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Chernobyl, 30 anni dopo il disastro. La nuova verità sulla Valle dell’Oliva

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Ricordate il disastro di Chernobyl?.

 

Erano le ore 01,23 del 26 aprile del 1986 quando avvenne, nella centrale nucleare V.I. Lenin, situata in Ucraina settentrionale (all’epoca parte dell’URSS).

 

Dopo la rottura delle tubazioni del sistema di raffreddamento del reattore avvenne una fortissima esplosione, che provocò lo scoperchiamento del reattore che, a sua volta, innescò un vasto incendio.

 

La squadra capitanata dal tenente Vladimir Pravik arrivò sul luogo del disastro per prima,con il comando di spegnere un incendio causato da un corto circuito. Non erano stati informati della tossicità dei fumi e del materiale caduto dopo l’esplosione nell’area circostante la centrale.

 

Pravik morì il 9 maggio 1986.

Una nuvola di materiale radioattivo che fuoriuscì dal reattore, ricadde su vaste aree intorno alla centrale, contaminandole e rendendo necessaria l’evacuazione e il reinsediamento in altre zone di circa 336.000 persone.

Nubi radioattive raggiunsero anche l‘Europa orientale, la Finlandia e la Scandinavia, toccando anche l’Italia, la Francia, la Germania, la Svizzera, l’Austria e i Balcani, fino a porzioni della costa orientale del Nord America.

 

Nella planimetria l’ intensità della ricaduta di cesio 137! (vedi in basso)

Il governo sovietico inizialmente cercò di tenere nascosta la notizia di un grave incidente nucleare. Impiegarono diversi giorni per rendersi conto della gravità del fatto.

 

La mattina del 27 aprile, nella relativamente vicina Svezia, alcuni lavoratori in ingresso alla centrale di Forsmark fecero scattare l’allarme ai rilevatori di radioattività.

Si suppose, che vi fosse una falla all’interno della centrale e i responsabili cominciarono a fare controlli in tutti gli impianti.

Assicuratisi che le loro centrali fossero perfettamente in sicurezza, cominciarono a cercare altrove la fonte delle radiazioni e giunsero così fino in Unione Sovietica.

Chiesero spiegazioni al governo domandando del perché non era stato avvisato nessuno. Inizialmente il governo sminuì il fatto, ma ormai gli svedesi, avevano messo al corrente l’Europa intera che un grave incidente era occorso in una centrale sovietica.

 

Il mondo intero cominciò a fare pressione e finalmente rilasciarono le prime e scarne dichiarazioni sull’incidente che fecero il giro del mondo.

Anche qui ad Amantea ne venimmo a conoscenza.

Non sapevamo cosa fare.

 

E così riempimmo i supermercati acquistando quanto potevamo, dalla pasta, ai pelati, ai cereali, al latte, soprattutto, quasi che il problema fosse sopravvivere per qualche giorno o qualche mese.

La gente aveva paura e rispondeva in modo incontrollato ed istintivo, senza nemmeno documentarsi.

Pensavamo a fare provviste, quasi scaramanticamente .

Poi , piano, piano l’allarme si ridusse, soprattutto perché grazie ad un pugno di eroi venne creato un sarcofago e l’emissione di vapore radioattivo cessò dopo 15 giorni, sabato 10 maggio 1986.

Ora si sta costruendo un nuovo gigantesco sarcofago a forma di arco, costruito in due metà che ora sono unite in una sola struttura di 108 metri di altezza, 150 di larghezza e 256 di profondità.

Sarà completato e collocato sulla vecchia copertura del reattore 4 entro la fine del 2016, l’arco.

Nel 2017 inizierà ad operare questo secondo sarcofago, e nel 2023 si prevede di completare la distruzione della vecchia struttura, il compito più difficile di tutto il progetto in quanto si tratta di lavorare all’interno del reattore.

Ci sarà bisogno di altri eroi.

Di Chernobyl si è continuato a parlare per effetto di quello rinvenuto nella valle dell’Oliva.

 

Nella valle dell’Oliva il valore più alto di Cesio 137 è di 132 Bq/kg in località Petrone di Aiello Calabro ed in altri campioni prelevati nel 2010 in tre siti distinti in localitàForesta di Serra d’Aiello, è stato di 29,6 Bq/kg,14,4 Bq/kg e, infine, a 15,2 Bq/kg. ( Dal sito del Comitato De Grazia).

Da ArpaER ( cioè l’agenzia regionale per l’ambiente dell’Emilia Romagna) leggiamo che:

“Il cesio-137 è un isotopo radioattivo del metallo alcalino cesio che si forma principalmente come un sottoprodotto della fissione nucleare dell´uranio, specialmente nel reattore nucleare a fissione.

Ha un emivita di circa 30,17 anni. Piccoli quantitativi di cesio-134 e di cesio-137 vennero rilasciati nell´ambiente all´epoca delle esplosioni nucleari in atmosfera e da alcuni incidenti nucleari, specialmente dal disastro di Cernobyl.

 

I livelli massimi ammissibili di cesio-134 e cesio-137 per i prodotti alimentari in caso di emergenze nucleari e radiologiche, in base alla normativa, sono i seguenti:

Alimenti per lattanti: 400 Bq/l; prodotti lattiero caseari: 1000 Bq/kg; altri alimenti: 1250 Bq/kg; alimenti liquidi: 1000 Bq/l.

Il livello massimi negli alimenti per animali è pari a 1250 Bq/kg per i maiali, 2500 Bq/kg per pollame, agnelli e vitelli, 5000 Bq/kg per altri animali.

Oggi nel corso della riunione della commissione regionale svoltasi nella sala consiliare del comune di Amantea abbiamo sentito che nella valle dell’Oliva non ci sono radiazioni.

Ma ci sono voluti 30 anni per questa verità?

Ultima modifica il Mercoledì, 27 Aprile 2016 22:14
Redazione TirrenoNews

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