E’ la Domenica delle Palme. La gente davanti al sagrato della Chiesa dei Cappuccini aspetta che il prete esca per benedire le palme e gli ulivi. E nel mentre si aspetta si parla di un evento occorso in Amantea.
Si parla di uno sconosciuto si è introdotto in una casa ed ha preso tutto a picconate. Sembra che nessuno se ne sia accorto nonostante l’evidente rumore prodotto, che nessuno lo abbia visto né quando entrava , né quando usciva.
La casa è in via Roberto Mirabelli.
I danni sono stati visti solo dal proprietario quando è rientrato nell’appartamento.
Non solo, ma si racconta che la stessa persona sia proprietaria di un bar, sempre in Amantea, e che anche questo sia rimasto danneggiato da uno conosciuto vandalo che lo ha messo a soqquadro usando una spranga di ferro.
Uno vicino a me, a voce un po’ alta, ricorda che la stampa non cita i nomi e nemmeno le iniziali e siccome chi parla sembra non sapere niente chiede se si sappia chi è stato.
Risponde una risatina sommessa e si vede qualche sguardo sorpreso (con la classica alzata di sorpresa delle palpebre superiori come a dire, se l’unico che non ha capito).
“Ma se lo sanno tutti? “ risponde uno dei presenti. “ Mica è la prima volta. È una storia vecchia, che dura da tempo, una storia di famiglia, tra padre e figlio, una storia di soldi”
Ed ecco che l’ignaro batte le mani , sgrana gli occhi e comprendendo dice :” Ma è ………….”
Non viene data alcuna risposta.
Il prete non esce ancora ed allora sempre il ritardatario ricorda che la stampa non spiega il perché di questi fatti e chiede se si conoscano le ragioni.
Questa volta nessuno gli da retta e non solo perché intanto è uscito il prete per benedire le palme e gli ulivi, ma perché questo signore sembra non voglia capire.
Anche lui alza il ramo d’ulivo dietro al quale sembra nascondere il viso, quasi come se si vergognasse ad essere l’unico che non sa quasi niente di questo paese, del suo paese, al punto da dover leggere i giornali.