Enzo Morelli, presidente del movimento "Due Mari per la Calabria", entra dritto nel cuore del problema della Sanità. Ecco il suo pensiero: «Le imminenti elezioni politiche ricreano fermenti eccessivi su problemi seri che andrebbero affrontati con la necessaria e dovuta responsabilità, privi di strumentalizzazioni al solo scopo di denigrare l'avversario politico di turno. Uno di questi problemi investe la sanità regionale e si dispiega in tre direzioni: la Fondazione Campanella, la facoltà di Medicina a Cosenza e il supposto trasferimento della Cardiochirurgia universitaria da Catanzaro a Reggio». «Sulla questione Cardiochirurgia, che è quotidianamente all'ordine del giorno della contrapposizione tra le maggiori forze politiche, riflettiamo anche noi come movimento politico-culturale che intende svolgere il proprio percorso abbracciando la Calabria in un unico interesse generale. In quest'ottica non si può intanto ipotizzare per Cosenza una seconda facoltà di Medicina ad oggi inesistente e impossibile da realizzare anche in prospettiva futura, stante soprattutto la grave carenza di risorse finanziarie e la diminuzione notevole e costante delle iscrizioni alle Università.
Per quanto riguarda la Cardiochirurgia di Germaneto – continua Morelli – la nostra posizione è chiara: l'unità operativa non va e non andrà trasferita, distaccata funzionalmente o depauperata delle validissime risorse umane e strumentali. Un centro di eccellenza siffatto se mai andrà sempre più potenziato, con l'evolversi delle conoscenze e delle alte tecnologie. La Calabria ha una popolazione di 2 milioni di abitanti, il bacino di utenza per l'alta specialità come la Cardiochirurgia è compreso tra 600mila e 1 milione 200mila abitanti; vi è la possibilità di istituire nel territorio regionale fino a tre Cardiochirurgie. Nella programmazione, e gli esperti credo lo abbiano già fatto, bisogna considerare alcuni parametri fra cui le distanze e i tempi massimi di percorrenza nei quali un soggetto, colpito da infarto in una certa zona della Calabria, deve potere raggiungere il centro operativo cardiochirurgico più vicino per avere la possibilità di salvare la propria vita. Se la Cardiochirurgia di Catanzaro venisse trasferita – si chiede a questo punto Morelli – un qualsiasi cittadino che si trovi a nord di Cosenza come riuscirà a raggiungere il "centro cuore" nel tempi che possano salvargli la vita? Si dirà: ma a Catanzaro vi è un'altra cardiochirurgia prima. Questo è un altro discorso che esula dal nostro ragionamento delle strutture pubbliche. Anche i politici e le autorità cosentine – continua il rappresentante del movimento "Due Mari per la Calabria" – reclamano da tempo la istituzione della cardiochirurgia nel capoluogo di provincia e obiettivamente hanno le loro ragioni, sia per quanto abbiamo testè affermato circa le distanze, sia perché la provincia di Cosenza è la più popolosa rispetto alle altre calabresi. Mi auguro, quindi, che non si continuino a creare divaricazioni campanilistiche superate dal tempo. La Puglia del buon governatore Vendola, a fronte di una popolazione che è il doppio della Calabria, ha complessivamente dislocate nel proprio territorio e, tradizionalmente nei capoluoghi di provincia, ben nove strutture di Cardiochirurgia. Il nostro invito – conclude Morelli – è quello di operare uno sforzo comune per fare buona politica sanitaria, non inventando eccellenze solo ,per apporre bandierine propagandistiche, ma per tutelare le qualità eccelse della nostra sanità, come la cardiochirurgia di Germaneto che è e sarà un punto di riferimento certo della sanità pubblica regionale a tutela della salute del cittadino».
NdR. Riuscirà il “nostro eroe” a far emergere la saggezza necessaria ad avere una buona sanità in Calabria?