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Un forte rumore ha svegliato stamattina i pochi abitanti di Catocastro.

Una casa del cinquecento è rovinosamente crollata ed ha anche danneggiato la struttura tubolare di sostegno del Collegio dei Gesuiti

Nessun ferito perchè ai primi segni premonitori risalenti al 27 febbraio 2008, più di sette anni fa, il comando di Polizia Municipale appose l’ordinanza che inibiva l’uso di alcune aree del centro storico.

Esisteva ,allora, un forte pericolo di crolli ed esiste ancora oggi.

Poi iniziarono i lavori di manutenzione del collegio gesuitico del 1600.

Lavori mai completati, anzi lavori che si sono fermati alla messa in opera di una faraonica struttura di tubi che avrebbe il compito di costituire un temporaneo momento di tutela del complesso.

Ora questo imponente crollo.

Viene giù un antico arco , ed insieme, la facciata di una casa cinquecentesca, un solaio e parte di un tetto.

Restano in piedi precariamente appesi al cielo due altissimi angoli della vecchia casa a tre piani

Dentro si vede un antico camino, bellissimo.

Ma le pietre ed i pezzi di muri hanno piegato parte dei tubi di sostegno del collegio gesuitico.

Non solo ma decine di mc di vecchie pietre hanno invaso la vecchia strada interna che portava i Monaci gesuiti dal ponte levatoio sul torrente Catocastro fino al collegio.

In questo modo le pietre hanno bloccato il flusso delle acque piovane costringendole a trovare altri percorsi ed incidendo sulla precaria stabilità di quanto è ancora rimasto in piedi.

Ma è tutto fortemente precario.

Grosse le lesioni di muri d’angolo, pronti a crollare.

Travi appese da un solo lato e pronte a piombare giù.

Muri interni tenuti da architravi supportati da porte precarie.

Il problema è che a fianco a queste mura appena crollate ci sono vecchi fabbricati appena restaurati in qualche modo.

Paura nei pochi abitanti del centro storico.

Timori nei proprietari delle poche antiche abitazioni.

Nei prossimi giorni è certa la presenza sul posto dei tecnici del comune per verificare se esista qualche pericolo per la tenuta della grande armatura di sostegno delle alte mura dell’antico collegio dei Gesuiti.

 

 GALLERIA FOTOGRAFICA

Pubblicato in Politica

“Abbiamo paura di un grande crollo. La antica casa medievale è altissima ed il rischio che le pietre ci piombino addosso è reale. Fortemente possibile !”

È quanto dicono i pochi abitanti del centro storico di Catocastro.

Alcuni abitano proprio sotto le vecchissime e diroccate mura che mostrano abbondanti segni di abbandono e lasciano supporre realmente che senza interventi immediati e solutivi sia possibile uno o più crolli.

Altri vi passano utilizzando i vecchi vicoli del bellissimo entro storico amanteano, quello che affascina quando si vede da lontano ed atterrisce quando lo si visita.

Si tratta della zona immediatamente sottostante il complesso del Collegio dei Gesuiti del 1600 e sul quale sono stati effettuati i primi interventi di messa in sicurezza ora in accettabilmente fermi .

Nella stessa zona era stato effettuato dal comune un primo intervento quasi sette anni fa e da quella data sono state apposte soltanto delle transenne che inibiscono il passaggio e dichiarano che l’area è sotto sequestro giudiziario, quasi che da solo il sequestro possa essere la soluzione ad un antico mondo che scompare insieme con le case che lo rappresentano

Lì tra le mura delle vecchie case un tempo ricchissime di umanità vociante e di calore umano oggi soltanto il nulla, l’abbandono.

Ma anche il pericolo

Abbiamo fotografato le vecchie mura e senza essere tecnici non vi possono essere dubbi sullo stato di abbandono e di pericolo, un pericolo reale , palpabile

Basta una pur piccola scossa tellurica

Basta una grande pioggia che lavi la antica calce smossa dal vento e dalle micro lesioni e cadute di pietre che stanno formando il fenomeno dell’arco da crollo.

“Ogni sera andiamo a letto senza sapere se nella nottata può succedere qualcosa” Ci dice uno degli abitanti.

Ed un altro “ Ogni volta che osserviamo questi ruderi tentiamo di capire se ci siano stati anche piccoli crolli che siano segnale di pericolo ulteriore. Chiediamo che il comune si attivi immediatamente e se non si attiva l’ente locale chiediamo che lo faccia la protezione Civile , la regione, la Prefettura” .

“Chiediamo anche che i politici locali vengano a vedere , ad osservare, per capire, per credere a questo messaggio di aiuto. Sappiamo che le Case sciollate aspettano dal 1943 e non abbiamo tanta fiducia, ma è ora che chi di dovere si muova. Se no….”

Parole di disperazione che appaiono giustificabili ancora più se si giunge davanti a queste vecchie e cadenti mura e si osserva una situazione che da vicino appare ancora più grave di quanto una sola foto può descrivere Giuseppe Marchese

Pubblicato in Politica

incendio san giuseppeIl fuoco ha preso le mosse dalla stradella che passa sul ponte azzurro ed arriva ad Acquicella. La Chiesetta ha corso di recente il rischio di crollare data l'instabilità del terreno provocata dalle grandi pioggie invernali

Le Fiamme piano, piano hanno invaso il costone di Camoli salendo verso la vecchia Traianea sulla quale da oltre 200 anni la chiesetta traguarda la città di Amantea ed il mar Tirreno, storico punto di riferimento per chi partiva da Amantea, dovunque andasse.

Una chiesetta che ha corso recentemente il rischio di crollare sulla sottostante strada in quello che è un processo di instabilità conseguente a grandi piogge invernali, purtroppo affatto risolto.

E ieri anche il rischio del fuoco che poteva anche creare gravi problemi di instabilità.

Il fuoco stava per raggiungere non solo la chiesetta ma soprattutto la zona sottostante stabilizzata con reti che se percorse dal fuoco avrebbero potuto indurre il crollo del costone.

I catocastresi fortemente affezionati a San Giuseppe ed alla antica chiesetta rupestre hanno provato a sollecitare gli interventi opportuni .

Ma non è arrivato nessuno

Né i Vigili del Fuoco

Né la “mitica”protezione civile amanteana che ormai sembra si curi solo dei neri

Né l’autobotte comunale.

Nessuno

Solo un UVO (Unidentified “vespetta” Object) che ha dichiarato “ Me la vedo io!” andando poi via ma senza alcun risultato conseguente

Per fortuna che alcuni volenterosi abitanti del luogo hanno dato mano ad una pompa e spento il fuoco con l’acqua del rubinetto della fontana della chiesetta.

Ovvie le lamentele.

Ovvio che i catocastresi dichiarino “ Siamo abbandonati “, “Nemmeno in caso di incendio, qualcuno interviene!” .

Ce l’hanno con tutti, con i Vigili del Fuoco, con la protezione civile, con il personale del comune, con gli amministratori.

“San Giuseppe è di tutti, non solo nostro”

“Vorremmo vedere se il fuoco avesse messo a rischio il centro abitato o qualche chiesa di Amantea e avremmo visto gli interventi delle autorità! Ma per San Giuseppe nessuno!”

E ci hanno fermato per raccontare la loro verità attraverso il nostro sito.

Ora aspettano risposte. Se mai arriveranno.

Ma hanno fiducia in San Giuseppe che non dimentica chi lo onora (e chi no!)

I complimenti dalla redazione di TirrenoNews.it a tutti i volontari che hanno salvato la chiesetta di San Giuseppe

Gli abitanti dell’area del fiume Catocastro hanno ritenuto di dire basta e si sono rivolti ad un legale per esporre, questa volta in termini di denuncia querela, una situazione che ritengono insopportabile e che dura da tempo.

 

Ecco il testo diretto alla ditta titolare dell’impianto contestato sito in Località Santa Maria Fiumara San Pietro in Amantea nonchè al

Dott. Giordano Procuratore della Repubblica PAOLA

Al NOE CALABRIA

All’ INAIL Cosenza

All’Azienda Sanitaria Servizio Igiene pubblica Amantea

Al Sindaco del Comune di Amantea

Al Sindaco del Comune di San Pietro in Amantea

Al Sindaco del Comune di Belmonte Calabro

Alla Provincia di Cosenza

All’ANAS Calabria

All’ARPACAL Calabria

 

In nome e per conto dei presenti sottoscrittori, che mi hanno conferito mandato per 1a presente e che sottoscrivono per mandato e ratifica, da me identificati per conoscenza personale e mediante i loro documenti di identità che- per buona parte si allegano in copia alla presente- con riserva di produrre quelli mancanti, tutti elettivamente domiciliati presso il mio studio sito in via Santa Caterina no 45, espongo quanto segue:

-è ormai da tempo che in località Santa Maria Fiumara del comune di San Pietro in Amantea;

sono presenti nell'aria fumi tossici, probabilmente derivanti dalla combustione di o1i caratterizzati da un forte odore acre di dubbia natura e da polveri che si depositano sulla biancheria, sulle terrazze, sui prodotti degli orti e dei giardini.

-Il suddetto fumo è facilmente visibile sin dalle prime ore del mattino,e si presentandosi come una nube che staziona a quote basse nella vallata quando la temperatura dell’aria è fredda e che tende a salire quando la temperatura inizia ad aumentare;

-Tale nube invade e raggiunge non solo il centro abitato adiacente, ma si spinge fino al centro abitato di San Pietro e della stessa Amantea, creando non pochi disagi alle persone che vi abitano, oltre a costituire atto di molestia e turbativa intollerabile, tenuto anche conto che il centro abitato è preesistente all’insediamento dell’opificio;

-La nube è così intensa e nera, soprattutto nelle prime ore del mattino, quando l’azienda concentra a la sua attività lavorativa, da rendere pericolosa la circolazione stradale sulla Sp 278Amantea -Cosenza;

- l'attività oggetto della presente denuncia, oltre a costituire molestia e turbativa, è potenzialmente gravemente dannosa per la salute dei cittadini, oltre che dei lavoratori, e per l'ambiente circostante, dal momento che provoca un evidente rilascio di polveri nell’ atmosfera e di materiale oleoso nell’alveo del Fiume Catocastro, sulle cui sponde sono depositati conglomerati bituminosi, per il cui deposito, stoccaggio e trattamento, occorrono specifiche autorizzazioni e che, se anche ci fossero, sarebbero illegittime stante la loro ubicazione in una zona di rispetto idrogeologico e a ridosso di un centro abitato.

 

Tutti gli orti realizzati nel territorio circostante sono stati distrutti perchè ricoperti da un velo oleoso nero e l’acqua del fiume Catocastro utilizzata a valle, anche nel comune di Amantea, per l’ irrigazione dei terreni in coltura, è altamente inquinata perché il fresato usato dall'azienda è depositato sull'argine del fiume ad un km circa a monte dell’impianto, è completamente incustodito e senza protezione alcuna, e sversa i propri residui oleosi, soprattutto in caso di pioggia, direttamente nel fiume.

- per tale situazione di pericolo i cittadini hanno già informato da alcune settimane gli organi preposti al controllo (PROCURA, NOE, ARPACAL, NAS) ma, ad oggi, nessun provvedimento di sorta è stato ancora adottato, nemmeno cautelativamente, dal momento che 1’immissione di fumi e di oli è continuata senza interruzione di sorta, così come sono continuati i conferimenti di cisterne di oli usati e di conglomerati bituminosi la cui provenienza e destinazione finale non è dato sapere;

Allo stato, pertanto, premesso quanto sopra e tenuto conto che è intenzione dei miei assistiti accertare la compatibilità dell'attività svolta dalla Tirreno Bitumi srl in una zona residenziale

preesistente, con le autorizzazioni detenute, ma che è altresì necessario accertare la qualità,

quantità e la soglia di tollerabilità delle immissioni ed esalazione , avuto riguardo alla salute dei cittadini, alla preservazione dell’atmosfera, dell’ ambiente circostante e delle falde acquifere, da ogni forma di inquinamento, con la presente da valere ad ogni effetto di legge quale atto formale di diffida, di denuncia e di querela.

 

SI INVITA E DIFFIDA

La Tirreno Bitumi SRL in persona del legale rappresentante pro tempore a sospendere immediatamente l’ attività molesta, con avvertenza che, in mancanza, e comunque decorsi ore 24 dal ricevimento della presente si adirà l’autorità giudiziaria competente (anche in forza della recente consolidata giurisprudenza di merito e di legittimità in materia sintetizzata nella recente sentenza della Cassazione penale , sez. III, sentenza 24.05.2012 n 19637 ) per l’affermazione delle norme di cui agli articoli 844, 868,890, 1171 C.C., dell’art.674 C.P. e delle leggi speciali in materia

 

INVITANO

Le autorità in epigrafe a compiere immediatamente quanto è in loro potere, dovere e competenza

Nel più breve tempo possibile a tutela della salute pubblica, posto che la denuncia ha ad oggetto una pluralità di fattori di grave rischio come 1a esposizione ad agenti chimici pericolosi (polveri,

vapori) o cancerogeni e di elevato impatto ambientale che questo comparto ha sul territorio.

A tal fine si chiede che, ciascuno secondo le proprie competenze.

 

VOGLIANO ORDINARE

Cautelativamente e preliminarmente ex art.844 c.c., la cessazione immediata delle predette emissioni provenienti dallo stabilimento,

 

AUTORIZZARE

La sottoscritta ed i propri assistiti alla visione ed accesso ai seguenti atti:

1) l'autorizzazione urbanistica,paesaggistica ed ambientale alla costruzione ed alla ubicazione dell'impianto nell’area oggetto di controversia, ricadente nel Comune di San Pietro in Amantea;

2) La documentazione di regolarità dei controlli periodici obbligatori e di tutta quella attestante la tipologia dell'impianto, le autorizzazioni detenute, i piani di sicurezza ambientali e aziendali. l'attività di autocontrollo di sicurezza e di manutenzione, la loro conformità ai parametri e ai valori stabiliti dal D.Lgs. 152/2006 (Testo Unico Ambientale), che prevede:

- le modalità di captazione e di convogliamento delle emissioni che risultano tecnicamente convogliabili,

- i valori limite di emissione, le prescrizioni. i metodi di campionamento e di analisi, i criteri per 1a valutazione della conformità dei valori misurati ai valori limite e la periodicità dei controlli di competenza del gestore,

- 1a quota dei punti di emissione individuata tenuto conto delle relative condizioni tecnico economiche, il minimo tecnico per gli impianti soggetti a tale condizione e le portate di progetto tali da consentire che le emissioni siano diluite solo ne11a misura inevitabile dal punto di vista tecnologico e dell'esercizio,

- l’ indicazione specifica delle sostanze a cui si applicano i valori limite di emissione.

- le prescrizioni ed i relativi controlli periodici e loro risultati;

- le prescrizioni finalizzate ad assicurare il contenimento delle emissioni diffuse.

La presente è sottoscritta dalle partii, inoltre, quale formale atto di

 

DENUNCIA QUERELA

di tutti i reati che dovessero risultare integrati nei fatti sopra esposti e nei confronti di chiunque

dovesse essere ritenuto responsabile degli stessi. con autorizzazione della sottoscritta al deposito

della stessa giusto mandato il calce alla presente.

Ci si riserva di indicare fornire mezzi di prova, di indicare testimoni, di produrre ulteriore documentazione e di costituirsi parte civile ovvero di richiedere il risarcimento dei danni subiti,

anche nei confronti delle autorità competenti che risulteranno inadempienti rispetto ai controlli e

alle verifiche che avrebbero dovuto compiere nel corso degli anni.

Si chiede, infine, di essere informati, presso il domicilio sopra indicato ai sensi dell’art 408 cv 2 c.p.p., dell’eventuale richiesta di archiviazione.

Amantea - Nocera Terinese luglio 2014

Nessuno si offenda, per carità, se ricordiamo che noi amanteani conosciamo poco della nostra storia.

Diverse le ragioni.

La mancanza di una biblioteca civica che raccolga i testi necessari a tale conoscenza può essere tra queste

La mancanza od inaccessibilità di biblioteche scolastiche finalizzate a tale conoscenza può essere similmente ascritta tra le ragioni.

La insufficiente attenzione dell’amministrazione verso la cultura in via generale e quella patria in modo speciale : secondo noi l’amministrazione comunale dovrebbe indire annualmente almeno due bandi di concorso nelle scuole finalizzati a studi ed approfondimenti sulla storia patria( chissà se uh qualche giorno Amantea potrà avere una amministrazione davvero attenta alla cultura ?)

La insufficiente attenzione della stessa “cultura” locale nella creazione della catena di distribuzione e di diffusione della conoscenza della storia patria.

La insufficiente attenzione della comunità verso la “propria” storia

Ma non è utile disperarsi.

I soci dello Scaffale hanno provveduto alla stampa di una tesi sul Collegio dei gesuiti redatta dalla d.ssa Eliana Alarino ( facoltà di Architettura della università di Reggio Calabria) e provvedono alla sua esposizione sul terrazzo della famiglia Gallo in Catocastro , approfittando della 4 giorni culturale promossa dagli amici della Buffa.

Insieme sono esposte anche tre tavole del progetto originario del collegio redatto da padre Carlo Quercia e che mostrano la Chiesa a croce greca di Sant’Elia profeta con apertura verso il mare ( come quella soprastante di San Francesco secondo quanto emerso dopo gli ultimi scavi).

Si tratta di stampe ancora poco conosciute e che vale la pena di vedere

Ovviamente l’ingresso è libero e ci si potrà anche avvalere del testo della medesima tesi della quale una parte tratta specificatamente del collegio medesimo

Con occasione teatro e musica in un contesto storico ed urbanistico di eccezionale qualità quale è sicuramente l’antico quartiere di Catocastro di cui potrete percorrere a piedi i tanti sconosciuti vicoli alla ricerca di suggestioni e leggende.

Una occasione imperdibile, secondo noi.

Ma siamo di parte, ben si sa!

Giuseppe Marchese

Mai denominazione fu più indovinata di quella di “agitatori culturali” che qualifica gli amici della Buffa.

A loro il merito di un esclusivo momento culturale in Catocastro, la parte più antica del centro storico amanteano.

In un ambiente dove ogni casa, ogni angolo, ogni pietra parlano di una storia antica che scende nella notte dei tempi, il calore delle musiche, il colore della pittura, l’arte del teatro si uniscono per creare sintonia con l’ intelligenza capace di apprendere , con l’animo che si apre a quel futuro che si trova solo dove il passato ed il presente si incontrano e si conoscono.

Un ensemble di artisti si offrono a chi sa di poterli amare.

Quattro giorni dal 17 al 20 luglio da non perdere e poi il giorno dopo se ci saremo ancora potremo anche partire.

La nave con il folle capitano forse arriverà anche quest’anno!

E noi  scenderemo dal centro storico ed aspetteremo sulla spiaggia il fare dell'alba .

Poi saliremo sulle barche insieme ai rappresentanti dello Stato per correre verso il nostro destino

Qualcuno resterà sulla riva per capire chi resterà sulla nave.

Il finto folle od il rappresentante che pretende di imprigionare il diritto di essere più completo degli altri, diverso dagli altri, senza sbarre al proprio pensiero, libero di osare anche il volo.

E soprattutto senza paure!

Pubblicato in Primo Piano

Un gruppo di cittadini ha preso carta e penna ed ha esposto alla procura della repubblica di Paola, al Nucleo Operativo Carabinieri di Catanzaro, al Comandante della Stazione dei carabinieri, al Sindaco di San Pietro in Amantea, al Sindaco del Comune di Amantea, all’azienda sanitaria servizio igiene pubblica di Amantea, la presenza di fumi neri che si levano dall’alveo del fiune Catocastro e si alzano verso il cielo.

Nubi di fumo acre portate dal vento e dalla brezze anche verso il limitrofo territorio di Amantea .

Stando all’ esposto il fumo sarebbe prodotto da un impianto di produzione di bitume ubicato in territorio di San Pietro

Si tratta di una delle industrie classificate insalubri di prima classe a mente del decreto del Ministero della Sanità 5 settembre 1994.

Proprio per questa ragione si può supporre in via di massima che il comune di San Pietro abbia avuto la opportuna attenzione al rispetto della vigente normativa in materia di autorizzazione all’esercizio e che quindi l’impianto risponda a tutte le normative vigenti in materia urbanistica, di igiene pubblica, di igiene edilizia, di tutela ambientale e di tutela della salute nei luoghi di lavoro.

Ed altrettanto sicuramente l’impianto sarà in possesso

a) dell’autorizzazione agli scarichi idrici di cui al Capo II del Titolo IV della Sezione II della Parte terza del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152;

b) dell’autorizzazione alle emissioni in atmosfera per gli stabilimenti di cui all'articolo 269 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152;

c) dell’autorizzazione generale alle emissione in atmosfera di cui all'articolo 272 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152;

d) della comunicazione o nulla osta sull'impatto acustico di cui all'articolo 8, commi 4 o comma 6, della legge 26 ottobre 1995, n. 447;

Comunque sia la competente procura, da decenni attenta ai problemi ambientali del territorio( vedi Oliva), non mancherà di disporre tutti gli opportuni e necessari controlli su quanto denunciato, in ossequio al principio di "precauzione" in tema di tutela della salute umana e dell'ambiente che assurge addirittura a parametro di costituzionalità delle disposizioni di legge ordinaria mercè l'inclusione dello stesso nell'ambito dell'art. 191 del Trattato Ce ma anche in considerazione della previsione di cui al primo comma dell'art. 117 della Costituzione (ex multis Consiglio Stato , sez. VI, 12 gennaio 2011 , n. 98)

La questione può essere risolta con accertamenti specifici sui fumi ( vedi foto) che i denuncianti dichiarano essere verosimilmente inquinanti, mentre, ex adverso, l’impresa assume aver fatto controllare rientranti nei parametri di legge

Come per altro recente caso avvenuto in Amantea , prim’ancora del’eventuale giudizio penale , la parola all’ASP dalla cui decisione eventuale ordinanza sindacale.

Il mio amico Alfonso Frangione( quello che con Pasquale Veltri pulisce il sottopasso che permette di accedere alla spiaggia di Catocastro, quello che con la moglie Patrizia pulisce la stessa spiaggia, quello che dipinge le strisce bianche per far meglio parcheggiare, eccetera) ha letto della questione Campora , cioè della “pretesa” dei camporesi di avere una rappresentatività equilibrata alla popolazione , al territorio, ai bisogni, agli interessi ed interviene dalla “sua” Roma.

“Leggo su vari giornali on-line e/o cartacei di questo grosso problema riguardante gli assessori che dovrebbero essere proporzionalmente ripartiti tra Amantea e Campora S. Giovanni.

Mi pare di aver letto esclusivamente di commenti critici, ma possono essermene sfuggiti altri di parere diverso, riguardo la scelta che è stata effettuata e che penalizzerebbe Campora.

Premetto che è sicuramente un mio limite, forse perché vivo in città, il non capire questo problema. Amantea è una.

Un Comune. Con questa auspicata sorta di "manuale Cencelli" non se ne uscirebbe più e anche altre frazioni, quartieri, ecc. - io credo - avrebbero diritto a loro rappresentanti.

A Catocastro, per esempio, si vede un vigile o un netturbino (direi ogni morte di Papa) in casi particolari tipo la processione dei "varetti", (nei vicoli mai visto un netturbino), la gente va contromano pur senza avere lì casa, il degrado della cosa pubblica (pure della privata in verità) è vergognoso, il ponte sul fiume mi dicono che è pericolante (infatti sono stati tolti i "cassoni per la monnezza" per non far salire sul ponte il relativo camion), l'importante strada raccordo per la statale verso Paola (sotto la chiesetta di San Giuseppe) è franata e ovviamente lasciata lì "morta ammazzata" e mi fermo qui per non tediare l'incauto lettore.

Allora che dovremmo fare noi catocastresi?

Dovremmo chiedere che ci sia un assessore di Catocastro che tuteli maggiormente il nostro quartiere?

Non credo debbano andare così le cose, sarebbe bieco campanilismo. Io credo che tutto ciò che dobbiamo pretendere è che le persone designate in qualità di Assessori (e non solo) lavorino bene nell'interesse di tutti i cittadini facenti parte del Comune di Amantea; poi se 'sti Assessori sono tutti di Colongi o di Camoli o di Cannavina non è la "conditio sine qua non".

Facciamo tutti il tifo per Amantea tutta.

E vigiliamo.

E collaboriamo.

Ciao. Alfonso Frangione.”

NdR .Ci permetterà Alfonso di cogliere alcuni aspetti della sua nota.

  1. Campora ha paura di finire come Catocastro ed è per questo che pretende una maggiore rappresentatività.
  2. Il buonismo di papa Francesco( che a Roma arriva evidentemente prima e meglio) si nota evidente nella invocata speranza che “sti assesori” lavorino bene. ( evidentemente non lo hanno fatto se da Catocastro non passa mai un vigile se non scendendo dal comune e mai uno spazzino nemmeno scendendo dal comune). La foto del centro storico è recente
  3. L’invito a vigilare è accoglibile ed è esattamente quello che stanno facendo i camporesi pretendendo assessori prossimi ai loro problemi ed interessi

Auguri Catocastro! Ah, i Catocastresi possono comunque sempre rivolgersi a coloro che hanno votato!

Pubblicato in Politica

È tempo di elezioni regionali. Ed allora ritornano i vecchi politici ed i vecchi progetti. La prova? Eccola.

A nord di Amantea c’è Paola che è collegata alla A3. A sud di Amantea c’è Falerna con la A3 che scende fin sulla costa.

Amantea baricentrica rispetto a Paola ed a Falerna ed unico centro di medie dimensioni potrebbe essere facilmente collegata con la A3, ed insieme con Cosenza ed i servizi Ospedalieri , la Sila, l’area di Rende-Montalto Uffugo e quella di Mendicino, con la strada che risale il fiume Catocastro , in parte esistente fino a Lago, e che passi, poi, sotto il Cocuzzo fino a Mendicino, oppure con la strada che risale il fiume Oliva , in parte esistente fino ad Aiello Calabro, e poi passando per il valico di Potame, entrare nella valle del fiume Busento, e così collegarsi in pochissimi minuti alla A3, a Cosenza e servendo sia Domanico che Carolei.

Peraltro, come ben noto, soprattutto all’ormai ex presidente della Provincia di Cosenza, la strada Amantea-Potame versa in condizioni critiche e tali da indurre la ricerca di una soluzione terza per evitare l’ isolamento di Amantea.

Invece si riscopre il vecchio tracciato del fiume Savuto.

Si tira fuori un progetto del 2002 mai attuato.

Artefice dell’incontro Leopoldo Chieffallo, sindaco del Comune di San Mango d'Aquino.

Sponsor il presidente della Provincia di Cosenza Mario Oliverio

Presenti i Sindaci di, Grimaldi, Malito e Altilia, per la provincia di Cosenza, e Nocera Terinese, San Mango d'Aquino, Motta Santa Lucia, Martirano Lombardo e Conflenti), per la provincia di Catanzaro.

Meno male che non c’erano Falerna e Gizzeria.

Incomprensibile la presenza dei sindaci di Amantea, Aiello Calabro, Serra d'Aiello, Cleto i cui interessi viaggiano in direzione diversa.

Peraltro, si tratta di un progetto di massima al cui capezzale è stato chiamato l'Ing. Battista Jacino dirigente dell’Anas in pensione.

Sul sito della provincia si trova una nota nella quale si legge che sono intervenuti i sindaci di Nocera Terinese, Conflenti, Amantea e Cleto, ribadendo l'urgenza dell'opera.

Spiace dover notare che il sindaco di Amantea ha dimenticato gli interessi della città.

Prendiamo atto invece che ha scelto il Savuto invece dell’Oliva e del Catocastro.Ne prendiamo atto.

Non sorprende, invece, la parte della nota nella quale si legge :” Oliverio, inoltre, ha evidenziato che lo svincolo di San Mango D'Aquino deve essere completato in direzione del collegamento con la SS 18 e la viabilità del Tirreno Cosentino e che la Valle del Savuto nella quale insistono comuni come Amantea, Cleto, Aiello e Serra D'Aiello e sulla sponda sinistra Nocera, Martirano ecc, può essere servita, da investimento finanziario sostenibile, con una infrastruttura che già in parte è realizzata e che consentirà non solo di rompere l'isolamento di numerose comunità ma anche un collegamento con la costa, rappresentando perciò una via di fuga per eventuali momenti critici causati da possibili interruzioni autostradali”

Attestare che Amantea e a dx del Savuto è come dire che Cosenza è a nord di Tripoli.

Non ci piace la soluzione. Non ci piace affatto!non è quella che interessa la città! Ma nessuno ne sa niente e nessuno ne parla. Dove è finita la politica( posto che ci sia stata, mai)?

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