Una sintesi del discorso alla città in occasione delle celebrazioni dei festeggiamenti di Sant’Antonio.
“C’è chi ruba, distrugge e divora i beni dei poveri! “
“Chiediamo a Sant’Antonio di convertirli e di fermare la spirale della corruzione pacificamente accettata”.
Le famiglie e le imprese “spogliate da quelli che S. Antonio chiamava la gente maledetta dagli usurai”.
La corruzione dilagante, l’illegalità “che rischia di diventare la trama della convivenza civile della nostra città”.
“La parola di S. Antonio risuoni forte in particolar modo contro gli usurai e gli strozzini, che coperti dalla criminalità organizzata, ancora mietono vittime che restano silenziose e prive di aiuto. Senza parlare della corruzione che dilaga”.
“Se seguiamo il Vangelo che impone l’attenzione verso i poveri, gli ultimi e i bisognosi, allora la speranza può rinascere, perché il cristiano, come Sant’Antonio, sa di avere in custodia tutti i suoi fratelli”.
“Dietro le vittime dell’usura vediamo chi, duro e inflessibile persevera nel male e non si piega di fronte a Dio”.
“Riconciliamoci, cerchiamo di stringere e unire le forze perché nella nostra città cresca e maturi quell’impegno concreto e reale verso il bene comune.”
Il senso autentico della devozione al Santo di Padova “ ci invita a rimetterci a seguire la via sicurissima del Vangelo, dove giustizia e pace si baciano e amore e misericordia si incontrano”.
“Resta per noi la regola migliore, la via più santa, il mezzo più sicuro per la vera giustizia, perché porta con se la parola rivoluzionaria del perdono”.
Infine “sostegno e gratitudine alle forze dell’Ordine per il loro lavoro”.
“Questi i temi toccati dal Vescovo di Lamezia nel suo discorso alla città, ribadendo
Questa la preghiera del Vescovo di Lamezia Terme, Monsignor Luigi Antonio Cantafora, al termine della processione di Sant’Antonio di Padova, che ha concluso i festeggiamenti in onore del compatrono della città di Lamezia Terme.
Le foto sono relative ai festeggiamenti di Sant’Antonio di Amantea.
Le oranti
La banda
Le autorità
Il popolo