La Russia ha invaso l’Ucraina e le sue forze armate stanno marciando verso la capitale Kiev bombardandola giorno e notte radendo al suolo case, edifici, palazzi, costringendo la popolazione a fuggire o a nascondersi nei bunker sotterranei. L’Unione Europea fa la voce grossa, ma non può intervenire militarmente, non può mandare le sue truppe a combattere perché l’Ucraina non è un membro della NATO. Quindi l’UE non è ancora in guerra con la Russia. Lo saremo, prego Iddio di no, se il dittatore, il pazzo Putin, dovesse dichiarare guerra ad un membro, anche al più piccolo, dell’Unione Europea e della NATO. Ieri si sono riuniti in una località della Bielorussa scelta da Putin per la seconda volta i delegati russi e ucraini per concordare una tregua, un cessate il fuoco. Si è fatto solamente un piccolo passo avanti, ci sono state le strette di mano, si sono parlati, hanno concordato un cessate il fuoco temporaneo per creare dei passi umanitari. Troppo poco a dir la verità. Ma Putin pare irremovibile. Vuole la capitolazione totale dell’Ucraina. Vuole sostituire il Presidente ucraino liberamente e democraticamente eletto con un Presidente fantoccio da lui scelto e gradito, amico della Russia. Ma questa piccola tregua darà certamente la possibilità alle migliaia e migliaia di profughi di lasciare le città bombardate e mettersi al sicuro nelle nazioni confinanti, per poi stabilirsi, nelle altre nazioni europee pronti ad accoglierli. Faranno ritorno nel loro paese? Quanto durerà l’esodo forzato? Alcune famiglie ritorneranno nella loro terra ad abbracciare i loro cari rimasti per combattere quando le bombe smetteranno di cadere e di distruggere le loro abitazioni e quando il loro sacro suolo sarà non più calpestato e violato dal nemico invasore. Per questo ci vorrà del tempo. Nel frattempo prepariamoci ad accogliere i profughi anche nelle nostre case, nei nostri villaggi. Sono donne, vecchi e bambini. Gli uomini sono rimasti, non hanno abbandonato la loro Patria, l’Ucraina ha bisogno di loro. Tutti, senza distinzione di ceto e di appartenenza politica, sono pronti fino all’estremo sacrificio per difendere la loro terra. Il momentaneo cessate il fuoco permetterà alla Croce Rossa, ai volontari, alle associazioni umanitarie, alla Caritas, specialmente dove lo scontro tra le parti è stato molto duro, di fare giungere cibo e medicinali. Al più presto ci dovrebbe essere un altro incontro, ma secondo il Presidente Francese Macron, dopo aver avuto un colloquio telefonico con Putin – Il peggio deve ancore venire -. Peggio di così ci sarebbe un bombardamento atomico con la distruzione dell’Europa. Questo potrebbe accadere e queste sono le minacce di Putin che fanno davvero paura. Ora vuole radere al suolo la resistenza del popolo ucraino che non aveva previsto, conquistare con la forza tutto l’intero paese bombardandolo, distruggendolo, incendiandolo, portarlo alla fame e alla miseria, e poi da vincitore instaurare un governo fantoccio. E gli oppositori? Nei gulag e in Siberia. Le lancette della storia sono così ritornate indietro di parecchi anni e ci ricordano tempi duri al tempo di Stalin e di Beria. Queste sono le intenzioni di Putin, non farà nessuna concessione e non farà alcun passo indietro. Vuole ritornare ai vecchi tempi, vuole rifondare la Grande Russia. Non farà mai un passo indietro perché non vuole perdere la faccia di fronte al mondo intero che finalmente si è risvegliato e ha capito, troppo tardi, le vere intenzioni di questo personaggio che sta mettendo a repentaglio la nostra esistenza. E poi? I suoi occhi sono puntati sui Balcani, sulla Finlandia, sulla Svezia, sulla Moldavia. E qui davvero uno scontro con la NATO è reale. La guerra, la terza guerra mondiale, ci sarà davvero e sarà destinata a durare a lungo. E quando finirà le cose non saranno più come prima. E intanto da tutte le città d’Italia si raccolgono cibi e medicinali da spedire in Ucraina. Anche da Cosenza sono partiti pullman e Tir carichi di cibo, acqua, medicinali, indumenti, coperte e finanche giocattoli per i più piccini. I Cosentini sono stati straordinari. La raccolta è stata momentaneamente interrotta perché troppo abbondante e non c’era più posto nei Tir pronti a partire. Anche la Onlus di Padre Fedele si è mossa prontamente come al solito e ora ha invitato la popolazione a fermarsi con le donazioni per poi riprendere la prossima settimana quando saranno pronti altri pullman e altri Tir. L’Università della Calabria ha offerto 15 borse di studio con vitto e alloggio per tutto l’anno accademico in corso agli studenti e alle studentesse ucraine. Due comuni della provincia di Cosenza, ma anche altri comuni delle altre provincie calabresi, Mendicino e Mormanno, si sono detti pronti ad accogliere i primi profughi che arrivano in Calabria. E anche alcune famiglie hanno offerto la loro disponibilità. E il nostro Presidente della Calabria On. Occhiuto in una sua conferenza stampa ha affermato che – sarebbe bello che la Calabria, da sempre terra di accoglienza, lo diventasse anche per coloro che scappano dalla guerra mettendo a disposizione qualche suo borgo spopolato per ritornare alla vita ma restituendo anche la speranza a quelli che purtroppo la speranza la stanno vedendo distrutta dalle macerie della guerra-. Noi, piccoli uomini e piccole donne della nostra amata terra di Calabria, non abbiamo i mezzi e le forze di fermare i combattimenti, non abbiamo i mezzi di fermare i carrarmati che sparano e uccidono, non abbiamo i missili per abbattere gli aerei che sganciano le bombe sulle città e sui civili inermi, ma cerchiamo di fare il nostro meglio. Come? Aiutiamo chi soffre, chi è stato costretto a lasciare la propria terra, i bimbi che piangono e tutte le persone in difficoltà. Il nostro Dio, che vede nel segreto, un giorno ci ricompenserà.