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LameziaTerme: 52 arresti e 3 politici indagati:«Faremo come Falcone e Borsellino»

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I carabinieri di Catanzaro hanno arrestato, su ordine della Direzione Distrettuale Antimafia, 52 affiliati alla cosca di ‘ndrangheta “Cerra – Torcasio - Gualtieri” attiva nella piana di Lamezia.

 

Sono tutti ritenuti responsabili di associazione di tipo mafioso, traffico illecito di sostanze stupefacenti, possesso illegale di armi ed esplosivi, estorsione, danneggiamento aggravato, rapina.

 

Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri, Miceli avrebbe spinto per l’acquisto di un grosso quantitativo di esplosivo da utilizzare per commettere danneggiamenti: “.... tra oggi e domani ... mi fa sapere quanto vogliono. Gli ho detto tu bloccali tutti ... che ... facciamo Falcone e Borsellino a Lamezia ...”.

Il messaggio, dunque, è quello di una cosca capace di acquisire esplosivo in quantitativi imponenti. Il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, ha evidenziato: «Si stavano preparando a creare un clima di terrore perché avevano già comprato ed erano arrivate a Lamezia armi da guerra, oltre che esplosivo».

 

Il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, ha evidenziato: «Si stavano preparando a creare un clima di terrore perché avevano già comprato ed erano arrivate a Lamezia armi da guerra, oltre che esplosivo».

 

Questi i nomi dei fermati:

Antonio Miceli,

Nicola Gultieri inteso "Nicolino",

Giuseppe Grande "U pruppo",

Vincenzo Grande,

Daniele Grande,

Teresa Torcasio,

Antonio Domenicano,

Mattia Mancuso,

Danilo Fiumara,

Luca Salvatore Torchia,

Ottavio Muscimarro,

Paolo Strangis,

Rosario Muraca,

Domenico De Rito inteso "Tutu'",

Alessio Morrison Gagliardi,

Emmanuel Fiorino,

Fortunato Mercuri,

Carloalberto Gigliotti,

Vincenzo Brizzi,

Michele Grillo,

Alessandro Gualtieri,

Claudio Vescio inteso "caio",

Vincenzo Strangis,

Alex Morelli detto "ciba",

Antonio Torcasio detto "pallella",

Davide Cosentino,

Ivan Di Cello detto "Ivanuzzu",

Alfonso Calfa detto "paparacchiu",

Pino Esposito,

Smeraldo Davoli,

Antonio Perri detto "Totò,

Antonio Muoio,

Giuseppe De Fazio,

Antonio Mazza,

Antonio Saladino detto "birricella",

Antonio Franceschi,

Massimo Gualtieri,

Vincenzo Catanzaro,

Antonio Francesco,

De Biase Giuseppe Costanzo,

Antonio Gullo,

Guglielmo Mastroianni,

Antonio Paola "satabanco",

Antonello Amato,

Daniele Amato,

Flavio Bevilacqua,

Salvatore Mazzotta,

Concetto Franceschi,

Saverio Torcasio,

Maurizio Caruso.

Avvisi di garanzia a tre politici lametini. Si tratta di Giuseppe Paladino, attuale vicepresidente del Consiglio comunale, Pasqualino Ruberto e Giovanni Paladino

Proprio per approfondire i legami tra ambienti politici di Lamezia Terme e la criminalità organizzata questa mattina i carabinieri hanno effettuato alcune perquisizioni.

L'ipotesi è quella di una influenza della cosca sulle ultime elezioni comunali.

 

Giovanni Bombardieri, ha parlato dei «rapporti tra le cosche e alcuni referenti politici in relazione alle ultime elezioni comunali a Lamezia, svoltesi nel 2015. Siamo riusciti, tra a monitorare l’incontro tra i vertici della cosca e un candidato che per paura di essere riconosciuto si presenta nel quartier generale del gruppo criminale tenendo sempre il cappuccio della felpa sulla testa».

Ultima modifica il Venerdì, 26 Maggio 2017 10:42
Redazione TirrenoNews

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