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Redazione TirrenoNews

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I cinghiali, l’inquinamento ambientale e le DUE Italia

Domenica, 10 Marzo 2013 23:25 Pubblicato in Italia

Il Ministro della Salute, prof. Renato Balduzzi emana il comunicato (1) n 51del 07 marzo 2013 con il quale rende noto che nella lingua e nel diaframma di 27 cinghiali del comprensorio alpino della Valsesia abbattuti durante la stagione venatoria 2012/2013è stata trovata una quantità di cesio 137 superiore allo soglia indicata dal Regolamento 733 del 2008.

I valori dei campioni oscillano in un range tra 0 e 5621 Bq/Kg

I 27 campioni presentano valori di cesio 137 che vanno da 600 Bq/kg a 5621 Bq/Kg

Il cesio 137 è quell’ isotopo radioattivo rilasciato –tra l’altro – nel 1986 dalla centrale di Chernobyl e che è stato trovato anche nel fiume di Oliva.

Nell’alveo del fiume Oliva è stato trovato un solo punto dove il cesio 137 è giunto a 132 Bq/kg (Bequerel per chilogrammo di terreno). Un giudicato elevatissimo.

Se davvero fosse elevato questo campione che dire di animali mangiati dall’uomo con cesio 137 che giunge fino a 5621 Bq/Kg

Eppure tutto il Piemonte minimizza e sull’allarme del ministro dicono: “Cesio nei cinghiali? Risaputo”

C'è chi teme effetti negativi sul turismo. Nei paesi della valle la gente teme già i riflessi negativi sul turismo: “Qui sono già anni difficili, la gente non sa nemmeno dove è la Valsesia e ci si ricorda di noi solo per cose negative, ci mancavano solo i cinghiali”. E, ancora: “Perché i cinghiali conoscono i confini? Se sono radioattivi dal 1986 non sarà mica un problema, li abbiamo sempre mangiati e siamo ancora tutti qui”.

Perfino Legambiente dice: "La questione non riguarda solo questa zona: qui si è trovato il problema perché lo si è cercato. Ma per l'uomo non ci sono pericoli". Tanto che Gian Piero Godio, esperto di questioni nucleari per Legambiente Piemonte dice “è un fatto risaputo che nella carne di cinghiale ci sia una certa concentrazione di Cesio137”.

Secondo la valutazione più accreditata l’isotopo radioattivo sarebbe quello depositatosi sul terreno l’indomani dell’incidente alla centrale di Chernobyl nel 1986: “Laddove il terreno non è stato rimosso, come in montagna sono rimaste concentrazioni di Cesio137 che sono finite nei tuberi, nei funghi e da lì nell’organismo dei cinghiali che se ne sono cibati. Ma la questione non riguarda solo la Valsesia, qui si è trovato il problema perché lo si è cercato, ma sono convinto che lo stesso risultato si otterrebbe lungo tutto l’arco alpino”.

Gianluca Buonanno, appena rieletto alla Camera nelle fila della Lega Nord, ci scherza anche su, mettendo in guardia il popolo grillino: “Mangiando spesso carne di cinghiale sarò il primo parlamentare radioattivo e dovranno stare tutti attenti, anche i grillini, perché i deputati radioattivi fanno paura”.

Perché non chiediamo al sig Ministro di disporre accertamenti sui cinghiali della valle dell’Oliva per confrontare il nostro cesio con quello dell’arco alpino?

Paola, tre indagati per la frana sulla collina.

Domenica, 10 Marzo 2013 19:04 Pubblicato in Basso Tirreno

E’ passato un mese da quel 10 febbraio quando durante la notte è franata parte della collina sulla quale è situato l'ospedale di Paola.

A distanza di un mese i primi iscritti sul registro degli indagati, dove, finora, il procedimento penale era aperto contro ignoti.

Stando alle informazioni si tratterebbe di tre persone che avrebbero eseguito lavori sulla collina. Due privati ed il direttore dei lavori di realizzazione di gabbioni poi crollati.

Sembra che i gabbioni fossero stati realizzati perché si erano notati già i primi cedimenti della collina.

Ma alcuni di questi gabbioni sono finiti sulla sottostante Via Bernardino Telesio, che è chiusa al traffico veicolare e pedonale da diverse settimane.

Intanto la Procura ha nominati i propri CTU, un geologo ed un ingegnere.

Ma forse dalle relazioni dei CTU potranno emergere altri dati dai quali poi i giudici potranno valutare la sussistenza delle responsabilità degli attuali indagati o di altri.

Il fatto è successo ad una studentessa universitaria di 20 anni, filmata a sua insaputa mentre stava facendo la doccia.

Poi il filmato di questo momento intimo, ripreso da una telecamera nascosta, è finito in rete, visto da tantissimi utenti di mezzo mondo.

Un fatto avvenuto un giorno di forte caldo quando la colonnina di mercurio passa i 30 gradi ed una doccia fresca è graditissima.

Poi qualche giorno dopo alcuni suoi amici bussano alla porta . Toc, toc. “ Apri dobbiamo dirti una cosa urgente” e la ragazza li fa entrare.

Poi continuano “C'è una cosa che devi vedere e anche subito".

Entrano nel web e la ragazza si accorge di essere lei la ragazza nuda filmata mentre si fa la doccia. Arrossisce. Poi la rabbia si fa strada. Le lacrime le riempiono gli occhi. Si consiglia ed alla fine decide di andare dai Carabinieri per denunciare il tutto e soprattutto per far sparire il filmato dal web.

Davanti ai carabinieri la ragazza è vinta dall’imbarazzo ma si fa forza e denuncia “"qualcuno è entrato in casa mia e ha piazzato una microcamera. Trovatelo, vi prego". Poi ricorda di aver notato sul suo accappatoio qualche foro all'altezza delle tasche, ma di non averci fatto caso.

Ma non basta , la ragazza va anche alla Polizia Postale perche più competenti a cercare chi ha messo in rete il filmato. Ci penseranno gli uomini del vicequestore Maria Giovanna Rizzo, che proveranno a individuare il pc sorgente.

E’ l’unico modo per togliere il filmato oltre che per cercare il responsabile

Poco importa se si tratta di uno scherzo di cattivo gusto od una vendetta personale, magari proprio da parte di qualcuno che “ti frequenta”.

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