Calabria Verde sembra una nuova Mani Pulite un quarto di secolo dopo.
A Milano il “mariuolo isolato” Mario Chiesa del Pio Albergo Trivulzio , in Calabria “un gruppo di mariuoli” di Calabria Verde.
Poi a Milano le indagini si allargarono a livello nazionale nei confronti di esponenti della politica, dell'economia e delle istituzioni italiane, e portarono alla luce un sistema di corruzione, concussione e finanziamento illecito ai partiti ai livelli più alti del mondo politico e finanziario italiano, e la politica reagì accusando la Procura di Milano di muoversi secondo un «preciso disegno politico»( Bettino Craxi)
Ora in Calabria i PP.MM. Bombardieri e Gratteri dichiarano che “Calabria verde è solo la punta di un iceberg” e che in Calabria c'è il marcio di Calabria Verde e quello della sanità e altro ancora.
E la DDA tenterà di far luce su “un sistema di grassazioni, malversazioni, appalti truccati, forniture fantasma, nomine illegittime, consulenze illegali”
Ma tanto dipenderà dai “Chiesa” calabresi ed occorrerà vedere se anche i nostri “mariuoli”, come a Milano, parleranno e sveleranno i nomi di chi c’è dietro, di chi li ha protetto e diretto.
La speranza è tutta nella collaborazione dei cittadini liberi ed onesti , da sempre invocata dai PM, Gratteri in testa, e proprio per questo è stato ricordato che tutto è cominciato da alcuni articolo di un giornale regionale, ed in primis da quello con il titolo “Calabria verde, spese sospette” .
Si, da sempre la Stampa libera può influire anche sul lavoro della magistratura, se essa vuole cogliere quegli elementi che difficilmente potrebbe avere nel fascicolo, anzi aprirlo proprio con gli articoli del mondo della stampa e del web.
Una situazione incredibile e vergognosa ed una occulta "cabina di regia" che da sempre investe molto in disinformazione e tenta di spostare l'attenzione della magistratura , magari, “sulle gare d'appalto arrivate con sentenze del Tar e pronunciamenti del Consiglio di Stato che hanno visto soccombere finanche l'ufficio legale della Fiat”.
Ma non tutto è marcio in Danimarca ed in Calabria fino a quando ci saranno giornali e penne “onesti” che scrivono senza timore e senza paura perché “liberi”.
E’ il caso, e non è piaggeria, del giornalista Paolo Orofino che fu autore di uno dei primi articoli su Calabria Verde.
Una indagine che darà il senso di quanta malversazione ci sia nella nostra terra soltanto quando- e speriamo presto- sapremo che cosa succedeva e succede negli enti pubblici ed avremo cognizione dell’arroganza e supponenza con cui si praticava.