiarano estranei ai fatti. Sono accuse infamanti, risibili e infondate e chiedono di essere sentiti al più presto dai Magistrati per chiarire la vicenda. Comunque la bufera politico giudiziaria di questa mattina ha già lasciato il segno e avrà certamente strascichi non solo nella consultazione elettorale per il rinnovo del Consiglio Regionale Calabrese ma anche nelle scelte dei candidati a Presidente della Regione. Oliverio chiede la riconferma e Occhiuto è il candidato unico in pectore del centro destra.
A Casal Bruciato, zona est di Roma, si rischia una nuova Torre Maura con i residenti in strada e i rom scortati dalle forze dell'ordine.
Da ieri mattina poliziotti, carabinieri e agenti della Polizia Locale sono in strada, in via Satta, ove al civico 20 è stato assegnato un alloggio popolare a una famiglia rom costituita da un padre bosniaco di 40 anni , la moglie e 12 figli.
Quattordici persone provenienti dal campo La Barbuta andranno ad abitare in un appartamento di nemmeno 100 metri quadri.
"I residenti del quartiere stamattina mi hanno chiamato per chiedermi supporto sull'onda di una anomala situazione in via Facchinetti - spiega all'Adnkronos Stefano Borrelli, esponente del coordinamento d'azione del IV municipio - dove si è riusciti a scongiurare una assegnazione, sempre a una famiglia rom.
Sempre oggi, tra l'altro, la stessa cosa sta avvenendo a Casal de'pazzi, ormai una consuetudine". "I quattordici rom che si sono visti assegnare la casa sono scortati da quaranta tra poliziotti, carabinieri e vigili urbani - aggiunge Borrelli –
Alla fine sono diventati come i parlamentari, anzi, hanno più scorta loro".
E' in corso un presidio di alcuni residenti di Casal Bruciato per protestare contro l'assegnazione.
"Da quanto ci risulta in zona Casal Bruciato, via Satta n.20, l'amministrazione 5 Stelle avrebbe assegnato un nuovo alloggio popolare a una famiglia rom" dice Fabrizio Ghera, capogruppo alla Regione Lazio e candidato alle elezioni europee nel collegio Italia-Centro.
"Si tratterebbe di 14 persone, provenienti dal campo La Barbuta, che andrebbero ad abitare tutti insieme nello stesso appartamento. Sempre in queste ore analoga situazione è accaduta in via Schopenhauer n.66 dove un'altra famiglia rom ha ottenuto una casa popolare, e stranamente con una domanda fatta nel 2018: se ciò risultasse vero significa che avrebbe saltato le graduatorie".
"Dopo via Facchinetti, nel IV Municipio spuntano assegnazioni ai nomadi di dubbia legittimità. Ma la sindaca non aveva promesso che avrebbe chiuso tutti gli insediamenti? - conclude - da Casal Bruciato a Casal De Pazzi la Raggi continua a dare case ai rom. Una vergogna, uno schiaffo a tutte quelle famiglie italiane senza un tetto".
l problema è che il ministero dell’Interno (vedi la circolare 7170 del 18 novembre 2009), ha invitato i Comuni a prendere come riferimento per la assegnazione degli alloggi popolari il “Decreto 5 luglio del 1975 del Ministero della sanità che stabilisce i requisiti igienico-sanitari principali dei locali di abitazione e che precisa anche i requisiti minimi di superficie degli alloggi, in relazione al numero previsto degli occupanti”.
Per questo NON può essere assegnata una casa di nemmeno 100 mq a 14 persone perché non sussistono i minimi requisiti sanitari.
Se l’Italia fosse un paese normale a quest’ora il Governo sarebbe caduto e il Presidente della Repubblica avrebbe già sciolto il Parlamento e indette nuove elezioni politiche anticipate. Ma l’Italia è l’Italia, e quindi il Governo continua a mal governare. Ma è già in gravi crisi, però. Chi lo farà cadere? Chi aprirà per primo la crisi? Conte, Di Maio o Salvini? Il Governo si scioglierà come neve al sole? Il caso del sottosegretario leghista Armando Siri accusato di corruzione per aver favorito un imprenditore in cambio di una presunta tangente di 30 mila euro ha catalizzato l’attenzione dell’opinione pubblica e tutti i giornali nazionali hanno raccontato alcuni retroscena. Il Premier Conte ha chiesto le sue dimissioni e il caso Siri sarà discusso al prossimo Consiglio dei Ministri. Con voto o senza voto? Se Siri si dimetterà spontaneamente non ci sarà nessun voto altrimenti sarà il Consiglio dei Ministri a prendere la decisione finale a maggioranza. E il M5S ha la maggioranza nel Consiglio. E Salvini cosa farà? Abbandonerà per protesta il Consiglio dei Ministri per non assecondare la revoca del suo rappresentante nel Governo oppure aprirà la crisi di Governo per difenderlo? Le prime pagine dei giornali sono tutte dedicate al caso Siri e ai retroscena politici. “Conte sfida Salvini”. “Salvini si arrende”. “Governo è in crisi”. “Schiaffo di Conte alla Lega”. “Di Maio pressa e Conte licenzia”. Matteo Salvini dissimula tranquillità ma è furibondo. Non sa che pesci prendere. L’aut aut di Conte lo ha messo in imbarazzo:- Conte è un carnefice, non ha più la mia fiducia. Con il M5S è finita. Di Maio è il mandante, Conte esegue. Vogliono davvero la crisi in piena campagna elettorale?-. Risponde Di Maio:- La Lega ha pianificato di far saltare tutto dopo il voto. E tutto questo per cosa? Per una poltrona? Per non mollare un loro indagato per corruzione?- Litigano giorno e notte come i ladri di Pisa, non si telefonano più, non si incontrano più .Litigano finanche sui grembiulini degli alunni delle scuole elementari. Però nessuno vuole davvero aprire una crisi di Governo, ne uscirebbero con le ossa rotte. Almeno per ora, forse dopo le elezioni europee del prossimo 26 maggio. Per il momento anche il premier Conte rassicura gli italiani che non ci sarà nessuna crisi, non ci sarà nessuna conta al Consiglio dei Ministri. Per il M5S e per la Lega il Governo deve andare avanti. Salvini incalza:- Io penso a lavorare. Il Governo durerà, e questo lo ripete da sempre come un mantra, altri 4 anni e agli italiani frega niente di quello che titolano i giornali e i telegiornali che ricorrono polemiche inutili. E’ per questo che vendono sempre meno e i dibattiti Tv perdono ascolto-. Accusa i giornali e i telegiornali che alimentano polemiche, che diffondono, secondo lui, false notizie e false dichiarazioni. Non sanno più cosa dire e cosa fare e se la prendono con i giornalisti che riportano esattamente le loro dichiarazioni. Cadrà il Governo? No. Perché sia Salvini, che Conte e Di Maio sono abbarbicati alle poltrone ministeriali come l’edera. Fingono di litigare, si prendono a pesci in faccia, ma poi, per il bene del paese, dicono loro, andiamo avanti. Peccato, avevo sperato ad una crisi di Governo prima delle elezioni di maggio. In ogni caso questo Governo così com’è non potrà continuare a lungo, perché sta facendo danni enormi al paese, ha perso credibilità, e la gente è stanca, non ha più fiducia in loro. Non si vive di solo quota cento o di reddito di cittadinanza. Per un buon Governo ci vuole dell’altro. I dilettanti allo sbaraglio vanno benissimo alla Corrida, ma alla Camera, al Senato e soprattutto al Governo ci vogliono persone serie, equilibrate, preparate. E il clima di guerra fredda tra gli alleati di Governo continua e Di Maio e Salvini addebitano alla stampa i loro insuccessi e le loro sconfitte.