Dall’alto , dal centro storico , oggi, si apprezzava una brutta tempesta .
Onde potenti e gigantesche che rubavano la poca spiaggia ancora esistente con i rischi che ne derivavano per la strada SS 18 e per il rilevato ferroviario.
Onde che rompevano rumorose e continue sulla spiaggia e sui massi.
Mi sono chiesto cosa avrebbe provato il popolo di naviganti che si fosse trovato su una nave in mezzo a questa tempesta.
Paura? Paura di affondare, di perdere la vita, di restare intrappolati nella nave e di raggiungere con essa il fondo del mare?.
Forse si!
Poi sono sceso a mare e sono salito sul rilevato ferroviario, protetto alla meglio dalla lunga fila di massi, ho provato a guardare verso la città.
Non mi sono sentito tranquillizzato. Affatto.
Anzi, mi è parso che anche la nostra città si trovasse nel bel mezzo di una tempesta e corresse il rischio di affondare.
E con lei tanti Amanteani.
Una tempesta difficile da affrontare quella che sta affrontando Amantea.
Non solo per gli alti marosi che la circondano , ma soprattutto per essere a bordo di una nave senza equipaggio o con equipaggio impreparato, disorganizzato, senza un vero comandante, senza veri ufficiali, senza veri nostromi, ed addirittura senza veri marinai.
Una nave piena di falle, nemmeno conosciute, e quindi mai riparate.
Una nave potenzialmente in pericolo, tanto che i topi se ne sono accorti e pur essendoci ancora abbastanza per i loro denti stanno decidendo di abbandonarla.
Ma la cosa incredibile è che non sembra ci siano salvagenti da indossare.
Ed ancora più tragico è che tutti pensano di potersi salvare saltando sull’unica scialuppa in dotazione.
Nessuno , però, sembra che la ha controllata per verificarne la tenuta del mare.
La vergogna, poi, è che in fila, davanti alla scialuppa, ancora sul ponte, ci sono il comandante e gli ufficiali .
E tutti stanno aspettando che nostromi e marinai la calino perché LORO si salvino.
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