L’On. Laura Boldrini del Partito Democratico, ex Presidente della Camera dei Deputati ( PardonPresidenta) ha raccolto le firme dei Deputati per chiedere il rispetto del linguaggio del genere. Non vuole essere chiamata più Onorevole ma Onerevola, non più Deputato ma Deputata, non più ex Presidente ma Presidenta. E’ Natale. Tutti seduti, tutti attenti, tutti pronti, tutti più buoni. Non vi permettete più di scrivere o di chiamarla Deputato. Finirete in galera, finirete all’inferno. Avete studiato quando frequentavate la scuola media sulla grammatica italiana Palazzi? Buttale il libro al macero. Buttatelo, oggi che è Natale, sulle braci ardenti del caminetto. Non serve più e se lo dice l’On. Boldrini, bisogna crederla. Bisogna rivedere parecchie cose, perché secondo Lei i tempi sono cambiati e se ci sono in Italia e nel mondo parecchi femminicidi la colpa è della famiglia patriarcale e anche dei nomi maschili che si attribuiscono alle femmine. La società non è più quella di 50 anni fa, quindi anche i nomi si debbono cambiare, bisogna declinarli. Sindachessa? No. Siete pazzi? Bisogna dire Sindaca. Avvocatessa? No. Avvocata. E col femminile di Principe e di Conte come la mettiamo? Rimane Principessa e Contessa. Dottoressa? No. Dottora. Soldatessa? No. Soldata. Vigilessa? No. Vigila.
Fate dunque attenzioni, amici, all’articolo determinativo e soprattutto al genere. Ci va di sotto la nostra reputazione, la nostra educazione e la nostra cultura. E’ una battaglia legittima e molto utile per i lavoratori, per i disoccupati, per i richiedenti occupazione, per i cassintegrati. Nel Parlamento Italiano non si dovrebbe discutere di MES, di pensioni minime, di reddito di cittadinanza, di immigrazione clandestina, delle dichiarazioni di Giorgetti, del treno fatto fermare dal cognato della Meloni, delle guerre in corso in Palestina e in Ucraina. Sono cose superate. C’è dell’altro. Ci sono cose più importanti che potrebbero cambiare in meglio la vita degli italiani. E così l’On. Boldrini ha consegnato al Presidente della Camera On. Fontana una lettera con 136 firme di Deputati per chiedere anche a Montecitorio il rispetto del linguaggio di genere come si è fatto a Palazzo Madama. - Per 70 anni, dice la Boldrini, in Parlamento è esistito solo il maschile. Abbiamo accettato che fosse normale che ogni donna che mettesse piede in questa istituzione dovesse essere considerata un uomo. E’ oltretutto ridicolo se un uomo viene chiamato al femminile come è ridicolo se una donna viene chiamata al maschile. Chiedo da mesi, di essere chiamata “La Presidente”. Ora basta. Non è un puntiglio o un vuoto formale bensì l’affermazione che esiste più di un genere-. Chiede pertanto – di sdoganare al femminile per rivolgersi a quelle donne che rivestono ruoli da sempre considerati al maschile. La declinazione femminile la si accetta in certe mansioni come contadina, operaia, commessa, e non la si accetta quando sale la scala sociale, pensando che il maschile sia più autorevole-. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è stato sempre contrario a ciò che chiede l’On. Boldrini. - Nessuno si dorrà -disse un giorno- se insisto in una licenza quella di reagire alla trasformazione di dignitosi vocaboli della lingua italiana. Ha sempre detto che “Ministra” è un vocabolo orribile e “Sindaca” un vocabolo abominevole. E Vittorio Sgarbi :- Zucca vuota, Capra! Ci dica se è lei a fare le regole della grammatica e a stabilire se si dice Ministro o Ministra-.