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Altro che bando per spalare la neve dai marciapiedi di Amantea!

Il bando per la copertura del posto di Funzionario del servizio economico finanziario del comune di Amantea venne pubblicato il 29 luglio 2014.

Al concorso parteciparono 67 persone.

Ma dopo la votazione della commissione ne sono rimaste soltanto 60.

 

Oggi si è svolta la prima prova scritta consistente in un elaborato teorico/dottrinale sulle materie di esame.

Per domani è prevista la seconda prova scritta consistente in un elaborato teorico/pratico sulle materie di esame.

Per quanto possibile ed ipotizzata dall’art 8 del bando non è stata effettuata la prova preselettiva, con il sistema dei quiz a risposta multipla, prevista allorquando i concorrenti fossero stati più di50, come nel caso. Ma era una riserva, non un obbligo.

Ed infatti i concorrenti stamani sono stati pochissimi a fronte della fame di lavoro garantito, qualificato e ben pagato quale quello di “ragioniere” del comune di Amantea.

Una sorpresa sulla quale riflettere.

Per coloro che avranno superato le prove scritte è previsto il colloquio individuale sulle materie previste per le prove scritte.

La commissione inoltre provvederà all’accertamento della conoscenza di una lingua straniera a scelta del candidato, da scegliersi tra inglese, francese, tedesco e della conoscenza degli elementi di informatica( pacchetto office).

 

Ma ecco il pastrocchio.

Secondo l’articolo 2 del bando il posto era destinato a coprire il servizio di Ragioneria-Finanze-Tributi.

L’amministrazione aveva previsto la fusione dei posti di responsabile del servizio di ragioneria e del servizio Tributi dopo il pensionamento del funzionario Zucco.

Senonchè successivamente alla indizione del bando di concorso la giunta Sabatino rivedeva la scelta ed ridivideva gli uffici coprendo il posto di responsabile dell’ufficio tributi e dimenticando di avere per lo stesso già bandito il relativo concorso!

 

Ed ora?

Ora il vincitore pretenderà di svolgere le funzioni per le quali ha partecipato al concorso e per le quali è stato interrogato.

Ma probabilmente i non vincitori potranno anche proporre ricorso al TAR chiedendo la nullità del concorso per "mancanza del posto"!

Faremo ancora una volta parlare l’Italia di noi?

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Con la scusa dei massi caduti sulla strada del centro storico siamo saliti fino al parcheggio che permette di giungere fino alla parte più alta del centro storico.

Lì giunti, abbiamo visto con sorpresa la presenza di ben 8 auto ed una moto e ci siamo posti la domanda: ma allora il centro storico è abitato?

 

Vecchie porte abbandonate non si sa da chi ed una pedana fanno da corona e danno l’ immagine di una zona vissuta.

Poi seguiamo le lunghe , scivolose ed inagibili scale fino a che troviamo i primi abitanti che quasi con immediatezza ci chiedono :” Abbiamo letto il tuo articolo sulla passerella di Campora San Giovanni , ma sai dirci che fine ha fatto la piccola pista di accesso alla piazzetta , quella che doveva servire per i diversamente abili, per le bombole di gas, per le casse d’acqua e per le casse da morto?”

È una brutta domanda che ricorda un evento inaccettabile che indusse il precedente assessore ai LLP Sante Mazzei a proporre la realizzazione di piccola pista di accesso alla piazzetta che fosse una alternativa valida ad una rampa di scale illogica ed inaccettabile. La poca gente del centro storico aveva anche raccolto le firme per averla.

 

Successe il finimondo o quasi. Il centro storico è come Coreca. Non si tocca. Era ottobre 2013.

Si legge infatti nella delibera che “in parte della pubblica opinione è sorto qualche dubbio sul tipo e sulle caratteristiche costruttive dell’opera che si intendeva realizzare”.

Venne allora interessata la commissione consiliare dei lavori pubblici, la stessa che è stata interessata recentemente sia per Coreca che per la passerella di Campora SG, e la commissione decise di suggerire all’amministrazione di analizzare ,la opportunità di ricercare soluzioni tecniche diverse da quelle proposte nel progetto a mezzo di un concorso di idee.

La giunta accolse l’idea ed indisse il concorso riservandosi di far valutare i progetti da una apposita commissione per scegliere la più idonea.

Giunsero ben quattro idee progettuali.

E sono lì. Dormono.

Dormono come tante altre cose di questa città antica e che il Signore ha voluto benedire tante volte nella sua lunga storia e che stranamente la conserva da millenni.

Già. Amantea la città che è stata tante volte “ sulla strada giusta, ma si è spesso seduta ad aspettare ed è stata travolta dalla velocità degli altri”.

E succede anche oggi!

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Un tempo le stazioni di rifornimento di carburanti erano distribuite sia sulla Statale 18 che nel centro urbano

Poi, una dopo l’altra, quelle che insistevano dentro il centro urbano sono state spostate verso la statale 18 ed allontanate dal nucleo abitato

Ne era rimasta una soltanto quella di Via Dogana, la ERG Petroli spa, gestita da Giuseppe( peppino) Prati.

Ma ora anche questa viene smantellata

Amantea, quindi, perde un punto di distribuzione e tutto mentre il territorio urbanizzato si allarga.

Ma soprattutto Amantea perde l’unico impianto interno alla città

Quello che, in qualche modo, assicurava la possibilità per i ragazzi in ciclomotore di rifornirsi senza dover andare sulla statale 18, che tutti giudichiamo molto più pericolosa delle strade interne, in particolare quando l’arteria statale viene usata dai Tir e dai grossi autocarri che viaggiano dal nord al sud dell’Italia, e viceversa, e che la invadono a dispetto di ogni tolleranza d’uso.

E senza dimenticare che in questo modo Amantea perde un posto di lavoro

Ma chi ci guadagna- viene da chiedersi-?

Perché la pompa di benzina di via Dogana è stata chiusa?

Per ragioni di sicurezza, ci dicono.

Perché le leggi sono cambiate e le condizioni dell’impianto di via Dogana non rispettavano più e obbligatorie condizioni di sicurezza imposte dalla legge.

Una legge nata nel lontano 1995 quando con delibera del C.R. n. 584 venne previsto l'obbligo di definire con apposita delibera del Consiglio Comunale la localizzazione degli impianti stradali di

distribuzione carburanti.

Da lì un fiorire di leggi e circolari fino all’art 28 del Decreto legge 6 luglio 2011, n.98, convertito in Legge 15 luglio 2011 n.111, che ha disposto che le regioni entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto dovevano emanare indirizzi ai comuni per la chiusura effettiva degli impianti dichiarati incompatibili ai sensi del decreto del Ministro delle attività produttive in data 31 ottobre 2001.

Impossibile quindi salvarlo?

Forse si o forse no

Forse non interessava alla compagnia perché non più produttivo.

Forse non era un problema di sicurezza ma un problema economico

Guarda caso la legge 98 invocata ha per titolo “Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria”.

Altro che sicurezza!

 

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