Mentre noi ci preoccupiamo del Covid 19, dei teatri, dei cinema, delle discoteche, dei campi sportivi quasi vuoti, mentre i politici nostrani a Roma discutono e litiganose abolire il green pass, cosa sarà di noi se il prezzo della benzina ogni giorno continua a salire, se da un momento all’altro potrebbero mancare le forniture di gas indispensabili per le nostre cucine e per le nostre case, in un paese non molto lontano da noi, ma che è molto importante perché da quel paese passa il gasdotto che porta il gas in Italia proveniente dalla Russia, spirano venti gelidi di guerra. Si è incominciato a sparare e ci sono stati già i primi morti. E migliaia e migliaia di persone hanno incominciato a lasciare le proprie abitazioni. La Russia ha già accolto migliaia di sfollati. Gli Stati Uniti d’Americae il Presidente Biden hanno invitato gli americani a lasciare l’Ucraina perché sono sicuri che la Russia al più presto lainvaderà. Ma una guerra porterebbe non solo lutti civili, morti di soldati e rovine, ma conseguenze inimmaginabile non solo in Europa ma nella stessa Russia. E a chi venderebbe il gas che produce? E tutte le relazioni diplomatiche andrebbero a farsi benedire. La situazione, però, è delicatissima. Un incidente potrebbe scoppiare da un momento all’altro e fare precipitare la situazione, che oggi è sotto controllo malgrado le minacce, gli spostamenti di truppe, i proclami bellicosi. La partita che si sta giocando in Ucraina è molto complessa e di difficile interpretazione, l’abbiamo scritto altre volte.E’ una partita più di nervi che di armi, malgrado i camion e carrarmati sovietici scorrazzano ai confini dell’Ucraina e gli aerei e i missili sorvolano i cieli.
Ma se dovesse scoppiare la guerra arriverebbe nelle nostre case il Gas proveniente dalla Russia? Il gasdotto passa per l’Ucraina e immediatamente ci sarebbe una interruzione. E noi come faremmo? Ritorneremmo al carbone e alla legna. Nelle nostre campagne c’è legna in abbondanza e nei nostri monti ritornerebbero i carbonari che si metterebbero subito all’opera e avremmo carboni in quantità per usarli in cucina come non molto tempo fa. E per riscaldarci, addio termosifoni, avremmo “La vrascera”.I ragazzi di oggi non la conoscono, a casa loro c’è il metano. Il riscaldamento è assicurato. E in cucina ci sono i fornelli a Gas ed elettrici. Ma con la guerra mancherebbero il Gas e l’elettricità perché l’Italia, purtroppo e grazia ai signori che in questi trenta anni ci hanno mal governato, dipende dall’approvvigionamento dall’estero. Mancando il Gas sicuramente si ritornerà alla “frissura” e alla “vrascera”. I ragazzi di oggi non sanno niente, non le hanno mai viste, forse ne hanno sentito parlare un po’ vagamente dai nonni, sempre se hanno avuto la fortuna di averli.
Se domandate ad un ragazzo di oggi cosa sia un braciere o non vi saprà rispondere oppure vi dirà che è un sottovaso finemente lavorato dove la mamma ha posto nel salotto o nel soggiorno una bella pianta ornamentale. Ecco a cosa serve oggi il bel braciere di una volta, è stato declassato ad un semplice portavasi. Invece, una volta, era ritenuto un oggetto indispensabile ed essenziale. Ma il braciere di una volta a differenza dei termosifoni di oggi spesso ubicati sotto i davanzali delle finestre o in un angolo della casa, compiva un’altra “magaria”: aveva il compito di riunire tutta la famiglia specialmente di sera. Non solo ci dava calore che riscaldava tutte le membra, ma ci dava calore umano. Stare tutti uniti, stare tutti vicini, ci faceva sentire una sola famiglia, un corpo ed un’anima sola. Il calore che emanava dal braciere ci accumunava e ci disponeva a comunicare fra di noi, a raccontare barzellette, “rumanze”, le vicende della vita, tutti i nostri pensieri, tutto il nostro vissuto, gli affanni, gli amori, i tormenti, le soddisfazioni, le gioie e le pene, diversamente da oggi, i cui componenti della famiglia non si incontrano neppure a pranzo e a cena e il calore e il tepore del termosifone non ci dispongono a stare vicini e insieme, a sentire l’uno il calore, l’umore, l’odore dell’altro. E allora, ben venga “La Vrascera”. Ma la guerra no, quella porta soltanto lutti, rovine, morte, fame e miseria. Francesco Gagliardi