Domenica scorsa, cari amici, vi ho parlato di quel bambino spagnolo, Julen, precipitato in un pozzo artesiano ed estratto morto dopo dieci lunghi giorni. Le fatiche dei soccorritori sono risultate vane, come del resto anche le nostre umili preghiere. Il miracolo di estrarlo vivo non si è verificato. E paragonai questa triste storia alla storia del nostro Alfredino Rampi di Vermicino. Anche lui perse la vita in un pozzo circa 40 anni fa. Due tristi storie che hanno commosso il mondo. Ora, però, vi voglio raccontare un’altra storia che per fortuna questa volta ha un lieto fine. Siamo in America del Nord nello Stato del Nord Caroline. E’ una storia che sembra uscire dal libro Cuore di Edmondo De Amicis o dalla fantasia di qualche autore famoso. A prima vista sembra una leggenda o forse un racconto, una rumanza che le nostre nonne raccontavano ai nipotinni intorno al braciere o al caminetto durante le grigie,rigide e piovose giornate invernali. Un bambino di tre anni mentre giocava nel cortile della nonna con altri coetanei si era allontanato senza lasciare traccia. La famiglia appena se ne accorge da l’allarme e subito i soccorritori si mobilitano per la sua ricerca. Per due giorni vanno alla ricerca del bimbo, ma non lo trovano. Sono tutti preoccupati perché in quello Stato Americano d’inverno fa molto freddo e la temperatura scende al di sotto di zero gradi. Il tempo meteorologico è brutto, piove a dirotto. Un bimbo non può sopravvivere a lungo senza cibo e senza acqua e con una temperatura così rigida. E poi intorno a quei boschi dove si è cacciato il bimbo ci sono anche alcuni animali pericolosi tra cui anche gli orsi che avrebbero potuto fare del male al piccolo. Si temeva il peggio. Ma questa volta, grazie ai soccorritori, ai vigili, agli Agenti dell’FBI, il bambino è stato trovato sano e salvo che piangeva aggrovigliato in un cespuglio spinoso. Gli hanno chiesto:- Cosa hai fatto in questi lunghi e freddi giorni?- Così ha risposto senza battere ciglio:- Sono stato aiutato da un amico orso. E’ stato lui che mi ha riscaldato col suo corpo -. La storia del bambino ha catalizzato l’attenzione dei media americani, perché, come avete visto, ha dell’incredibile. Mi ha salvato un orso ha riferito appena trovato. Aiuto reale o immaginario? Il bimbo ha detto la verità o forse si è inventato tutto? Gli orsi sono amici della gente? Forse quando sono in cattività si avvicinano all’uomo, quando invece sono liberi allo stato selvaggio hanno paura dell’uomo e fuggono. Ma questa volta, secondo il racconto fatto dal bambino, l’orso non è fuggito, non ha avuto paura dell’uomo. Si è avvicinato, ha riscaldato col suo corpo il bambino infreddolito e gli ha fatto compagnia senza mai lasciarlo solo. Per me la storia è vera. Io ho creduto al bambino, perché i bambini non dicono le bugie, non mentiscono mai, dicono sempre la verità. E poi tutti noi conosciamo la storia della fondazione di Roma che facciamo imparare a scuola ai nostri studenti: la lupa che allatta Romolo e Remo. Ma forse quella è una leggenda. Ed è pure una leggenda quella di San Francesco e il lupo? Ed è pure una leggenda quella dell’asino e del bue che col loro fiato riscaldano il Bambinello nella stalla di Betlemme?