Amici, fra circa un anno cambierà l’ultimo versetto della preghiera più famosa del mondo e certamente la più cara a noi cristiani. Quando andremo in chiesa durante la Santa Messa non vedremo più il sacerdote che con le mani alzate e gli occhi rivolti al cielo ci invita a recitare la preghiera come Gesù ce l’ha insegnata. Formati al suo divino insegnamento, osiamo dire: Padre Nostro….non indurci in tentazione-. E’ cambiata la formula della preghiera, così ha stabilito la Conferenza Episcopale Italiana. Vi ricordate la formula latina che diceva: et ne nos inducas in tentationem? Ebbene in italiano che era tradotta fino ad ieri:non ci indurre in tentazione, dal prossimo anno verrà resa con la formula: Non abbandonarci alla tentazione.. “La nuova traduzione del “Padre Nostro” appare meno letterale, ma rende meglio il significato originale e aderisce senza equivoci alla dottrina cattolica che professa un Dio misericordioso, come tale non certo propenso a indurre nel peccato i suoi figli”. La nuova edizione del “Padre Nostro” dovrà ora ricevere la “Confermatio” da parte della Congregazione per il culto divino. Ci vorrà il prossimo anno. Solo allora nelle Sante Messe sarà recitato il Padre Nostro nella nuova formula votata dai 200 Vescovi presenti nell’Assemblea Generale della CEI. Ma se i sacerdoti lo vorranno potranno recitare la nuova formula anche da subito. Anche il Santo Padre ha incoraggiato la modifica del versetto finale del Padre Nostro. Papa Francesco, infatti, già un anno fa aveva aperto il dibattito sulla traduzione della preghiera, non ritenendo corretta la versione che siamo abituati a recitare (non indurci in tentazione). “Sono io a cadere non è Lui che mi butta nella tentazione per poi vedere come sono caduto. Un padre non fa questo, un padre aiuta ad alzarci subito. Chi ci induce in tentazione è Satana, è questo il mestiere di Satana”. Anche nel Gloria ci sarà un cambiamento. Non si dirà più: E pace in terra agli uomini di buona volontà, ma Pace in terra agli uomini amati dal Signore.