Andando verso sud, appena passi il porto di Amantea, a sinistra, e la Principessa, a destra, ti trovi a percorrere alcuni km vista mare
Solo che invece di pescatori a vendere pesci o di contadini a vendere cipolle rosse dolci trovi donne di tutto il mondo a vendere se stesse.
Esposte al sole, al vento, alla pioggia, spesso poco vestite se non parzialmente nude, voltano le spalle mostrando il proprio lato B , se hanno paura di essere riconosciute o se sono ben dotate, o ti guardano diritto negli occhi quasi con aria di sfida, tanto…
Già tanto il loro mestiere sarà anche il più antico del mondo, ma sembra forse anche il più attuale.
L’unico per il quale non c’è bisogno di licenza, non c’è bisogno di partita iva, non c’è bisogno di iscrizione alla camera di Commercio od all’INPS ed all’Inail
Non devi avere nemmeno il permesso di soggiorno, tanto nessuno ti tocca, nessuno ti ferma.
È l’attività più garantita al mondo
E le ragazze sono quasi tutte belle e giovanissime.
Talvolta perfino minorenni
Vengono da tutto il mondo , dall’Africa, dall’Asia, dal sud America, dall’est Europa.
E si assiste anche ad un ritorno delle italiane . La crisi e la povertà , i licenziamenti e il lavoro precario, sono le componenti di quella disperazione spinge alla prostituzione.
Lo dicono gli operatori sociali delle Unità di strada che operano sul territorio.
Una attività per sopravvivere , per pagare le bollette, l’affitto e magari anche per mantenere i figli.
Qualcuno passa senza nemmeno girare gli occhi, in particolare se a fianco ha una donna, non importa chi sia : la madre, la moglie o la fidanzata od una qualsiasi donna.
Qualcuno, invece, non solo gira la testa, pronto ad afferrare tutti i particolari della visione, ma rallenta con il rischio di provocare un incidente.
Qualcuno, come il nostro lettore ( che ci ha inviato la foto) , si arrabbia, si indispettisce.
La ragazzina che viaggia con te sull’auto, o che percorre la statale sullo scuolabus, si interroga su quanto vede, scoprendo così nel modo peggiore che le donne si offrono, o sono costrette ad offrirsi, che per lo più sono sfruttate se non schiave di uomini o di donne che rubano loro i passaporti, che le condizionano in mille modi, che le malmenano, minacciano, ricattano.
E loro forse pensano alle donne che fanno shopping in via Montenapoleone a Milano od in Corso Mazzini a Cosenza.
Niente di che, il nostro fenomeno fatto di qualche decina di ragazze e di qualche transessuale, pensando che l’ultima indagine specifica della commissione Affari Sociali della Camera dice che in Italia sono circa 70.000 donne vendono il loro corpo, che 25.000 di esse sembrano essere le immigrate, 2.000 le minorenni e più di 2.000 le donne costrette con la forza a prostituirsi. Ed occorre pur dire che sempre secondo l’indagine, solo il 65% delle prostitute lavora in strada, mentre il 29,1% lavora in albergo, e meno del 5 % in case private.
Intanto le malattie sessuali sono in continuo aumento (I numeri forniti dall'agenzia europea parlano di più di 344mila casi di clamidia notificati nel continente nel 2009, con un aumento costante negli ultimi 10 anni che ha portato a un raddoppio dell'incidenza da 143 ogni 100mila abitanti a 332).
Forse qualche riflessione si impone