Francesco C. Volpe (Franco per gli amici), docente, storico e saggista letterario, è venuto a mancare venerdì 15 maggio 2020, ad Amantea, all’età di 88 anni (era nato a Cleto, in provincia di Cosenza, nel 1932).
Era un uomo di straordinaria cultura, serio e rispettoso degli altri, un po’ timido ma spesso allegro, ironico e tenace come i veri calabresi; era attaccato alla famiglia e generoso con gli amici, a cui, da ‘maestro’ autentico, dispensava validi consigli, anche artistici.
Viveva nel presente attingendo al passato e guardava fiducioso al futuro, con occhi attenti e vivaci, ma, dopo la scomparsa della cara moglie, Carolina Morelli, e dell’amato figlio Luigi, sembrava assorto, pensoso e assente, come ben ricordano le figlie Marianna e Teresa.
Francesco C. Volpe si era formato alla scuola di Giacomo De Benedetti, per quanto attiene alla letteratura, ma sono soprattutto storia e memoria ad intrecciarsi nella sua figura poliedrica, spingendolo a quel rigore umano e scientifico, nonché a quella lucida coerenza che tanti critici gli hanno riconosciuto.
Egli ha dimostrato, nelle sue opere storiche, uno spiccato interesse verso la dimensione etico-politica (con richiami alla lezione di Croce, Pontieri, Galasso e Placanica), tendente (sulla scia soprattutto di Gaetano Cingari) al socialismo, considerato quale sistema ideale che continua la spinta libertaria dei valori risorgimentali. Per giunta egli era davvero convinto dell’importanza della storia quale ricerca della verità, indagine interdisciplinare e scrupolosa per accertare gli eventi ed il pensiero degli uomini del passato che, strettamente legato al presente, aiuta a comprenderlo meglio. In particolare, il Nostro è riuscito a svolgere, inquadrandola in una prospettiva europea, un’approfondita disamina della Questione Meridionale, estesa anche alla cultura, vita letteraria e stampa a Cosenza nella seconda metà dell’Ottocento, nonché alle opere di validi scrittori meridionali (tra i quali, Jovine, Silone e La Cava, di cui evidenzia sia i romanzi di vita interiore sia quelli di denuncia sociale), con il triste corollario dei numerosi giovani del Sud emigrati al Centro-Nord d’Italia e all’estero.
Dirigente dell’ Istituto Calabrese per la Storia dell’ Antifascismo e dell’Italia Contemporanea e collaboratore di qualificate riviste storiche (Nuova Antologia, Il Ponte, Nord e Sud, Rassegna storica del Risorgimento e altre), nonché di Tuttolibri (supplemento culturale e settimanale de La stampa) e dell’Avanti!, Francesco C. Volpe è autore altresì di vari volumi, tra cui Calabria: storia e cultura, insignito nel 1922 del “Premio Sila”, e Cultura e Storia del Mezzogiorno tra ‘800 e ‘900, pubblicato nel 1998.
Nei suoi scritti descrive pure, in un linguaggio fluido e comprensibile, la storia dei sacrifici, anche in funzione antifascista, delle diverse forze liberali e democratiche, di uomini, giovani e intellettuali che si erano impegnati, cercando di costruire un futuro di speranza e di riscatto civile e sociale per il nostro Mezzogiorno.
Il suo costante interesse per il Sud d’Italia e la Calabria in particolare sta a testimoniare non della sua sfiducia per l’uomo meridionale, ma del suo rimpianto (e della sua amarezza) specialmente per i calabresi, che non sono messi nelle condizioni di poter esprimere e dare liberamente un contributo fecondo di cultura e civiltà.
Da parte mia e di tutti gli altri suoi amici (e dei nostri familiari), un saluto affettuoso a Franco, con l’augurale e omonimo titolo della bella poesia, di Alda Merini, “che la terra ti sia finalmente lieve”.
Francesco Politano