Esiste ancora quella bell’Amantea fatta da persone che hanno dato lustro a se stesse, alla propria famiglia ed alla città.
Va solo scoperta e portata alla luce, ieri come oggi.
Parlo di grandi e piccoli uomini, rimasti nel “paese” od emigrati.
Di gente colta o di gente semplice , ma sempre umile.
Ecco una bella pagina che presenta Gigino Aloe e che tratta dall’Auser può essere intesa come esemplificativa del nostro assunto:
“Noi amanteani di una certa età conosciamo la storia di vita e professionale di Luigi Aloe o meglio di Gigino Aloe il fratello di Roccuzzu e Roberto Aloe.
Adesso con il libro di Luigi Garlando dal titolo “Mosche, cavallette,scarafaggi e premio Nobel “ viene messo a fuoco con nitidezza l’enorme lavoro scientifico fatto dallo scienziato Amanteano.
Le sue scoperte sono state di essenziale supporto alle geniali intuizioni di Rita Levi Montalcini sul fattore di crescita nervoso siglato NGF che le valsero il primo Nobel per la medicina nel 1986.
Il libro ripercorre la difficilissima vita adolescenziale,fatta di privazioni ed enormi sacrifici che lo portarono in ultimo in Germania per lavorare ed aiutare economicamente la famiglia.
Però accanto a queste traversie e per la malattia che lo colpì con relativo ricovero in ospedale, senza nessun accanto, ricevette la visita, per iniziativa del prelato del posto del prof Rigobello di Perugia.
Quell’incontro segna la svolta di vita del futuro scienziato. Il prof lo segue, lo invita a riprendere gli studi, si diploma nel contempo gli trova un lavoro modesto nel laboratorio di biologia dell’università dove alleva scarafaggi ed insetti.
E proprio in quel periodo la “ professoressa Rita Levi Montalcini aveva bisogno in America, per le sue ricerche, di una persona capace proprio di un tale lavoro.
“Si trasferisce in America all’università Saint Louis nel Missouri e qui inizia un poderoso lavoro di laboratorio che lo porta a sensazionali scoperte.
Inutile dire quali immani sforzi abbia dovuto affrontare ma la passione per il lavoro è la curiosità, tipica degli scienziati, hanno fatto si che tutto venisse superato.
Immagino la emozione della scoperta quel 9 marzo 1968, ore 3 e 23 del mattino e poi le altre. Il libro scorre e si legge facilmente ed pieno di citazioni entusiasmanti che potrebbero essere di esempio a tanti giovani.
La vita del dottor Luigi sa di favola romanzata, ma è la realtà.
Devo aggiungere che Lui conserva lo stesso carattere di sempre, scherzoso ed affabile e per nulla fa sentire ad amici e conoscenti il peso della sua bravura ed autorevolezza.
La colta umiltà è una sua peculiarità del suo carattere. Per me che lo conosco da molti anni posso dire che è sempre Gigino che ho conosciuto da sempre.
Spero che tanti compaesani possano leggere e suggerire di leggere la fantastica vita di un normale scienziato amanteano.”