Un regime in cui la rapida finanziarizzazione della natura sta promuovendo una grande espropriazione dei beni comuni globali e l’espropriazione dell’umanità su una scala che supera tutta la storia umana precedente. Il regime sta accelerando la distruzione degli ecosistemi planetari e della terra come casa sicura per l’umanità. Il tutto in nome di “salvare” la natura trasformandola in mercato.
Lasciando le strutture universitarie nordamericane ed entrando nel “vero” mondo del lavoro in Italia a Roma presso la Rai, ho avuto a che fare con persone che consideravano “compagni” solo gli appartenenti al loro partito. Così sono sempre stato trattato come un momentaneo compagno di viaggio. Pur essendo favorevole alla “sinistra”, non mi passerebbe per la testa di votare per fornire a quello che penso sia il significato di una decisione. Considerando la cosa in maniera razionale, questo modo di pensare sembra essere assurdo e dunque non ammissibile.
Una delle cose importanti (secondo chi scrive) dette da Karl Marx e che mi porto dietro,” Nessuno possiede la terra”.
Nemmeno tutte le persone sul pianeta possiedono la terra. La teniamo in fiducia come buoni capifamiglia per le generazioni future, per l’intera catena delle generazioni umane. In termini di umanità, se qualcuno ha diritto alla terra, al pianeta, siamo tutti insieme. O certamente, lo teniamo in fiducia per il futuro. Venderlo a servizi privati è un’altra questione.
Il mondo ha attraversato una crisi finanziaria globale dal 2007 al 2010. Uno dei problemi in termini di instabilità finanziaria, ovviamente, è che non ci sono abbastanza risorse sottostanti per sostenere l’espansione finanziaria del sistema, che sta per raggiungere livelli estremi.
Quindi stiamo accumulando debiti in relazione all’economia mondiale. Ma il debito in realtà non ha basi materiali sufficienti, flussi di entrate sottostanti. Quindi il capitale è alla ricerca di nuovi flussi di entrate.
Dopo la sopraccitata crisi, i potenti del mondo hanno iniziato a guardare sempre più ai servizi ecosistemici (quelli che potremmo chiamare natura e servizi della natura) come base, come base materiale per la finanziarizzazione della natura in corso molto rapida che sta avvenendo.
Dove i servizi naturali, i servizi ecosistemici, si stanno trasformando in forme di valore di scambio che possono essere alla base della finanziarizzazione. Tutto in nome del salvataggio dell’ambiente globale. C’è stato un grande cambiamento avvenuto nell’autunno del 2021, tra settembre e novembre, nel contesto dei negoziati delle Nazioni Unite sul clima, dove sono state introdotte o portate alla ribalta alcune nuove iniziative.
La finanza si basa davvero sulla promozione del debito. E da un certo punto di vista, il denaro stesso è un debito. Ma la finanza si basa sulla promozione del debito. E ciò significa gravami sui futuri flussi di entrate dalle attività sottostanti. Ciò che rappresentano i debiti o ciò che ottengono i creditori sono flussi di entrate nel futuro.
Quindi, in sostanza, significa che stai vendendo qualsiasi cosa la natura fornisca o flussi di entrate anche nel futuro. In molte di queste proposte, sta svendendo ciò che la natura produrrebbe o le entrate che genererebbe se fosse ridotta al valore di scambio nel prossimo secolo o due.
Ed è molto pericoloso. Se si guarda indietro al 2007-2010, la Grande Crisi Finanziaria, l’intero sistema finanziario rischiava davvero di crollare. E i cambiamenti strutturali avvenuti in quel momento, e questo legati alla stagnazione economica, sono davvero ancora lì.
Quando l’ideologia cominciò a sgretolarsi… era l’estate del 1971 e mi trovavo a percorrere in macchina con l’amico fraterno Orly il lungofiume Saskatchewan nella città di Edmonton. All’improvviso scoppiai a piangere e a ripetere che tutto era finito.
Orly mi accompagnò al pronto soccorso ospedaliero dell’università dove passai la notte. La mattina dopo, tutto era stato rimosso e mi recai a lezione di filosofia. Quando l’ideologia va in frantumi, resta solo qualche antica credenza che da “al pensiero una valenza magica”. Ciò che mi restava erano alcuni principi dell’individualismo anglosassone.
Ero ancora molto attratto dal PCI ma sapevo di non farne parte e che il mio posto era insieme a quella minoranza umana che non avrebbe mai mangiato merda. Mi sono visto solitario ma in pace con me stesso come quando facevo il portiere nel calcio, il tennista e giocatore di golf. L’elemento positivo in questo era ed è una ripugnanza per il suffragio universale, con l’idea che il voto non potrebbe mai rappresentare il vero pensiero di un uomo. Ci vollero anni per capire che cosa mi aveva sempre dato fastidio nel cosiddetto “suffragio universale”. Il voto, creato della liberal-democrazia occidentale, può servire solo alla democrazia “indiretta” e cioè al grande pastrocchio. Così dopo una trentina di anni passati in Rai, sono tornato a “vivere” nel luogo che mi vide nascere.In quegli anni qualche potente uomo si impossessò di un piccolo atomo e lo trasformò in un fungo di morte.
Gigino A Pellegrini & G elTarik