Non è che le vogliano, ma riteniamo che dopo alcune affermazioni “forti” sulla stessa capacità culturale delle “amazzoni camporesi”, che poi altro non erano che “mamme incazzate”, qualcuno dovrebbe avere il dovere morale di rileggere la intera storia del dimensionamento scolastico e con intelligenza e sensibilità riconoscere che talvolta il “cuore di una mamma” va molto più vicino alla verità ed alla giustizia che non il “cuore di un politico”. Le scuse sarebbero conseguenti.
Ora è il TAR che da ragione a queste camporesi forti e che difendono le proprie ragioni .
E non sono le uniche quelle di Campora . Anche altrove infatti sono loro, le mamme, vicine ai propri figli, a difendere le ragioni dei propri figli. Uniche ma non sole. Intorno anche uomini educati al rispetto della legge, magari avvocati come Antonio Cuglietta ( buon onomastico) o Maurizio Baldini, o Celestino Paradiso ( tutti firmatari del ricorso)
Pochi ma decisi.
Allora ,forse davvero il cuore di un genitore comprende meglio il diritto ed opina meglio che non la mente della politica.
Che poi la Corte Costituzionale con la sentenza n.147/2012 avesse dichiarato l’illegittimità costituzionale dell'articolo 19, comma 4, del d.l. n. 98 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 111 del 2011, è stata solo la conferma di una percezione “diversa” della giustizia, quella percezione che non hanno avuto né la Provincia di Cosenza, né la regione Calabria , ulteriore e finale riprova che la politica si allontana sempre più dal popolo .
Perché, in fondo, la morale di questa storia è che le ragioni del popolo non sono quasi mai percepite dal potere.
Ed in fondo è probabile che queste sollecitate scuse non arriveranno mai. Che potere sarebbe quello che alla fine capisce di avere sbagliato? Che potere sarebbe quello che metta da parte l’orgoglio e l’arroganza e ritorna ad essere un potere al servizio della gente? Un non potere! Un potere umano!