Il Direttore Distretto Sanitario Tirreno Dott.ssa Giuliana Bernaudo ha letto il comunicato stampa del comune , dal titolo “Colloquio tra il sindaco Monica Sabatino ed il vice prefetto Eufemia Tarsia sulla protesta messa in atto dagli esuli africani ospitati ad Amantea” e ha chiesto il diritto di replica.
Ecco il testo:
Alla Redazione di Tirreno News, in relazione all’articolo apparso sulla testata Tirreno News II, relativo alle problematiche sorte nei confronti dei profughi africani alloggiati presso la struttura Ninfa Marina di Amantea, ritengo necessarie alcune precisazioni.
Sull’articolo si scrive, cito testualmente, “su alcuni pannelli situati all’ingresso dell’hotel si legge in un italiano stentato i problemi con i quali devono confrontarsi: niente documenti, niente assistenza medica, niente vestiti, cibo pessimo e soprattutto niente denaro che pure gli spetterebbe di diritto........” Ora , a parte la considerazione che l’Italiano,( si scrive così) non è stentato solo nel pannello scritto da chi è ampliamente giustificato in questa carenza, bisognerebbe anche nella sostanza essere più informati circa i contenuti della protesta.
Mi riferisco all’asserzione “ niente assistenza medica”, assai poco veritiera ove si considerino i fatti e non i pannelli. I profughi, in numero assai maggiore di quelli attualmente residenti presso la Ninfa Marina, sono stati, al loro arrivo, improvviso e di difficile gestione, sottoposti a visita medica e a controlli ematici ( compresi quelli riguardanti i più frequenti markers virali) in pochi giorni, ricorrendo, come era indispensabile in quei frangenti, all’Associazione Medici Volontari, in sigla As.Me.V. Calabria.
Successivamente è stato progettato ed attuato un Servizio di Guardia Medica attiva, funzionante all’interno dell’Hotel, per 18 ore settimanali, utilizzando i Medici di “Continuità assistenziale”, convenzionati con l’ASP di Cosenza.
I profughi sono dotati di codice STP, con i quali possono accedere, su prescrizione medica, a farmaci e prestazioni specialistiche, spesso con tempi di attesa considerevolmente inferiori ai cittadini italiani.
Io non so se in Amantea si aggirano Africani, nudi e malnutriti, come l’articolista lascia intendere, ma, occorre sottolinearlo, non sono privi di assistenza sanitaria, per la quale volontari e istituzioni, forse una volta tanto potrebbe dire qualcuno, si sono dati da fare in tempi rapidi.
Il Direttore Distretto Sanitario Tirreno Dott.ssa Giuliana Bernaudo”
Chiariamo definitivamente che possiamo facilmente ritenere che purtroppo anche il sindaco, a nome del quale è stato inviato il comunicato, non sappia che il dr Petitto in primis ( e non solo lui) come più recentemente il dr Ianni Palarchio hanno offerto tutta l’assistenza sanitaria dovuta e possibile a tutti i profughi e che noi sappiamo quanto sia affatto vera la peregrina affermazione contenuta del comunicato che ci pare figlia di mancata informazione se non peggio.
Bene quindi la contestazione del direttore che invitiamo ad inoltrarla nelle forme di legge ed a tutela del buon nome del personale sanitario del locale poliambulatorio al redattore del comunicato.