“Abbiamo paura di un grande crollo. La antica casa medievale è altissima ed il rischio che le pietre ci piombino addosso è reale. Fortemente possibile !”
È quanto dicono i pochi abitanti del centro storico di Catocastro.
Alcuni abitano proprio sotto le vecchissime e diroccate mura che mostrano abbondanti segni di abbandono e lasciano supporre realmente che senza interventi immediati e solutivi sia possibile uno o più crolli.
Altri vi passano utilizzando i vecchi vicoli del bellissimo entro storico amanteano, quello che affascina quando si vede da lontano ed atterrisce quando lo si visita.
Si tratta della zona immediatamente sottostante il complesso del Collegio dei Gesuiti del 1600 e sul quale sono stati effettuati i primi interventi di messa in sicurezza ora in accettabilmente fermi .
Nella stessa zona era stato effettuato dal comune un primo intervento quasi sette anni fa e da quella data sono state apposte soltanto delle transenne che inibiscono il passaggio e dichiarano che l’area è sotto sequestro giudiziario, quasi che da solo il sequestro possa essere la soluzione ad un antico mondo che scompare insieme con le case che lo rappresentano
Lì tra le mura delle vecchie case un tempo ricchissime di umanità vociante e di calore umano oggi soltanto il nulla, l’abbandono.
Ma anche il pericolo
Abbiamo fotografato le vecchie mura e senza essere tecnici non vi possono essere dubbi sullo stato di abbandono e di pericolo, un pericolo reale , palpabile
Basta una pur piccola scossa tellurica
Basta una grande pioggia che lavi la antica calce smossa dal vento e dalle micro lesioni e cadute di pietre che stanno formando il fenomeno dell’arco da crollo.
“Ogni sera andiamo a letto senza sapere se nella nottata può succedere qualcosa” Ci dice uno degli abitanti.
Ed un altro “ Ogni volta che osserviamo questi ruderi tentiamo di capire se ci siano stati anche piccoli crolli che siano segnale di pericolo ulteriore. Chiediamo che il comune si attivi immediatamente e se non si attiva l’ente locale chiediamo che lo faccia la protezione Civile , la regione, la Prefettura” .
“Chiediamo anche che i politici locali vengano a vedere , ad osservare, per capire, per credere a questo messaggio di aiuto. Sappiamo che le Case sciollate aspettano dal 1943 e non abbiamo tanta fiducia, ma è ora che chi di dovere si muova. Se no….”
Parole di disperazione che appaiono giustificabili ancora più se si giunge davanti a queste vecchie e cadenti mura e si osserva una situazione che da vicino appare ancora più grave di quanto una sola foto può descrivere Giuseppe Marchese