Con l’Anno nuovo alle porte, siamo chiamati a festeggiare, commentando lo stato delle cose nel Pianeta Terra, mettendo in luce l'impasse in cui si trova l'umanità, diretta conseguenza del capitalismo nella sua fase di decadimento senile. Alla radice dell'attuale tumulto mondiale c'è la proprietà privata dei mezzi di produzione, un sistema basato sull'avidità del profitto. Nel prossimo futuro tutti noi saremmo chiamati ad assolvere il compito di rimuovere il sistema oppressivo.
Lenin disse una volta: “il capitalismo è l’orrore senza fine”. Basta dare un rapido sguardo allo stato del nostro pianeta all'alba di questo nuovo anno per vedere la validità di tale affermazione. Le crisi economiche, le guerre, il terrorismo, le convulsioni politiche, la fame, le pandemie (non più malattie regionali) e la povertà, non sono fenomeni separati e slegati. Sono solo i sintomi esteriori di una crisi globale del sistema di potere.
Non abbiamo il diritto di abbandonare la lotta per un mondo migliore. Non abbiamo il diritto di abbandonare l'umanità al suo destino. Ai codardi e agli scettici rispondiamo con le parole che il ventiduenne Leon Trotskij scrisse nel 1901:"Dum spiro spero![Finché avrò vita sognerò!].
Gigino A Pellegrini & G eklTarik